Xavier de Maistre: differenze tra le versioni

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====Giuseppe Montani====
Quanto è glorioso l'aprir nuova carriera agli ingegni; il comparire improvviso nel dotto mondo, con un libro di scoperte alla mano, qual cometa inattesa nella vastità dello spazio!
 
====Gianluigi Saraceni====
Com'è bello iniziare una nuova carriera e comparire di colpo tra la gente sapiente, con un libro di scoperte in mano, come una cometa inattesa che brilla nello spazio!
 
===Citazioni===
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*Egli {{NDR|il [[lettore]]}} non potrà essere che soddisfatto di sè medesimo, ove pervenga un giorno a saper far viaggiare la sua anima tutta sola. [...] Avvi infatti nulla di più lusinghiero, che l'estendere in certo modo la propria esistenza, l'occupare ad un tempo la terra e i cieli, il raddoppiar, per così dire, sé stesso? — L'eterno e non mai soddisfatto desiderio dell'uomo non è forse di accrescere il suo potere e le sue facoltà, d'essere ove non è, di richiamare il passato e di vivere nell'avvenire? — Ei vuol comandare agli eserciti, presiedere le accademie, esser adorato dalle belle; ed, ove tutto ciò ottenga, sospira allora i campi e la tranquillità, porta invidia alla capanna de' pastori. Sempre ei si chiama deluso ne' suoi disegni, nelle sue speranze; poiché sempre incontra qualche sciagura, inseparabile dalla sorte umana. Ma no non dica, per questo, che la felicità è impossibile a trovarsi. — Un quarto d'ora di viaggio con me gliene mostrerà il cammino. (IX; 1824, pp. 39-40)
*No, [[dio|quegli]] che inonda così l'oriente di luce, non la fa brillare a' miei sguardi, per inabissarmi bentosto nelle tenebre del nulla. Quegli che stende quest'orizzonte incommensurabile, quegli che elevò queste masse enormi, le cui ghiacciate sommità or tutte sfolgoreggiano de' primi raggi del sole, è pur quegli che ordinò al mio cuore di battere e al mio spirito di pensare. (XXI; 1824, p. 78)
*[...] la [[discussione]] risveglia l'obiezione: e tutto finisce nel dubbio. (XXV; 2020, p. 55)
*Sempre verace e imparziale uno [[specchio]] rinvia agli occhj della persona, che in esso guarda, le rose della giovinezza e le rughe dell'inoltrata età, senza detrazione e senza lusinghe. — Solo, tra tutti i consiglieri de' grandi, ei loro dice costantemente la verità.<br>Ciò mi fece desiderar l'invenzione di uno specchio morale, in cui tutti gli uomini potessero vedersi co' loro vizi e colle loro virtù. Pensai anzi una volta a proporre per esse un premio a qualche accademia; se non che riflessioni più mature me ne provarono l'inutilità.<br>Oh quanto è raro che la bruttezza riconosca sè stessa! Indarno gli specchj si moltiplicano intorno a noi, e riflettono con tanta esattezza la luce e la verità. All'istante che i raggi, che da essi partono, sono per penetrare nel nostro occhio, e dipingerci a noi stessi quali siamo, l'amor proprio introduce il suo prisma ingannevole fra noi e la nostra immagine, e ci rappresenta una divinità.<br>E di tutti i prismi, dal primo che uscì dalle mani dell'immortal Newton, fino a quelli dell'ultimo lavoro, nessuno ha posseduto una forza di refrazione così possente, e prodotto sensazioni così vive e così aggradevoli, come il prisma dell'amor proprio.<br>Ora, poiché gli specchj comuni annunziano invano la verità a uomini sempre contenti della loro figura; poiché non possono fare ad essi conoscere le loro fisiche imperfezioni; a che servirebbe il mio specchio morale? Pochissimi fisserebbero in esso gli occhi; e nessuno vi ravviserebbe sè medesimo. (XXVII; 1824, pp. 99-100)
*Ho detto che mi piace in modo speciale meditare nel dolce calore del letto, e che il suo piacevole colore contribuisce molto al piacere che vi provo.</br>Per procurarmi questo piacere, il mio domestico ha ricevuto l'ordine d'entrare in camera mia mezz'ora prima di quella in cui ho stabilito di alzarmi. Lo sento camminare con passo leggero e ''brancicare'' con discrezione nella stanza; e quel rumore mi dà il piacere di sentirmi sonnecchiare: piacere delicato e sconosciuto a molte persone.</br>Si è svegli abbastanza per accorgersi di non esserlo del tutto, e per calcolare confusamente che l'ora delle faccende e delle difficoltà è ancora nel ventre del tempo. (XIV; 1990, p. 36)
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*Xavier de Maistre, ''[https://www.archive.org/details/oeuvrescomplte00maisuoft Œuvres complètes de Xavier de Maistre]'', Firmin-Didot et Cie, Parigi, 1880.
*Xavier de Maistre, [https://books.google.it/books?id=N2tiAAAAcAAJ&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false ''Viaggio intorno alla mia camera''], traduzione di anonimo [Giuseppe Montani], Manini, 1824².
*Xavier de Maistre, ''[https://books.google.it/books?id=cFNfSgQHEIkC Viaggio intorno alla mia stanza]'', traduzione di Rosa Maria Losito, Guida, 1990. (Include ''Spedizione notturna intorno alla mia stanza'').
*Xavier de Maistre, ''Viaggio intorno alla mia camera'', traduzione di Gennaro Auletta, Mondadori, 1997.
*Xavier de Maistre, ''Viaggio intorno alla mia camera – Spedizione notturna intorno alla mia camera'', traduzione di Carmelo Geraci, Moretti & Vitali, 1999.
*Xavier de Maistre, ''[https://www.tarka.it/wp-content/uploads/2020/04/nv-estratto-viaggio-intorno-mia-camera.pdf Viaggio intorno alla mia camera]'', prefazione di [[Anatole France]], traduzione di Gianluigi Saraceni, Tarka, Mulazzo (MS), 2020. ISBN 978-88-99898-47-2.
*Elisabetta Benucci (a cura di), ''[https://books.google.it/books?id=7fuhAwAAQBAJ Paolina Leopardi: Viaggio notturno intorno alla mia camera]'', Osanna Edizioni, 2014.
*Xavier de Maistre, ''Spedizione notturna nella mia stanza'', traduzione di Stefano Lanuzza, Barbès, 2009.
*Xavier de Maistre, [https://books.google.it/books?id=vaYMNI81lXoC&pg=PA311#v=onepage&q&f=false ''Il lebbroso di Aosta''], in ''Novelle di [[Cesare Balbo]]'', Le Monnier, 1854.