Indro Montanelli: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m +wikilink
→‎L'Italia dei notabili: il generale Kanzler
Riga 852:
*{{NDR|[[Giustino Fortunato]]}} [...] il più grande e illuminato studioso del Meridione. (Capitolo sesto, I briganti, p. 86)
*Figlio di un fabbro e medico di professione, [[Giovanni Lanza|Lanza]] incarnava, nella Destra piemontese tradizionalmente formata da nobili, militari e grandi borghesi, un tipo umano del tutto insolito: il nuovo piccolo ceto medio, spartano e puritano, formatosi nelle scuole serali e nell'Università popolare. (Capitolo nono, Gli anni della lesina, p. 133)
*L'esercito papalino era un'accozzaglia di mercenari delle più svariate nazionalità (c'erano perfino dei turchi). [...] circa 15.000 uomini, al comando del generale [[Hermann Kanzler|Kanzler]]. Compito gentiluomo, ligio al Regolamento come lo era al Catechismo, questi aveva tuttavia un concetto tedesco dell'onore militare e avrebbe preferito una sconfitta a una resa. Ma {{NDR|Il segretario di Stato}} Antonelli non era di questa opinione. Gli ordinò di ritirare le truppe {{NDR|pontificie}} dentro le mura e di limitarsi a un simulacro di resistenza. (pp. 141-142)
*{{NDR|La duchessa [[Eugenia Attendolo Bolognini Litta|Eugenia Litta]]}} Durante la campagna del '59<ref>Seconda guerra d'indipendenza italiana.</ref> era stata il riposo del guerriero più famoso e importante: [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]]. E secondo le malelingue era passata subito dopo in eredità a [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele]], che però era il meno adatto ad apprezzare la sua vita di vespa, le sue carni pallide e i suoi raffinatissimi gusti. [[Honoré de Balzac|Balzac]] le aveva reso omaggio. [[Arrigo Boito|Boito]] seguitava a rendergliene. [[Gabriele D'Annunzio|D'Annunzio]] dirà ch'essa "aveva rubato il segreto a Ninon de Lenclos<ref>Scrittrice, cortigiana ed epistolografa francese (1620–1705).</ref>". Insomma come iniziatrice all'amore, il giovane principe {{NDR|il futuro [[Umberto I di Savoia|Umberto I]]}} non poteva desiderarne una più fascinosa ed esperta. Lo fu al punto che, nonostante la differenza d'età, egli le rimase devoto – anche se non fedele – fino alla fine dei suoi giorni. (Capitolo quattordicesimo, Il marito di Margherita, p. 196)
*{{NDR|[[Margherita di Savoia]]}} [...] era una vera e seria professionista del trono, e gl'italiani lo sentirono. Essi compresero che, anche se non avessero avuto un gran Re, avrebbero avuto una grande Regina. (Capitolo quattordicesimo, Il marito di Margherita, p. 197)