Manuel Vázquez Montalbán: differenze tra le versioni

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*"Lei è di quelli che credono che noi ricchi non abbiamo sentimenti."<br />"Li avete. Ma meno drammatici. Le vostre sofferenze vi costano meno o le pagate meno" <ref>Da ''I mari del Sud'', traduzione di Hado Lyria, Feltrinelli, 2016.</ref>
*Non mi piacciono le immoralità di gruppo. Le [[orgia|orge]] vanno bene solo nei film di [[Federico Fellini|Fellini]]. Il rapporto tra cucina e sesso esige che non si superi il numero di tre. Quattro equivale a propiziare due coppie. E cinque è già una massa.<ref>Dall'intervista di [[Elisabetta Pintor]], [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1992/ottobre/04/peccati_gola_Montalban_viva_immoralita_co_0_9210043380.shtml ''Peccati di gola. Montalban: "Viva l'immoralità, purché di coppia"''], ''Corriere della Sera'', 4 ottobre 1992.</ref>
*Non si sa di nessuno che sia riuscito a sedurre con ciò che aveva offerto da [[mangiare]], ma esiste invece una vasta e complessa casistica di coloro che hanno sedotto spiegando ciò che si stava per mangiare.<ref>Da ''Ricette immorali'', traduzione di Hado Lyria, Feltrinelli, 2002.</ref>
*Nuotava a bracciate cieche contro il mare irritato, rideva quasi gemendo quando picchiava con i pugni chiusi la faccia bavosa delle onde più alte. Si beffavano della sua forza, lo staccavano dalla mobile consistenza del fondo di sabbia e conchiglie bianche, lo sollevavano con finta dolcezza e lo spingevano verso il largo o lo spostavano in diagonale, come se lo volessero trascinare verso i gorghi fatali. Cercò una zona di mare più calmo, per riprendere fiato e e toccare fondo con piede sicuro. Ma nell'alzare gli occhi, constatò che il cielo blu aveva perso la battaglia contro le nubi e contro il mondo intero, e che anche lui si trovava sotto un esasperante tendone grigio. E inoltre, il tuono risuonò come un avvertimento giunto dall'ovest trasformandosi quasi senza indugio in un a pioggia calda, inizialmente mite, poi furiosa, come fili di pietra intenti a inchiodarlo, introiettarlo nella sua battaglia persa contro gli elementi. Rimanere li con l'acqua al petto, con il diluvio sulla testa, con le acque del cielo mescolate con le lacrime che gli uscivano a fiotti dagli occhi, con i singhiozzi sempre più incontrollabili. Attraverso le cortine d'acqua e di lacrime, il mare era un opzione: o procedere verso le profondità definitive e affondare per sempre la pietra scura che gli occupava il cervello, o tornare in spiaggia per recuperare la penombra di una fuga frustrata. Tuttavia, il tiepido mare in cui era immerso lo avvolgeva con un calore protettivo, come una coperta, il corpo di una donna o la sensazione di chiudersi in una casa una sera d'autunno, con la pioggia fuori dalla finestra.. In qualche luogo dove abitano i ricordi, cominciò a crescere il viso della donna fino ad occupargli tutta la testa per riversarsi poi fuori e diventare un orizzonte totale di lineamenti diluiti dalle acque.<ref>Da ''La rosa di Alessandria'', traduzione di Hado Lyria, Feltrinelli.</ref>
*Poteva succedere tutto, persino niente.<ref>Da ''Gli uccelli di Bangkok'', p. 262.</ref>