Henry James: differenze tra le versioni

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*L'unico requisito a mio avviso intrinseco alla stesura di un [[romanzo]] è, come ho già detto, la sincerità. Questa libertà è un privilegio splendido, e la prima lezione per il giovane romanziere è imparare a esserne degno. 'Apprezzala come merita', gli direi; 'prendine possesso, esplorala fino al limite ultimo, divulgala, gioiscine. La vita intera ti appartiene, e non prestare ascolto a chi vorrebbe stringerti nei suoi angoli dicendoti che soltanto qua o là dimora l'arte, o a chi vorrebbe persuaderti che questo messaggero divino si libra al di fuori della vita, respirando un'aria rarefatta e torcendo il capo dalla verità delle cose. Non v'è impressione di vita, né modo di vederla e sentirla, cui il disegno del romanziere non sappia offrire uno spazio; considera soltanto che talenti dissimili come [[Alexandre Dumas]] e [[Jane Austen]], [[Charles Dickens]] e [[Gustave Flaubert]], hanno operato entro questo territorio con pari dignità. Non dare troppo peso all'ottimismo e al pessimismo; sforzati di cogliere il colore della vita stessa. [...] Ricorda che il tuo primo dovere è di essere il più completo possibile – e di rendere l'opera perfetta. Sii prodigo, sii riguardoso, e ambisci al premio'.<ref>Da ''L'arte della narrativa''; citato in Lilla Maione, introduzione a Robert Louis Stevenson, ''L'isola del tesoro'', traduzione di Lilla Maione, Universale Economica Feltrinelli, X ed., Milano, 2014, p. 31.</ref>
*L'uomo sano e saggio non si allontana mai dalla ragione e non si concede nessuno svago se non quello del proprio [[lavoro]].<ref>Da ''La lezione dei maestri''.</ref>
*{{NDR|Su ''[[L'isola del tesoro]]''}} [...] perfetto come un gioco di ragazzi ben giocato [...].<ref>Citato in Emma Letley, Introduzione a Robert Louis Stevenson, ''[https://books.google.it/books?id=uWxUBQAAQBAJ L'isola del tesoro]'', traduzione di Paolo Zanotti, Mondadori, Milano, 2014 (ebook). ISBN 8852056270.</ref>
*{{NDR|Su [[Isabella Stewart Gardner]], a proposito di}} quelle sere alla sua mensa e nel suo palco, quei tè nelle sue belle sale coperte di quadri, che mi splendono agli occhi della memoria come vere stazioni di salvezza.<ref>Citato in [[Aline B. Saarinen]], ''I grandi collezionisti americani'', Einaudi Editore, 1977 da ''La Lettura'', Rizzoli Editore, dicembre 1977.</ref>