Spandakārikā: differenze tra le versioni

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==[[Incipit]]==
*Sia lode al [[Shiva|dio]] al cui aprirsi e chiudersi di ciglia l'[[universo]] sorge e si dissolve. (I.1)<ref name=Torella>Citato in [[Vasugupta]], ''Gli aforismi di Śiva, con il commento di [[Kṣemarāja]]'', a cura e traduzione di [[Raffaele Torella]], Mimesis, 1999.</ref>
 
===Citazioni===
*Ciò in cui non è né piacere né dolore né oggetto percepibile né soggetto percipiente, né beninteso insezienza, quello [[esistenza|esiste]] in senso assoluto. (I.5)<ref name=Torella/>
*Chi sta come immerso nello stupore, contemplando la vera natura propria come quella che a tutto presiede, come può ancora essere soggetto a questa dolorosa [[saṃsāra|trasmigrazione]]? (I.11)<ref name=Torella/>