Hans Ruesch: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Vari cani [[Beagle (razza canina)|beagles]], noti per la loro indole mite e affettuosa, vengono tormentati da una coppia di scienziati finché, impazziti dal dolore, cominciano ad aggredirsi a vicenda. I due scienziati volevano «studiare la delinquenza minorile».
*Da uomini con tanto di laurea, giorno per giorno milioni di animali indifesi —– soprattutto cani, gatti, conigli, cavie, topi, scimmie, maiali, ma anche cavalli, asini, capre, uccelli e perfino pesci – immobilizzati e imbavagliati e spesso con le corde vocali recise, vengono lentamente accecati con acidi, avvelenati a piccole dosi, sottoposti a soffocazione intermittente, infettati con morbi mortali, sventrati, eviscerati, segati, bolliti, arrostiti vivi, congelati per essere riportati in vita e ricongelati, lasciati morire di fame o di sete, molto spesso dopo che sono state resecate parzialmente o totalmente le glandole surrenali o l'ipofisi o il pancreas o dopo sezione del midollo spinale. In un solo cervello si conficcano fino a 150 elettrodi o vi si iniettano vari acidi o se ne asportano parti. Le ossa vengono spezzate una a una, i testicoli vengono schiacciati a martellate, si lega l'uretra, vengono recise le zampe, estirpati o trapiantati vari organi, si mettono a nudo i nervi, si procede allo smidollamento della spina dorsale mediante sonde di metallo, vengono cuciti gli sbocchi naturali "per vedere che cosa succede", poi vengono attentamente osservate le sofferenze, che possono durare settimane, mesi, anni, finché non sopraggiunge la morte liberatrice, che per la stragrande maggioranza di queste creature sarà l'unica anestesia che avranno mai conosciuto.
*C'è l'apparecchio "stereotassico" ''Horsley-Clarke'', ideato da Horsley e Clarke per immobilizzare i gatti durante l'incannulazione e l'inserimento di elettrodi nella cavità cranica, per i soliti esperimenti sul cervello, che non hanno mai portato al minimo risultato pratico tranne quello di procurare il premio Nobel al prof. [[Walter Rudolf Hess|Walter R. Hess]] dell'Università di Zurigo, nonché importanti sussidi a svariati suoi colleghi in tutto il mondo.
*Il termine "[[vivisezione]]" si applica a tutta la sperimentazione animale atta a causare sofferenze, dunque oltre a quella che comporta mutilazioni e interventi cruenti, anche a quella compiuta con sostanze deleterie, veleni, bruciature, scosse elettriche, privazioni varie, torture psicologiche squilibranti e così via. In tal senso il termine veniva già usato dai fisiologi del secolo scorso che iniziarono la pratica su larga scala [...].
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*Il [[Paolo Mantegazza|Mantegazza]] rimproverò a un suo collega, [[Moritz Schiff|Maurizio Schiff]], di non essere uomo capace di indagare seriamente sul dolore perché «troppo pietoso verso gli animali». Tutto è relativo. Schiff – un tedesco, che a Firenze si era fatto socio della neofondata Protezione degli Animali e aveva messo su un laboratorio finché lo sdegno popolare lo obbligò a trasferirsi a Ginevra – occupa un posto d'onore tra i vivisettori dell'epoca, sebbene la sua "sensibilità" lo portasse a recidere le corde vocali delle sue vittime per impedire che inscenassero, come diceva, «concerti notturni che potrebbero screditare gli studi fisiologici». Questi suoi "studi" consistevano ad esempio nel riempire di sabbia, ghiaia e pietre calcaree lo stomaco dei cani dopo averne cucito il piloro [...] e nel versare acqua bollente nello stomaco dei conigli, per vedere quanti giorni avrebbero impiegato a morire.
*Il dott. [[George Washington Crile|George W. Crile]], nel suo trattato ''Surgical Shock'' [...] riferiva esperimenti da lui compiuti su 148 cani, asseritamente per scoprire che cosa sia lo "shock chirurgico". Una sintesi di quel libro si presenta così: «Ho cosparso alcuni cani di pece e li ho incendiati. Ho sventrato altri e ho versato acqua bollente nelle cavità, ho tenuto le loro zampe sulla fiamma ossidrica, ho schiacciato gli organi più sensibili dei maschi (leggi: ho ridotto in polpa i loro testicoli), ho spezzato tutte le ossa degli arti. Ad alcuni ho cavato gli occhi e ho raschiato l'orbita vuota. A molti cani ho manipolato l'intestino, oppure ho versato etere nella trachea. A uno ho sparato con una rivoltella calibro 38, a un altro con una rivoltella calibro 32. A uno ho manipolato i reni e il fegato, poi gli ho inflitto una grave ferita a un rene, poi gli ho sparato con una rivoltella calibro 32». (E così per 155 pagine).<br />Dopo il libro del Crile, e fino ai giorni nostri, sono usciti innumerevoli altri lavori che, basandosi su torture di cani, gatti e rane, hanno tentato inutilmente di spiegare che cosa sia lo shock clinico dell'uomo.
*[[Ivan Pavlov]] [...] può simboleggiare il trasporto della grande fiamma vivisezionista dal secolo scorso al nostro. Lavorando nel suo laboratorio di Mosca, con una settantina di assistenti, Pavlov "scoprì" ciò che già sapevano gli antichi: che basta la menzione del cibo per produrre salivazione e secrezione di succhi gastrici. Le sue opere complete, riedite a Mosca nel 1955 in lingua inglese, rappresentano un vero e proprio monumento alla futilità vivisezionista. Pavlov era anche un appassionato di esperimenti sul cervello, il che è sempre sintomatico dello stato mentale dello sperimentatore. Di alcuni cani che aveva operato al cervello in due tempi, Pavlov descrisse le manifestazioni di dolore, il nervosismo, l'estrema sensibilità e lo stato convulsivo, marcato anche— con evidente stupore di tanto "scienziato" da attacchi dì ostilità verso il torturatore. In una relazione del luminare si legge: «La gravità delle convulsioni si accresce fino alla morte, che sopravviene due anni dopo l'operazione». Due anni... <!--(p. 34)-->
*Recentemente il prof. [[William C. Dement|William Dement]] (nome profetico?) dell'Università di Stanford, California, ha escogitato un sistema particolarmente ingegnoso per fare impazzire i gatti per mancanza di sonno. Il gatto, nel cui cervello è stato conficcato un elettrodo, viene messo su di un mattone che affiora in una vasca colma d'acqua. Il gatto sta tutto rattrappito, non può saltare. Allorché, vinto dal sonno, esso abbassa il capo, il naso entra nell'acqua e il gatto si risveglia di soprassalto. [...] Grazie al dott. Dement è apparsa sui settimanali americani la fotografia di un suo gattino con gli occhi tutti stralunati, dopo 70 giorni (giorni, non ore) d'immobilità sul mattone. L'elettrodo nel cervello ha informato il Dement che il gatto «ha ormai subito un profondo mutamento della personalità»: eufemismo per "pazzia", termine che non esiste nel linguaggio degli scienziati; solo in quello dei comuni mortali.<br />La più parte dei quali è probabilmente dell'avviso che scienziati come il Dement soffrono di un profondo mutamento della personalità. <!--(pp. 51-52)-->
*Così in tutti i campi gli animali incolpevoli devono servire da [[capro espiatorio|capri espiatori]] per i vizi dell'uomo. <!--(p. 52)-->
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*In effetti, nella natura i [[lupo|lupi]] contribuiscono a mantenere in salute le [[renna|renne]], inseguendone i branchi e obbligandoli a correre; ma riescono a impadronirsi solo dei capi vecchi, malati o feriti, eliminandoli. In cattività, anche con ampio spazio a disposizione, le renne impigriscono e si ammalano. [...] E pensare che i lupi erano andati a caccia di renne, senza decimarne i branchi, per migliaia d'anni, prima che l'uomo bianco arrivasse nel Nord con le sue armi da fuoco. Oggi, il lupo è tra gli animali in via di estinzione, come la renna. <!--(p. 68)-->
*Il [[gatto]] è un commensale dell'uomo, non uno schiavo. <!--(p. 69)-->
*È difficile conoscere a fondo gli animali senza prenderli in simpatia. Io non conosco un sol caso in cui l'amore per gli animali si sia tramutato in odio; invece molti in cui l'odio o l'indifferenza per gli animali —fondati appunto sull'ignoranza della loro vera natura —ha preso la direzione opposta. [...] Chissà perché soltanto i vivisettori sono esenti da questa naturale evoluzione che porta inevitabilmente all'amore degli animali attraverso una più intima conoscenza. <!--(p. 69)-->
*Fin da quando ero bambino mio padre mi aveva fatto notare come le [[formica|formiche]] portano via i cadaveri delle loro compagne. Mi diceva: «Vedi, non le abbandonano. Chissà che non le sotterrino con qualche rito?» Ho rivisto da allora varie volte lo spettacolo delle formiche che s'incamminano per chissà dove trasportando tra le mascelle una compagna morta. Ma è soltanto da poco che ho capito che la domanda di mio padre era forse più che una battuta: quando ho letto che le formiche compiono anche interventi chirurgici. [...] l'entomologo russo Marikovskij [...] ha potuto osservare due formiche che resecavano un'escrescenza dal corpo d'una "paziente". Inoltre ha osservato tre formiche che estraevano una minuscola scheggia dal fianco d'una compagna. Gli interventi furono eseguiti in uno spazio antistante il formicaio. Mentre i "chirurghi" operavano, le altre formiche della colonia facevano cerchio intorno alla paziente. Tutto ciò non solo dimostra un alto livello d'intelligenza, ma anche di altruismo, perché è lecito assumere che le formiche-chirurgo non abbiano in seguito presentato una salata parcella alla consorella operata. <!--(p. 72)-->
*Ci sono i [[ratto|ratti]] di città i quali, quando scoprono cibi avvelenati, sparsi espressamente dall'uomo, vi fanno sopra i loro bisogni, per avvertire i compagni meno sagaci. C'è l'esempio di molti animali selvaggi che si rifiutano d'accoppiarsi in cattività, come se non volessero mettere al mondo figli in tale triste condizione, e di quelli che, avendone messi al mondo, preferiscono lasciarli morire, rifiutandosi di allattarli o addirittura divorandoli alla nascita; sebbene allo stato libero questi stessi animali, ad esempio le [[tigre|tigri]], curino i propri figli con una tenerezza e un'abnegazione che molti esseri umani dovrebbero prendere ad esempio.<br />L'uomo potrebbe prendere ad esempio anche la saggezza e l'abnegazione di cui fanno mostra gli animali nell'allevare la [[prole]], senza mai cercare di dominarla, e poi se ne staccano gradualmente, osservandola a distanza, a sua insaputa, per renderla indipendente. Solo quando vedono uno dei loro piccoli in serie difficoltà, accorrono in suo aiuto. <!--(p. 73)-->