Alessandro Baricco: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Codas (discussione | contributi)
Codas (discussione | contributi)
Riga 439:
*C'era questo mio figlio piccolo, un omino di tre anni, che si era inerpicato su una sedia per guardare da vicino il [[giornale]] che avevo lasciato aperto sul tavolo. Non intendeva leggerlo, non era cosi intelligente. L'aveva attirato la foto di un calciatore, ed era salito sulla sedia per guardarsela bene. Io lo controllavo dalla stanza vicina, giusto per vedere che non cadesse giú. Ma invece di cadere iniziò a sfiorare la foto con un dito, proprio come faceva il vecchio [[Steve Jobs|Jobs]], quel giorno, davanti a tutta quella gente. Lo fece una, due, tre volte. Lo vidi constatare, seccato, che non succedeva niente. Senza grandi illusioni provò a zoomare, proprio in quel modo là, pollice e indice ad allontanarsi, dolcemente. Niente. Allora rimase per un attimo interdetto a fissare quella fissità e io sapevo che stava misurando la disfatta di un'intera civiltà, la mia. Capii in quel momento che da grande non avrebbe letto giornali cartacei e a scuola si sarebbe rotto i coglioni a palla. (p. 130)
*Alla lunga quello che è accaduto e che abbiamo finito per aspettarci dalla vita quello che vedevamo funzionare nella prassi dei nostri piccoli gesti quotidiani: se per telefonare non avevo che da sfiorare uno schermo con le dita scegliendo velocemente fra un numero ristretto di opzioni dove è un caos di possibilità era riportato a un ordine sintetico e perfino divertente, perché mai a scuola non funzionava così? E perché avrei dovuto viaggiare in qualche altro modo? O mangiare? E perché capire la politica doveva essere invece più complesso? O leggere un giornale. Ho scoprire la verità. O, al limite, trovare qualcuno da amare?<br>Così, a poco a poco, abbiamo iniziato a pensare alla rovescia un po’ tutti, e ad adottare, come utile, la regola che qualsiasi partita si poteva giocare a patto di poter disporre i pezzi su quella scacchiera illuminata che la superficie del mondo: finché rimanevano nascosti in profondità, controllati a vista da caste sacerdotali, tutto era immensamente più incasinato: e infondo ingiusto, falso e pericoloso. Così, in una spettacolare impresa collettiva, ci siamo messi a dissotterrare il cuore del mondo e a posarlo in superficie: l’habitat in cui ci siamo scoperti adatti a vivere. (pp. 154-155)
*Per un lungo istante, che forse non è ancora finito, la distinzione tra profeti e coglioni è diventata visibile solo a occhi molto freddi e allenati. Ce n'era abbastanza per sconcertare i più lenti e per mettere in allarme i più svegli. (p. 158)
 
==''Tre volte all'alba''==