Giovanni Papini: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m +wikilink
m +wikilink
Riga 73:
*L'[[uomo]] può esser più bestiale delle bestie, più porcino dei [[maiale|porci]], più tigresco delle tigri, più velenoso dei serpenti, più flaccido dei vermi, più appestante di una carogna, ma è pur capace di spaziare con la mente fino agli ultimi confini del mondo, di misurare le stelle più remote, di scoprire i principi che reggono la natura, di assoggettare le forze della materia, di giudicare con la stessa morale gli stessi dei, di creare il Partenone e la cattedrale di Chartres, la Cappella Sistina e la Quinta Sinfonia, l<nowiki>'</nowiki>''Odissea'' e la ''Divina Commedia'', l<nowiki>'</nowiki>''Amleto'' e il ''Faust''. (p. 100)
*L'esistenza dell'uomo è una delle più sicure prove dell'esistenza di Dio. (p. 101)
*''Umano progresso''<br>In principio erano i mezzomini, cioè mezze bestie che però, con l'andar del tempo, diventarono, almeno in parte, grandi uomini, cioè eroi.<br>Nei tempi moderni sono spariti via via i [[gentiluomo|gentiluomini]], i [[galantuomo|galantuomini,]] e finalmente son quasi scomparsi perfino gli uomini.<br>Ora son rimasti sulla scena i sottomini che stanno fantasticando intorno ai superuomini. (p. 101)
*Ogni uomo, anche celebre, anche famoso, anche glorificato in vita, è uno sconosciuto e rimane per sempre sconosciuto a tutti, a quelli che lo procrearono, a quelli che lo amarono, a quelli che lo odiarono, a quelli che lo ammiravano e perfino – ed è la più grave sentenza del destino – rimane quasi ignoto anche a se stesso. (p. 102)
*Nella chiesa orientale alcuni teologi moderni, tra i quali Berdiaef, hanno proclamato che la figura dell'uomo è coeva di quella di Dio, in quanto la Seconda Persona, cioè Cristo, ha sempre avuto in sé l'immagine umana, ed è anzi l'uomo perfetto ''ab aeterno''. Ma questo non vuol dire che il genere umano al quale apparteniamo non abbia avuto principio e non sia il frutto di un atto creativo.<br>Non voglio finire senza riferire la curiosa dichiarazione di un mio vecchio amico scultore, eccellente scultore ed eccellente amico. Tutte le volte che egli discorre con me o con altri, sulla vita e sulla morte, conclude sempre con queste apocalittiche parole: io non morirò mai per la semplice ragione che non sono mai nato. (pagg. 104-105)