Pier Paolo Pasolini: differenze tra le versioni

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*I [[diritto|diritti]] civili sono in sostanza i diritti degli altri.<ref>Da ''[http://old.radicali.it/search_view.php?id=45525 Lo scandalo radicale]'', intervento preparato per il Congresso del Partito Radicale del novembre 1975, ma che non fu mai letto a causa dell'uccisione di Pasolini due giorni prima dell'evento.</ref> (p. 193)
*Sappi che negli insegnamenti che ti impartirò, non c'è il minimo dubbio, io ti sospingerò a tutte le sconsacrazioni possibili, alla mancanza di ogni rispetto per ogni sentimento istituito. Tuttavia il fondo del mio insegnamento consisterà nel convincerti a non temere la sacralità e i sentimenti, di cui il laicismo consumistico ha privato gli uomini trasformandoli in brutti e stupidi automi adoratori di feticci.<ref>Citato in ''[http://www.gliscritti.it/antologia/entry/1329 Tuttavia il fondo del mio insegnamento...]'', ''Gliscritti.it''.</ref> (p. 201)
*I vari casi di criminalità che riempiono apocalitticamente la [[cronaca]] dei giornali e la nostra coscienza abbastanza atterrita, non sono casi: sono, evidentemente, casi estremi di un modo di essere criminale diffuso e profondo: di massa.
*L'Italia – e non solo l'Italia del Palazzo e del potere – è un Paese ridicolo e sinistro: i suoi potenti sono delle maschere comiche, vagamente imbrattate di sangue: «contaminazioni» tra Molière e il Grand Guignol. Ma i cittadini italiani non sono da meno. Li ho visti, li ho visti in folla a Ferragosto. Erano l'immagine della frenesia più insolente. Ponevano un tale impegno nel divertirsi a tutti i costi, che parevano in uno stato di «raptus»: era difficile non considerarli spregevoli o comunque colpevolmente incoscienti.
*Ma cosa vuoi farci, preferisco la povertà dei [[Napoli|napoletani]] al benessere della repubblica italiana, preferisco l'ignoranza dei napoletani alle scuole della repubblica italiana, preferisco le scenette, sia pure un po' naturalistiche, cui si può ancora assistere nei bassi napoletani, alle scenette della televisione della repubblica italiana. Coi napoletani mi sento in estrema confidenza, perché siamo costretti a capirci a vicenda. Coi napoletani non ho ritegno fisico, perché essi, innocentemente, non ce l'hanno con me.<ref>Da ''Lettere luterane'', in ''Saggi sulla politica e sulla società'', Mondadori, Milano, 1999; citato in ''[http://web.archive.org/web/20140806075756/http://www.pasolini.net/saggistica_gennariello+scugnizzi.htm Gennariello e i miei "amici-scugnizzi"]''.</ref> (Da ''Gennariello'')