Manuel Vázquez Montalbán: differenze tra le versioni

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*Tra tutte le malattie volontarie, nessuna lo infastidisce quanto la nostalgia. Da bambino gli spiaceva staccarsi dagli oggetti che gli avevano tenuto compagnia nelle tasche dei pantaloni, nei cassetti disordinati della scrivania, negli angoli segreti della sua camera-tana. Qualsiasi cosa, anche un vecchio tozzo di pane, aveva una storia e serbava un momento del passato. Deve aver cambiato atteggiamento a un certo punto della vita, e ricorda se stesso incuriosito davanti a un album di foto di famiglia ereditato dai genitori, in particolare dalla madre: quel pozzo di sapienze emozionali e di memorie che risalivano a tre generazioni prima e a un povero albero genealogico dai rami poderosi. Morti i genitori, Carvalho aveva dedicato una sera a interrogare i volti presenti nell'album di foto. Ma tu chi sei? Che cosa ci fai qui? Per quale motivo dovresti far parte dei miei ricordi? In un certo senso, sua madre gli aveva affidato il pesante fardello di conservare la memoria familiare, ma a Carvalho la responsabilità parve eccessiva e bruciò l'album nel caminetto di casa, lo bruciò insieme alla tristezza e al rimorso, altrimenti per tutta la vita l'anima gli avrebbe lacrimato davanti a ogni foto sconosciuta, a ogni tentativo fallito di domandare alla madre morta: Chi è questo qui? Che cosa ci fa tra questa gente? Che cosa lo lega a noialtri? E quando passeggiava nella sua autentica patria, il Distrito V, si rifiutava di compiacere le viscere della nostalgia soffermando gli occhi su persone o luoghi che sembravano chiamarlo.<ref>Da ''Da tetti e terrazzi'', in ''Storie di padri e figli'', traduzione di Hado Lyria, Feltrinelli, 2001.</ref>
*Tu continua il tuo viaggio e non tornare finché non crollerai per stanchezza o vecchiaia. Tornerai per constatare che qui tutti sono diventati meschini o pazzi o vecchi. Sono le uniche tre possibilità di sopravvivenza in un paese che non ha fatto in tempo la rivoluzione industriale. (da ''L'uomo della mia vita'')
*Uno [[scrittore]] come legge gli altri scrittori? È possibile pensare che lo faccia come un sarto esamina i vestiti indossati dagli altri, anche se nello scrittore permangono, come nel resto della gente, diversi soggetti e tra di essi il [[lettore]] strettamente ricettore che si concede all'operazione della lettura senza condizionarla a quella della scrittura.<ref>Da ''Lo scriba seduto'', traduzione di Hado Lyria, Frassinelli.</ref>
 
===Senza informazioni bibliografiche complete===