Sant'Ambrogio: differenze tra le versioni

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riferimenti
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*Solo i [[cane|cani]] che sanno latrare per i padroni, sanno difendere le loro case. Perciò impara anche tu a levare la tua voce per Cristo, quando feroci lupi ne assaltano l'ovile, impara a tener pronta nella tua bocca la parola, perché non sembri che tu, come un cane muto mantenendo un silenzio imputabile a tradimento, abbia abbandonato il posto di guardia affidato alla tua fedeltà. Tale fu il cane viaggiatore e compagno dell'angelo, che [[Arcangelo Raffaele|Raffaele]] non inutilmente nel libro ispirato {{NDR|[[Libro di Tobia|di Tobia]]}} ritenne di prendere con sé e con il figlio di Tobi, quando si mise in cammino per mettere in fuga Asmodeo e sancire le nozze; infatti la riconoscenza d'un animo non immemore scaccia il demonio e consolida il matrimonio. Perciò il santo angelo Raffaele con l'esempio di quel muto animale educava alla riconoscenza l'animo del giovane Tobia ch'era stato affidato alla sua protezione. Chi non arrossirebbe di non mostrarsi grato a coloro che gli hanno fatto del bene, vedendo che persino le bestie cercano di evitare la taccia d'ingratitudine? (1979, pp. 357-359)
*La [[rondine]] sa quando arrivare, quando partire; quel tenero uccello sa anche annunciare con il proprio arrivo i primi inizi della primavera. (1979, p. 359)
 
*{{NDR|Le [[animale|fiere]]}} ignorano gli odii delle matrigne né, cambiando coniuge, i genitori diventano snaturati verso la loro prole né sanno mostrare preferenza per i figli dell'unione successiva e quindi trascurare quelli della precedente. Conoscono i frutti dell'amore, ignorano le differenze dell'affetto, gli stimoli dell'odio, le discriminazioni dell'avversione. La natura delle fiere è semplice, non sa alterare la verità. Il Signore ha stabilito in ogni creatura un tale equilibrio per cui ha concesso maggiore semplicità d'affetto a quelli cui ha dato minore capacità razionale. Quale fiera non esiterebbe ad offrirsi spontaneamente alla morte in difesa dei propri piccoli? (VI giorno, IX, cap. 4, n. 22; 2002, p. 261)
*Cerchi un rimedio ed eviti il [[digiuno]], come se tu potessi trovare un rimedio migliore. Se un [[serpente]] assaggia lo [[sputo]] di un uomo digiuno, muore. Tu vedi quant'è grande la potenza del digiuno, così che un uomo col suo sputo uccide un serpente terrestre e tanto più quello spirituale. (2002, p. 266)
*Cerchi un rimedio ed eviti il [[digiuno]], come se tu potessi trovare un rimedio migliore. Se un [[serpente]] assaggia lo [[sputo]] di un uomo digiuno, muore. Tu vedi quant'è grande la potenza del digiuno, così che un uomo col suo sputo uccide un serpente terrestre e tanto più quello spirituale. (VI giorno, IX, cap. 4, n. 27; 2002, p. 266)
*Ma ormai è tempo di porre fine al nostro discorso, perché è finito il sesto giorno e si è conlucsaconclusa la creazione del mondo con la formazione di quel capolavoro ch'è l'uomo, il quale esercita il dominio su tutti gli esseri viventi ed è come il culmine e la suprema bellezza d'ogni essere creato. Veramente dovremmo mantenere un reverente silenzio, poiché il Signore si riposò da ogni opera del mondo. Si riposò poi nell'intimo dell'uomo, si riposò nella sua mente e nel suo pensiero; infatti, aveva creato l'uomo dotato di ragione, capace d'imitarlo, emulo delle sue virtù, bramoso delle grazie celesti. In queste sue doti, riposa Iddio che ha detto: ''O su chi riposerò, se non su chi è umile, tranquillo e teme le mie parole''. (libroVI 6giorno, nnIX, cap. 10, n. 75; 2002, pp. 301-302)
 
==Note==
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*Sant'Ambrogio, ''Caino e Abele'', in AA.VV., ''Liturgia horarum iuxta ritum Romanum'', Typis Polyglottis Vaticanis, ed. italiana, Roma, 1972.
*Sant'Ambrogio, ''Commento sui salmi'', in AA.VV., ''Liturgia horarum iuxta ritum Romanum'', Typis Polyglottis Vaticanis, ed. italiana, Roma, 1972.
*Sant'Ambrogio, ''[http://books.google.it/books?id=nQv-nhON7ywC&pg=PA0 Esamerone]'', traduzione di Gabriele Banterle, Città Nuova, Roma, 2002. ISBN 88-311-3164-8 ([http://books.google.it/books?id=nQv-nhON7ywC&pg=PA0 Anteprima su Google Libri])
*Sant'Ambrogio, ''Esamerone'', in ''I sei giorni della creazione'', traduzione di Gabriele Banterle, Biblioteca Ambrosiana – Città Nuova, Milano – Roma, 1979.