Michel Chion: differenze tra le versioni

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*Con l'espressione valore aggiunto designamo il valore espressivo e informativo di cui un suono arricchisce un'immagine data, sino a far credere, nell'impressione immediata che se ne ha o nel ricordo che se ne conserva, che quell'informazione o quell'espressione derivino «naturalmente» da ciò che si vede, e siano già contenute nella semplice immagine. (cap 1 - ''Proiezioni del suono sull'immagine'', p. 15)
 
*[...] ''tre'' differenti disposizioni di ascolto, finalizzate a oggetti differenti: l'ascolo causale, l'ascolto semantico e l'ascolto ridotto.<br>L'ascolto più diffuso è il primo, l'ascolto causale, heche consiste nel servirsi del suono per informarsi, quanto più possibile, sulla sua causa. Sia che tale causa ia visibile e che il suono possa aggiugnere a essa un'informazione supplementare [...]. Sia, ''a fortiori'', che la causa sia invisibile e che il suono costituisca la nostra principale fonte di informazione su essa. La causa può essere invisibile, ma indentificata tramite un sapere o un calcolo logico.<br>L'ascolto causale può avvenire a livelli differenti.<br>Primo caso: riconosciamo la causa precisa e individuale: la voce di una determinata persona, il suono di un oggetto unico.<br>Secondo caso: non riconosciamo un esemplare, un individuo o un elemento unico e particolare, ma una categoria causale umana, meccanica o animale: voce di un uomo adulto, motore di uno scooter, canto di un'allodola.<br>Più in generale, in casi ancora più ambigui - e ben più numerosi di quanto si creda - ciò che noi riconosciamo è soltanto una ''natura di causa'', la natura stessa dell'agente: «dev'essere qualcosa di meccanico» (identificato da un ritmo, da una regolarità detta appunto meccanica) [...]. (cap. 3 - ''I tre ascolti'', pp. 37-39)
 
*Chiamiamo ascolto semantico quelloc he fa riferimento a un codice o a un linguaggio per interpretare un messaggio: il linguaggio parlato, naturalmente, ma anche i codici come il Morse.<br>[...] Sentiamo al tempo stesso ciò che qualcuno ci dice e il modo in cui lo dice. L'ascolto causale di una voce, del resto, sta al suo ascolto linguistico un po' come l'esame grafologico di un testo sta alla sua lettura. (cap. 3 - ''I tre ascolti'', p. 40)