Italo Calvino: differenze tra le versioni

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*Io credo alla pedagogia repressiva. Mi rendo conto di essere molto antiquato in questo, ma continuo ad essere convinto che resti il miglior metodo d'educazione alla cultura.<ref>Citato in Luca Clerici, Bruno Falcetto, ''Calvino & l'editoria'', Marcos y Marcos, 1993.</ref>
*Io sono la pecora nera, l'unico letterato della famiglia.<ref>Da AA. VV., ''Ritratti su misura di scrittori italiani'', a cura di Elio Filippo Accrocca, Sodalizio del Libro, Venezia, 1960; ora ''Ritratto su misura'', in ''Eremita a Parigi'', Mondadori, 2010.</ref>
*La prima parte dell'''[[L'isola del tesoro|Isola del Tesoro]]'', quando ancora il meccanismo dell'avventura ancora non è scattato, e regna ancora il senso dell'attesa, si può dire sia la più bella [...], in tutte queste pagine l'atto di raccontare raggiunge, coi mezzi più semplici, una delle sue più alte vette mondiali; e il fatto che s'usino ingredienti narrativi logori [...] non fa mai perdere il sapore genuino d'Inghilterra tra mare e campagna che circola per ogni pagina. Poi, man mano che l'avventura si sviluppa [...] e man mano che Hawkins, il ragazzo, diventò, come tutti i protagonisti di romanzi per l'infanzia, un troppo facile collezionista d'imprese eroiche quanto fortunate, il libro, privo di quel fondo d'esperienza vera, che lo sosteneva al principio, rischia spesso la caduta nel romanzo d'appendice vero e proprio, e sempre si salva per la sua meravigliosa leggerezza, per la grazia con cui i colori della scena, lo scorrer via delle frasi, lo scattare dei sentimenti riempiono l'attenzione del lettore di qualcosa che va al di là del prevedibile interesse per l'intreccio.<ref name=stevenson>Da ''Il segreto dell'Isola del Tesoro'', in ''L'Unità'', 1 aprile 1955, [https://archivio.unita.news/assets/main/1955/04/01/page_003.pdf p. 3].</ref>
*{{NDR|Su ''[[Adolfo_Bioy_Casares#Dormire al sole|Dormire al sole]]''}} La rappresentazione della vita quotidiana [...] è d'una continua comicità e spontaneità caricaturale [...]. È un mondo che può ricordare lo sgangherato mondo popolare di [[Queneau]], anche come registrazione di discorsi casalinghi o al caffè, e anche un po' la regressione dei personaggi di [[Gianni Celati]] e le loro gags verbali, ma senza lo spessore del sottolinguaggio, tutto più sulla commedia [...] L'intrigo «metafisico» del romanzo, con le anime scambiate, gli esperimenti coi cani ecc. è quanto mai rudimentale e sgangherato. Il romanzo vive per il grottesco della commedia popolare d'un mondo di tonti e per la vitalità dei personaggi e delle macchiette. Sarei favorevole a pubblicarlo perché si legge con grande facilità e divertimento [...].<ref>Da ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/08/06/comico-si-fa-leggere.html?ref=search È comico si fa leggere]'', ''la Repubblica'', 6 agosto 2005.</ref>
*{{NDR|Su [[George Orwell]]}} [...] libellista di second'ordine.<ref>Da ''I libri degli altri''; a cura di Carlo Fruttero, Einaudi, Torino, 1991, p. 46.</ref>