Guido Zucchini (storico): differenze tra le versioni

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*{{NDR|Giovanni II Bentivoglio}} Non trascurò di amicarsi il popolo con prodigalità di feste e tornei e banchetti e corteggi splendidi, di migliorare notevolmente la città favorendo e procurando abbellimenti alle vie, alle case, ai templi, di chiamare alla sua piccola corte letterati e artisti e a mostrare come al pari degli altri signori anch'egli potesse aspirare al titolo di ''padre della patria''. (p. 80)
 
*L'orma lasciata dal Bentivoglio nel campo delle arti fu veramente grande: a lui si deve buona parte dell'assetto attuale delle vie e delle piazze principali {{NDR|di Bologna}} e al suo desiderio di offrire ai forestieri qui convenuti per illustri sposalizi e per splendidi tornei la vista di una città rinnovata e fiera della sua importanza. Le rocche del contado e le mura e le porte della città furono rinforzate secondo quanto voleva la nuova scienza bellica e i nuovi metodi ossidionali: la sua reggia fu terminata, e arricchita di una grande torre e di giardini, di {{sic|loggie}} e sale dipinte e ''ornate con soffitti d'auro'' (Gigli) e di vastissime scuderie: gli edifici del Comune e del Podestà per suo volere furono restaurati e rivestiti con nuove architetture: i privati a gara erigevano case e palazzi ''per modo che in curto tempo se renovò la magior parte della città e ogni omo se sforzava fabricare in piacere del signor messer Joane'' (Gaspare Nadi). Accorsero architetti e muratori dalla Lombardia e dal Veneto, scultori dalla Toscana, pittori e miniatori da Ferrara e da Modena; nuove e ricche decorazioni in cotto di vivissimo colore, eleganti candeliere ed ornati di macigno salirono ad ornare le facciate delle case, nuovi quadri ed affreschi arricchirono le chiese, e Bologna in breve fu «ardita, fantastica, formosa» (G. Carducci). (p. 81)
 
*{{NDR|[[Aristotele Fioravanti|Aristotile Fieravanti]]}} [...] architetto e ingegnere del Comune di Bologna, abilissimo nel regolare le acque e ideare nuove opere idrauliche, nel raddrizzare torri, nello spostare casamenti, buon ''facitore di machine'', come lo chiamò il Filarete<ref>Antonio di Pietro Averlino, o Averulino, detto il Filarete (1400 circa – 1469), scultore, architetto e teorico dell'architettura italiano.</ref>, e ''bene intendente di misure''. (pp. 82-83)