La vita è bella: differenze tra le versioni
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*Il Benigni che si annuncia, anziché affidarsi a una pigra riedizione di se stesso, ha deciso di esibirsi come un acrobata, oplà, sulla temeraria fune del comico-tragico. ([[Antonio Padellaro]])
*{{NDR|A proposito del film}} Io mi trovai costretto a suggerirgli di decidere comunque, di scegliere fra lui e il figlio, ma di decidere. [...] [[Roberto Benigni|Roberto]] decise di far morire il suo personaggio, Guido, lasciando vincere al figlio il "concorso" con il premio finale del carro armato. ([[Marcello Pezzetti]])
*Non credo che sia un brutto film, ma per certi versi è orribile: la prima parte è anche carina, un filmetto senza pretese, ma nella seconda è tutto terribilmente falso. Innanzitutto era impossibile tenere nascosto un bambino nel lager: appena sceso dal treno le SS lo avrebbero giudicato inadatto al lavoro e l'avrebbero mandato direttamente al gas. Così come era impensabile che un uomo salutasse con il megafono la moglie rinchiusa nella sezione femminile. Il fatto che poi il protagonista mandasse il figlio a far merenda con i figli dei gerarchi nazisti... L'unica cosa verosimile è che il padre, alla fine, muore. Il film si chiude con il bambino che si salva e ritrova la madre: è un bel finale, un inno alla vita, ma è tutto falso. ([[Liliana Segre]], ''[[La memoria rende liberi]]'')
*Ogni tanto rifletto su quello che ho vissuto io visitando i campi di concentramento. C'è un orrore che ti rimane dentro e ti porta a pensare se era il caso di raccontarlo in chiave favolistica. ([[Carlo Verdone]])
*[[Roberto Benigni|Benigni]] [...] mi presentò un finale del film in cui nessuno moriva nel campo di concentramento. Io gli dissi che dopo anni di studi non avevo mai trovato una storia di Olocausto con un [[Lieto fine|happy ending]]. ([[Marcello Pezzetti]])
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