Jules Renard: differenze tra le versioni

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*La sua anima metteva pancia. (16 giugno 1897; Vergani, p. 127)
*La paura della [[vita e morte|morte]] fa amare il lavoro che è tutta la [[vita e morte|vita]]. (10 luglio 1897; Vergani, p. 131)
*Se si potesse [[rilettura|rileggermi]] prima di leggermi, mi si amerebbe molto di più. (30 luglio 1897; Vergani, p. 132)
*Le mie battute faranno fortuna, io no. (30 luglio 1897; Vergani, p. 132)
*Dio, che comprende e perdona tutto, rifiuterà di aprirmi la porta del cielo se avrò fatto un errore in francese. (6 settembre 1897; Vergani, p. 132)
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*Verso il [[lettore]] non si è debitori che di una sola cosa: la chiarezza. Occorre che il lettore accetti l'originalità, l'ironia, la violenza, anche se gli dispiacciono. Non ha diritto di giudicare. Si potrebbe dire che la faccenda non lo riguarda. (4 maggio 1909; Vergani, p. 270)
*L'[[artista]] non conta che sull'imprevisto. (7 maggio 1909; Vergani, p. 270)
*Villaggio. Certi [[quartiere|quartieri]] sono infetti di odio, di orgoglio, di invidia, di cattiveria. Solamente la morte può risanarli. (8 maggio 1909; Vergani, p. 270)
*Nella mia vita non vedo che motivi per non scrivere un romanzo. (24 maggio 1909; Vergani, p. 271)
*Le «belle [[descrizione|descrizioni]]» mi hanno messo addosso il gusto delle descrizioni in tre righe. (24 maggio 1909; Vergani, p. 272)