Jorge Luis Borges: differenze tra le versioni

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*Su un muro vidi uno scaffale. Aprii un volume a caso; i caratteri erano chiari e indecifrabili, e tracciati a mano... Pensai che gli uomini del futuro erano non solo più alti, ma anche più abili. Istintivamente guardai le dita lunghe e sottili dell'uomo. Lui mi disse: "Ora ti mostrerò qualcosa che non hai mai visto". Mi tese con cura un esemplare dell'Utopia di [[Tommaso Moro|Moro]], stampato a Basilea nel 1518, a cui mancavano pagine e tavole. Lessi il titolo a voce alta. L'altro rise. "Nessuno può leggere duemila libri. Nei miei quattro secoli di vita non avrò superato la mezza dozzina. E poi l'importante non è leggere, ma rileggere. La stampa, ora abolita, è stata uno dei peggiori mali dell'uomo, perché tendeva a moltiplicare testi superflui fino alla vertigine".<ref>Da ''Il libro di sabbia'', a cura di Tommaso Scarano, traduzione di Ilide Carmignani, Biblioteca Adelphi, 2006, p. 76.</ref>
*Vedo me stesso essenzialmente come un lettore. Mi è accaduto di avventurarmi a scrivere, ma ritengo che quello che ho letto sia molto più importante di quello che ho scritto.<ref>Da ''Il credo di un poeta''; citato in ''Poesia'', anno XIV, maggio 2001, n. 150, Crocetti Editore.</ref>
 
{{Int|Recensione di ''Quarto potere''|Pubblicata su ''El Sur'', agosto 1941<ref>Citato in Edgardo Cozarinsky (a cura di), ''Borges al cinema'', prefazione di Adolfo Bioy Casares, Il Formichiere, Milano 1979, pp. 58-59.</ref>)}
*Oso sospettare che ''[[Quarto potere|Citizen Kane]]'' perdurerà come "perdurano" certi film di [[Griffith]] o di [[Pudovkin]], il cui valore storico nessuno nega, ma che nessuno si rassegna a rivedere. Soffre di gigantismo, pedanteria, tedio. Non è intelligente, è geniale: nel senso più notturno e tedesco di questa mala parola.
 
*{{NDR|''Quarto potere'' è la}} ricerca dell'anima segreta di un uomo, attraverso le opere che ha costruito, le parole che ha pronunciato, i molti destini che ha spezzato. Il procedimento è quello di [[Joseph Conrad]] in ''Chance'' (1914) e del bel film ''The Power and the Glory'': la rapsodia di scene eterogenee, senza ordine cronologico. [...] In uno dei racconti di [[Chesterton]] – ''The Head of Caesar'', credo – l’eroe osserva che nulla è più terrificante di un labirinto senza centro. Questo film è esattamente quel labirinto.
 
*Oppressivamente, infinitamente, Orson Welles esibisce frammenti della vita dell'uomo Charles Foster Kane e ci invita a combinarli e a ricostruirlo. Le forme della molteplicità, della sconnessione, abbondano nel film: le prime scene registrano tesori accumulati da Forster Kane; in una delle ultime, una povera donna lussuosa e dolente gioca sul pavimento di un palazzo che è anche un museo, con un enorme rompicapo. Alla fine comprendiamo che i frammenti non sono retti da segreta unità: l'aborrito Charles Forster Kane è un simulacro, un caos di apparenze.
 
{{Int|Dall'intervista di Andrea Barbato|citato in [http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0146_01_1972_0265_0003_5468799/ ''Lo scrittore cieco che rifiuta Perón''], ''La Stampa'', 30 novembre 1972}}