Giulio Cesare (Shakespeare): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+citazioni
Riga 66:
==Citazioni su ''Giulio Cesare''==
*La tragedia secondo il Chambers, venne probabilmente rappresentata per la prima volta nel 1599 o 1600, e divenne immediatamente popolare. La fonte principale è [[Plutarco]] nella traduzione di [[Thomas North|Sir Thomas North]], pubblicata nel 1576. La vita di Cesare del biografo greco, già in sé opera di notevole pregio, è seguita nei dettagli, anche se Shakespeare allarga o restringe i tempi dell'azione secondo le esigenze della sua concezione drammatica, e inserisce in essa del materiale delle ''Vite'' di Bruto e di Antonio. ([[Antonio Di Meo]])
*'''[[Elim Garak]]''': Mi dispiace dottore, non riesco a vedere dove stia il valore delle opere di...<br>'''Julian Bashir''': Garak, Shakespeare è uno dei giganti della letteratura umana.<br>'''Elim Garak''': Io sapevo che Bruto avrebbe ucciso Cesare già nel primo atto, ma Cesare non l'ha capito finché non si è trovato il coltello nella schiena.<br>'''Julian Bashir''': Ma è questo che ne fa una tragedia. Cesare non poteva concepire che il suo migliore amico complottasse per ucciderlo.<br>'''Elim Garak''': Tragedia non è il termine che io userei. "Farsa" sarebbe più appropriato. No, si suppone che quell'uomo fosse a capo di un grande impero, che fosse un grande stratega, eppure non riesce a vedere quanto sta accadendo addirittura sotto il suo naso. (''[[Star Trek: Deep Space Nine]]'')
*Tutto il dramma, come anche il ''Coriolano'', è improntato ad una severa austerità stilistica, senza alcun elemento comico. L'opera è artisticamente completa in sé poiché termina là dove era cominciata cioè con il trionfo di Cesare, dopo aver dato una fuggevole visione dell'avventura repubblicana, e inoltre conserva l'unità d'azione, facendo convergere le scene ad un punto: l'uccisione del dittatore. ([[Antonio Di Meo]])
*Per la prima volta, nel ''Giulio Cesare'' Shakespeare, facendo di Bruto l'apostolo della libertà e di Cesare il tiranno, rovescerebbe la visione gerarchica e sacrale dello stato tipica del Medioevo, per cui, così com'è nella ''[[Divina Commedia|Commedia]]'' di [[Dante Alighieri|Dante]], Bruto è il traditore e Cesare il capo sacrale. ([[Antonio Di Meo]])