Amélie Nothomb: differenze tra le versioni

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==''Metafisica dei tubi''==
*— Il vostro neonato è un ortaggio. È davvero preoccupante.<br>I genitori tirarono un sospiro di sollievo nell'udire quella che considerarono una buona notizia: un ortaggio era comunque vivo.
*Lo [[sguardo]] è una scelta. Chi guarda decide di soffermarsi su una determinata cosa e di escludere dunque all'attenzione il resto del proprio campo visivo. In questo senso lo sguardo, che è l'essenza della vita, è prima di tutto un rifiuto.<br>Vivere vuol dire rifiutare. Chi accetta ogni cosa non è più vivo dell'orifizio di un lavandino. Per vivere bisogna essere capaci di non mettere più sullo stesso piano, al di sopra di se stessi, la mamma e il [[soffitto]]. Bisogna rinunciare a uno dei due e decidere di interessarsi o alla mamma o al soffitto. L'unica scelta sbagliata è quella di non fare una scelta.<br>Dio non aveva rifiutato niente perché non aveva scelto niente. Per questo non vivere.<br>Al momento della nascita i neonati strillano. Questo grido di dolore è già una rivolta, e questa rivolta è già un rifiuto. Per questo motivo la vita ha inizio il giorno della nascita e non prima, nonostante ciò che sostengono alcuni.<br>Durante il parto il tubo non aveva emesso il minimo decibel.<br>Eppure i medici avevano accertato che non era né sordo, né muto, né cieco. Era semplicemente un lavandino senza tappo. Se avesse potuto parlare, avrebbe ripetuto continuamente un'unica parola: "sì".
*La gente venera la regolarità, ne fa un culto. Ama credere che l'[[evoluzione]] sia il risultato di un processo normale e naturale; la specie umana sarebbe dunque governata da una sorta di fatalità biologica interna che l'ha indotta a smettere di camminare a quattro zampe più o meno all'età, o a muovere i primi passi dopo alcuni millenni.<br>Nessuno vuole credere all'[[caso|imprevisto]]. Espressione sia di una fatalità esterna, — di per sé già un incomodo — sia del caso, — che è anche peggio — l'imprevisto è bandito dall'immaginario umano. Se qualcuno osasse dire: "È accaduto per caso che all'età di circa un anno io abbia fatto i miei primi passi" oppure: "È stato per puro caso che un bel giorno l'uomo abbia giocato a fare il bipede", sarebbe immediatamente preso per pazzo.<br>La teoria della casualità è inaccettabile perché lascia supporre che le cose sarebbero potute andare diversamente.
*Da troppo tempo esiste un'immensa setta di imbecilli che oppongono [[sensualità]] e [[intelligenza]]. È un circolo vizioso: si privano della voluttà per esaltare le proprie capacità intellettuali, ottenendo come unico risultato quello di esserne impoveriti. Diventano sempre più stupidi, il che li conferma nella convinzione di essere brillanti — e sì, perché non c'è niente di meglio della [[stupidità]] per credersi intelligenti.<br>Il diletto rende umili e colmi di ammirazione nei confronti di ciò che l'ha reso possibile; il piacere sveglia lo spirito spingendolo alla virtuosità e alla profondità. È una magia talmente potente che, in mancanza di voluttà vera e propria, la sola idea è già sufficiente. Dal momento che esiste questa nozione, l'essere può ritenersi salvo. E la trionfante frigidità, invece, è condannata alla celebrazione del suo proprio niente.<br>Nei salotti si incontrano persone che si vantano, a voce alta e convinta, di essersi private per venticinque anni di questa o quella delizia. Si incontrano anche grandissimi idioti che si gloriano di non ascoltare mai musica, di non aprire mai un libro o di non andare mai al cinema. Ci sono anche quelli che sperano di suscitare ammirazione per la loro assoluta [[castità]]. Dopotutto è giusto che se ne vantino: non avranno altre soddisfazioni nella vita.
*La morte era il [[soffitto]]. Quando si conosce il soffitto meglio di se stessi, questo si chiama morte. Il soffitto è ciò che impedisce agli occhi di salire e al pensiero di elevarsi. Chi dice soffitto dice tomba: il soffitto è il coperchio del cervello. Quando arriva la morte, un coperchio gigante si posa sulla vostra pentola cranica.
*Chiesi a Nishio-san chi fosse [[Gesù]]. Mi disse di non saperlo esattamente.<br>— So che è un dio, — azzardò — Aveva i capelli lunghi.<br>— Tu credi in lui?<br>— No.<br>— E in me, ci credi?<br>— Sì.<br>— Anch'io ho i capelli lunghi.<br>— Sì. E poi a te, ti conosco.
*Senza dubbio gli abitanti del paese del crocifisso {{NDR|[[Gesù Cristo]]}} avevano gli stessi principi dei [[Giappone|Giapponesi]]: salvare la vita di qualcuno significava ridurlo in schiavitù per un debito di riconoscenza troppo grande. Era meglio lasciarlo morire anziché privarlo della sua libertà.