Guido Piovene: differenze tra le versioni

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→‎Viaggio in Italia: +è. Mi permetto, molto molto cautamente, voglia l'utente perdonarmelo, di rammentare che le citazioni prive di fonte sono nulle ed esse debbono, per questa ragione, essere immediatamente annullate. Prego molto cortesemente di tenerlo presente per eventuali prossimi inserimenti. Mi azzardo a sussurrare che, se si fa ricorso a fonti secondarie non del tutto affidabili, sarebbe meglio verificarle. Le omissioni non sono mie. Ho solo sostituito ... con [...] come da standard
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*A [[Napoli]], come a Parigi, è difficile udire, almeno in conversazione, quei giudizi assoluti, radicalmente negativi che si odono altrove; come a Parigi, la tendenza è piuttosto verso l'assoluzione, naturalmente con un sottinteso un po' scettico, e senza approfondire troppo; vi è sempre, nei giudizi, un umorismo e un garbo di capitale anche mondana. (2013, p. 443)
*A proposito dei comuni alpini, dirò di sfuggita che uno, [[Capracotta]], è il più alto dei comuni appenninici, e perciò l'inverno è chiuso dalle nevi e dai ghiacci. (1966, p. 444)
*[[Ascoli Piceno]] [...] è una tra le più belle piccole città d'Italia, e non ne vedo altra che le assomigli. [[André Gide|Gide]] la prediligeva [...] è bella come alcune città della [[Francia]] del sud, non tanto per questo o quel monumento in modo speciale, ma per il suo complesso, per la qualità antologica, per un incanto che viene da nulla e da tutto. Più di qualsiasi altra dev'essere difesa da stupidi sventramenti. Bisogna avervi passeggiato, a cominciare dalla piazza del Popolo, la piazza italiana che insieme con quella di San Marco a [[Venezia]] dà più un'impressione di sala, cinta da porticati, chiusa dalla stupenda abside di San Francesco; o costeggiando il Battistero del Duomo; o lungo le rive scoscese del Tronto; e per le strade strette, chiamate «rue», dove i palazzi non si contano; e che si allargano in piazzette [...] Ascoli è città di torri, antologica come si è detto, perché vi si succedono molti stili, il romanico, il gotico, il rinascimentale, il barocco. Ma il romanico resta il fondo costante, il colore; chiese dalle pareti di pietra, senza finestre; un travertino d'un grigio caldo, uniforme, senza intonaco [...] Quel marmo grigio è tutto ornato, lavorato, istoriato [...] qui, su ogni porta e finestra, vedi frutta, fogliami, cariatidi femminili, fiori, animali, stelle, o anche semplicemente proverbi e sentenze scolpite. (2013, p. 534)
*[[Benevento]] non è Napoli, e ci tiene a farlo sapere. Già la loro indole, mi fanno notare i beneventani, differisce molto da quella del resto della Campania. Più dura, più chiusa, più alpina. [...] I beneventani trasportano se mai nel Sud qualche caratteristica dei trentini. Lo stesso clima è freddo, poco campano; gli splendii panorami della provincia sono alpestri.<ref name=benevento>Citato in Gianandrea de Antonellis, ''Storia di Benevento'', Edizioni Realtà Sannita, maggio 1997.</ref>
*Conoscere [[Andrea Palladio|Palladio]], la Basilica, la Loggia del Capitanio e gli altri attraverso gli studi è una conoscenza imperfetta. Bisogna vederlo a [[Vicenza]].