Ugo Ojetti: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
sistemo nuova sezione: I nani tra le colonne
→‎I nani tra le colonne: ordinamento per capitolo
Riga 26:
 
==''I nani tra le colonne''==
*Bell'uomo, alto, adusto e muscoloso, con quella timidezza di gesto che hanno i marinai troppo alti e troppo grossi in confronto all'angustia delle loro cuccette e cabine, conoscevo bene [[Romano Romanelli]] e la storia della sua passione per l'arte. [...], Romano aveva lasciato anni fa la sua carriera di marinaio per l'amore della scultura, e non più giovanissimo s'era messo a studiare e a modellare con un fervore di assiduità che poteva servire d'esempio ai tanti {{sic|genii}} svogliati e divini della «sensibilità» oggi di moda. (cap. IV, p. 216)
 
*C'è per poco a Bologna una bella piazza di più: una piazza con quattro [[Torri di Bologna|torri]]. Due le conosce tutto il mondo: la Garisenda e quella degli Asinelli. Le altre due, pare che fino a cinque o sei anni fa non le conoscesse più nessuno, nemmeno per sentito dire: la torre degli Artenisi e la torre dei Riccadonna. Sono venute fuori, rosse e rozze, dalle demolizioni del centro di Bologna tra via Mazzini e via Capreria, ma potenti e imponenti sebbene i loro venticinque metri d'altezza {{sic|sieno}} una statura da casa borghese in confronto ai quarantasette metri della Garisenda e ai novantotto della Asinelli regina del cielo. E si sposano così bene, nella stessa piazza, a quelle due, col colore e con le linee, e rivelano {{sic|súbito}} con {{sic|tanto}} pittoresca evidenza al passante più distratto, l'aspetto della fiera Bologna di sette od otto secoli fa, tutta torri, che si rimane estatici a guardarle, il cuore in sogno. (cap. III, p. 184)
 
*Bell'uomo, alto, adusto e muscoloso, con quella timidezza di gesto che hanno i marinai troppo alti e troppo grossi in confronto all'angustia delle loro cuccette e cabine, conoscevo bene [[Romano Romanelli]] e la storia della sua passione per l'arte. [...], Romano aveva lasciato anni fa la sua carriera di marinaio per l'amore della scultura, e non più giovanissimo s'era messo a studiare e a modellare con un fervore di assiduità che poteva servire d'esempio ai tanti {{sic|genii}} svogliati e divini della «sensibilità» oggi di moda. (cap. IV, p. 216)
 
*I modellatori di [[Medaglia|medaglie]], antichi e nuovi, si possono, alla fine, ridurre a due specie: quelli che appiattiscono e ricamano teste e invenzioni così da uguagliarne il rilevo al cordone del contorno, e la loro arte minuta e gentile tiene {{sic|ancóra}} della moneta; quelli che più arditi trattano la medaglia a gran chiaroscuro come un bassorilievo, né temono aggetti e spessori purché distribuiti e pesati con norma d'arte e severamente stretti dalla morsa della forma rotonda, come furono «i medaglioni di getto» del Pisanello e dei suoi imitatori veneti, lombardi e toscani del quattrocento. Già ai primi del cinquecento, col Cellini, col Leoni, col Pastorino, si tornava verso la finezza e la minuzia della moneta dove l'orafo ammansa spesso e stanca la foga dello scultore. ( cap. IV, p. 218)