Enzo Bianchi: differenze tra le versioni
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'''Enzo Bianchi''' (1943 – vivente), monaco italiano, fondatore e attuale priore della Comunità monastica di Bose.
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*A noi cristiani non bastano i [[rito|riti]], serve l'adesione del cuore e dell'intelletto. Non basta ripetere formule di cui non si sa il significato: chi prega deve capire ciò che dice, e in questo senso la riforma liturgica del Concilio Vaticano II è stata fondamentale per una fede più pensata, che non sia solo [[devozione]].<ref name="toscanaoggi.it,26apr2019">Citato in Riccardo Bigi, [https://www.toscanaoggi.it/Vita-Chiesa/Festival-delle-religioni-a-Firenze-basilica-di-San-Miniato-gremita-per-Enzo-Bianchi-e-Sergio-Givone ''Festival delle religioni: a Firenze basilica di San Miniato gremita per Enzo Bianchi e Sergio Givone'', ''Toscana Oggi.it'', 26 aprile 2019.</ref>
*[[Hans Urs von Balthasar]] fu personalità poliedrica e singolarissima, probabilmente un uomo più grande del tempo in cui visse: musicista, germanista, letterato, filosofo, teologo, editore, traduttore, maestro spirituale, conferenziere, fu autore di una vasta produzione teologica in cui dialogò con il patrimonio culturale dell'Occidente.
*L'esperienza di [[fede]] è esperienza di bellezza, di un incontro tanto reale quanto indicibile, di una presenza più intima a noi del nostro stesso intimo. Ed è esperienza che investe anche il corpo e i sensi. In Oriente il santo è l'uomo con il volto luminoso, il cui corpo esala profumo, la cui somaticità è ormai evento di bellezza e di comunione. Certo, guai a confondere lo psicologico e l'emozionale con lo spirituale, ma lo spirituale traversa lo psichico e investe i sensi del corpo.
*La mia preghiera da bambino era una preghiera che oggi non farei più: Dio sa quante candele ho acceso prima di un esame o di un compito a scuola. Era un modo di pregare spontaneo, sincero: ma oggi abito altre forme di preghiera.<ref name="toscanaoggi.it,26apr2019" />
===[[Incipit]] di ''Il pane di ieri''===▼
Premessa▼
''Ël pan ed sèira, l'è bon admàn''▼
::Difficile operazione ricordare, rileggere e raccontare il proprio [[passato]], il mondo di ieri nel quale abbiamo vissuto. Operazione in cui si corre non solo il rischio della nostalgia, quanto quello di rendere idilliaco ciò che in realtà non lo era affatto: rischio ancor più facile se il nostro passato si situa in un mondo un po' perduto, come quello della cultura contadina, e se i ricordi risalgono a un'età precedente quella della maturità. Eppure resto convinto della verità di un detto della mia terra: ''Ël pan ed sèira, l'è bon admàn'' "Il pane di ieri è buono domani"...▼
{{NDR|Enzo Bianchi, ''Il pane di ieri'', Einaudi, 2008. ISBN 9788806194888}}▼
▲===''La differenza cristiana''===
*Quando forze politiche vogliono generosamente offrire protezione giuridica o prestazioni finanziarie alle chiese, in realtà operano per il proprio tornaconto. (I, 1)
*La nostra [[società]] è sempre più pluralista per religione, morale, costumi: in essa il cristianesimo deve vivere e collocarsi senza logiche di inimicizia e di creazione di un avversario. (I, 2)
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*Perché l'[[universalismo]] non degeneri in totalitarismo, va pensato come universale bisogno dell'altro e declinato come vocazione all'esilio, alla diaspora, alla dispersione tra le genti, le culture: la fede cristiana non può coincidere con una cultura o un'etnia o un sistema di pensiero. Essa è transculturale e deve essere perciò accompagnata da un'opera di deculturaziione per non rischiare di spacciare per vangelo ciò che è forma culturale. (III, 2)
{{NDR|Enzo Bianchi, ''La differenza cristiana'', Einaudi, 2006. ISBN 8806183591}}▼
▲===''Le vie della felicità''===
*[[Gesù]], la nostra beatitudine, ci in-segna un cammino di felicità, apre tutti i giorni davanti a noi le vie della felicità cui anela ogni essere umano.
*Il [[santo]] è l'uomo nuovo, quello che vive secondo il modello lasciato da Gesù Cristo; è l'uomo delle beatitudini; è l'uomo spogliatosi dal proprio egoismo, che vive per Dio e per gli altri; è l'uomo trasfigurato. È l'uomo veramente e pienamente umano.
*Le [[beatitudini]] radicano saldamente nel presente coloro che le ascoltano, aprendoli nel contempo ad un futuro di speranza, vengono cioè indirizzate a persone che sono in condizioni umane di prova, di difficoltà, di contraddizione vissuta: è in tale stato che essi scoprono di essere destinatari di un'azione di Dio, la quale è già oggi occasione di felicità.
{{NDR|Enzo Bianchi, ''Le vie della felicità Gesù e le beatitudini'', Einaudi, 2010}}▼
▲Premessa
▲''Ël pan ed sèira, l'è bon admàn''
▲::Difficile operazione ricordare, rileggere e raccontare il proprio [[passato]], il mondo di ieri nel quale abbiamo vissuto. Operazione in cui si corre non solo il rischio della nostalgia, quanto quello di rendere idilliaco ciò che in realtà non lo era affatto: rischio ancor più facile se il nostro passato si situa in un mondo un po' perduto, come quello della cultura contadina, e se i ricordi risalgono a un'età precedente quella della maturità. Eppure resto convinto della verità di un detto della mia terra: ''Ël pan ed sèira, l'è bon admàn'' "Il pane di ieri è buono domani"...
==Bibliografia==
==Note==
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