Furio Colombo: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Furio Colombo==
*Da sola, in pochi anni, in molti viaggi, con un entusiasmo instancabile, [[Fernanda Pivano]] ha creato un ponte fra la cultura americana e quella italiana forte abbastanza da resistere agli umori avversi della guerra nel Vietnam, alla tensione anti-americana della Guerra fredda, alla drastica polarizzazione destra-sinistra. Il suo capolavoro: orientare la cultura militante di sinistra verso "la sua" America, quella dei grandi, nuovi poeti[...] Nell'intrico di legami fra i due Occidenti (Europa e Stati Uniti) il caso è unico. L'influenza della Pivano nel rapporto fra le due culture ha funzionato all'inverso: non l'egemonia americana imposta dalla forza dei media. Ma la forza tenace di una scrittrice intelligente che sapeva scoprire e portare a casa il meglio di un altro mondo. E non si dava pace finché non metteva i due mondi alla pari, in uno stato di conoscenza e di riconoscimento reciproco. È una storia d'amore ricambiato, quella tra l'America dei poeti e degli scrittori e Fernanda Pivano. Una storia d'amore con due aspetti insoliti. La Pivano non ha mai idolatrato le sue prime scoperte (che cominciano con [[Ernest Hemingway|Hemingway]]), non li ha mai abbandonati, non è stata mai abbandonata. E non si è mai fermata. Ha continuato a cercare i più nuovi, i più giovani. <ref>Da ''Quando portò Ginsberg nei salotti di Milano'', ''la Repubblica'', 19 agosto, 2009.Citato; disponibile in ''[http://www.arte.it/file/approfondimenti_mostre/21/approfondimenti.txt arteArte.it]''</ref>
*{{NDR|Sul libro ''[[Adriano Olivetti#Adriano_Olivetti:_Un_secolo_troppo_presto|Adriano Olivetti: Un secolo troppo presto]]''}} Forse il più bel testo di politica contemporanea.<ref>Da ''[http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/27/lolivetti-dei-sogni-perduti/173477/ L'Olivetti dei sogni perduti]'', ''ilfattoquotidiano.it'', 27 novembre 2011.</ref>
*Sono in grado di dire e di sapere che non si è trattato di una guerra preventiva, di cui anche oggi parla la propaganda araba. Ho visto una rapida e mobile guerra di difesa, di un Pese conscio del suo rischio estremo e organizzato per sopravvivere. I primi carri armati giordani centrati dai colpi israeliani erano a due-trecento metri dalle mura di Gerusalemme.<ref>Da ''La mia Gerusalemme'', Geo, n. 29, maggio 2008.</ref>