Karl Rahner: differenze tra le versioni

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==''Dimensioni politiche del cristianesimo''==
*Non si può negare a nessuno sulla terra la [[libertà]] e la [[felicità]], anzi, tutti dovrebbero cercarle. Proprio con tutto il suo impegno per la felicità terrena, la giustizia e il superamento dell'egoismo sociale, il [[cristianesimocristiano (religione)|cristiano]] attende la vita eterna con Dio, sapendo naturalmente che la può conseguire, e con essa la redenzione promessa dal Signore, soltanto attraverso l'atteggiamento di un amore incondizionato verso il [[prossimo]]. (da ''Intervista con Gerhard Ruis'', 1982; p. 60)
*Soltanto nel cristianesimo, solo in esso, l'uomo è diventato ''soggetto'', e come tale si scoprì l'uomo "occidentale". Soltanto nel cristianesimo ognuno, anche il più povero e insignificante, è diventato un soggetto assoluto di valore inestimabile e imperituro. (da ''Il cristianesimo e «l'uomo nuovo»'', 1961; p. 65)
*La [[teologia]] oggi deve assolutamente tener conto di tutte le scienze antropologiche moderne, che non esistevano in passato, così come deve conoscere e rispettare l'uomo nella prospettiva delle scienze naturali moderne. La teologia deve diventare oggi in un certo senso teologia politica. (da ''Dialogo con Gwendoline Jarczyk'', 1983; p. 70)
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==Citazioni su Karl Rahner==
*I guai della Chiesa sono derivati da quanto hanno detto e fatto, dopo il Concilio, parecchie persone [...]. Da questo punto di vista, il più pericoloso dei teologi non è [[Hans Kung]], perché sostiene tesi così strampalate che nessuno (o quasi nessuno) gli crede. Il più pericoloso è il gesuita Karl Rahner, il quale scrive benissimo ed ha l'aria di essere ortodosso, ma ha sempre sostenuto che occorre una "nuova teologia". Una teologia cioè che metta da parte Gesù e che vada bene per il nostro secolo. ([[Giuseppe Siri]])
* L'enciclica ''[[Pio XII#Enciclica Humani generis|Humani generis]]'' poteva ancora dire: <<«Animas a Deo immediate creari catholica fides nos retineri debet>> (DH 3896), ma non si è mancato di sottolineare la difficoltà (forse più apparente che reale) di questa affermazione: essa sembra ridurre l'atto divino creatore all'anima, e l'atto generatore dei genitori al solo corpo; essa sembra quindi presupporre un "dualismo" che sarebbe estraneo all'[[antropologia]] biblica. Ma allora come rendere conto teologicamente della creazione dell'uomo? La soluzione proposta da Rahner, è considerata da molti, ancora oggi, come la più soddisfacente. La soluzione di Rahner vuole soprattutto evitare che Dio possa apparire come una [[causa ed effetto|causa]] ''insieme'' alle altre cause ''nel'' mondo. ([[Christoph Schönborn#A Sua immagine e somiglianza|Christoph Schönborn]]<ref name="Sua immagine, Lindau">card. Christoph Schönborn, ''A Sua immagine e somiglianza'', Lindau, Maggio 2008, isbn 978-88-7180-754-6, pp. 66-67 (71, note).</ref>)
* [Dio non è] un demiurgo la cui azione si espleta in seno al mondo. [...] È fondamento trascendente. [...] Dio opera ogni cosa per mezzo delle [[causa ed effetto|cause]] seconde. Questo agire di Dio non opera niente che la creatura non faccia, poiché egli non opera ''di fianco'' all'agire della creatura, ma opera proprio l'agire della creatura che trascende le sue possibilità. [...] I genitori sono la causa dell'essere umano nella sua totalità e nella sua unità, e quindi della sua anima, in virtù della forza di Dio, che è intrinseca alla loro azione e che rende possibile il loro autosuperamento, senza appartenere a ciò che vi è di autocostitutivo della loro essenza>>». (Hugo Karl Rahner (1900-1968)<ref name="Sua immagine, Lindau" /><ref>Hugo Karl Rahner (1900-1968), fratello maggiore di Karl: ''Chiesa e struttura politica nel cristianesimo primitivo: documenti della Chiesa dei primi otto secoli'', Jaca Book, Febbraio 2003, Milano, isbn 9788816300514.<br />
''Nota'': Riferendosi alla parola tedesca ''Selbsttranszendenz'', l'autotrascendenza della creatura, che è causa seconda della filiazione</ref>)