Augusto Guerriero: differenze tra le versioni

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*Nessuno scrive meglio di colui che scrive quello che io amo leggere.<ref>Citato in ''Selezione dal Reader's Digest'', luglio 1971, p. 68.</ref>
*Non si verrà mai a capo di questo, come non si saprà mai che cosa sia la vita, e che cosa siamo venuti a fare a questo mondo, e come andremo a finire quando ce ne andremo.<ref>Citato in Claudio Taccucci, ''Augusto Guerriero (Ricciardetto)'', p. 222.</ref>
*Non sono un credente perché non credo nel dogma cristologico e in altri dogmi. Ma sono [[cristiano (religione)|cristiano]] perché sono nato e vissuto in questa civiltà cristiana, e so quanta parte della mia formazione, direi di me stesso, debba a questa civiltà di cui sono figlio, e che, ahimè! volge al tramonto. Per capire che cosa sia stato [[Gesù]] per l'umanità, basta pensare che cosa saremmo noi se Egli non fosse esistito, la figura più sublime che sia apparsa nella storia di tutti i tempi e di tutti i popoli.<ref>Citato in Claudio Taccucci, ''Augusto Guerriero (Ricciardetto)'', p. 213.</ref>
*Ora, una volta costituito un ordinamento giuridico, sembra che la [[libertà]] consista non più nell'ampiezza della sfera che quel limite lascia all'individuo ma nella certezza di quel limite; nella certezza del diritto comune. La certezza che ciascuno abbia, di non dover obbedienza ad altri che alle leggi e alle autorità costituite secondo le leggi, di non dovere altre prestazioni, oltre quelle prescritte dalle leggi, di non dover incorrere ad altre pene, oltre quelle previste dalle leggi; è questa la vera libertà. Concetto non filosofico, ma di semplice diritto positivo, e che può sembrare "filisteo", e che, tuttavia, è la sola base sicura di un ordinato vivere civile.<ref>Da ''Omnibus'', 13 giugno 1937.</ref>
*{{NDR|Sul [[moralismo]]}} Per farsi beffa della giustizia non basta aggiungere un "ismo".<ref name="T176">Citato in Claudio Taccucci, ''Augusto Guerriero (Ricciardetto)'', p. 176.</ref>