Dialetto: differenze tra le versioni

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+ Fabrizio De André
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*I dialetti sono eterni. Gesù parlava in dialetto. Dante scriveva in dialetto. Il Padreterno, in cielo, parla in dialetto. ([[Libero Bovio]])
*I dialetti sono idiomi non imposti dall'autorità, ma inventati dalle etnie che hanno avuto l'urgenza di comunicare: dico l'urgenza ma in effetti hanno avuto miracoli di tempo a disposizione per inventare, per impegnarsi nell'affinare linguaggi che sempre più rassomigliassero a loro e al loro circostante. Forse non è azzardato dire che le lingue locali assomigliano un po' ai posti dove vengono parlate: così certe asperità che riscontro nell'aostano e che sembrano rispondere, fare da eco, alla durezza delle rocce delle montagne che le circondano, si addolciscono nel piemontese della grande pianura, che suona dolce come dolce suona la lingua della vicina Francia.<br>Allo stesso modo la vischiosità del [[Lingua ligure|ligure]], del genovese in particolare, non è poi tanto lontano dal ''lepego'', dalla scivolosità dei ponti delle barche e dei moli. ([[Fabrizio De André]])
*I proverbi dialettali non sono «trasferibili», vanno gustati sul posto. Come il lambrusco. ([[Cesare Marchi]])
*Il dialetto è come una lingua che abbia il privilegio di possedere espressioni che le altre lingue non conoscono; e possa quindi rivelarci il segreto di una parte di realtà, che rimarrebbe, senz'esso, misteriosa e celata. ([[Ernesto Giacomo Parodi]])
*In dialetto non parlo e non penso: mi limito a osservarlo da fuori, ma solo dopo averlo anestetizzato. Quando le parole del dialetto si sono addormentate, le prendo in mano e studio come sono fatte: come tutto ciò che è naturale mi sembrano artificiali. ([[Giorgio Vasta]])