Michel Chion: differenze tra le versioni

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*Resta il fatto che, nel dramma del [[tennis]], ogni momento significativo è punteggiato da un suono particolare, e ogni palleggio è un dramma acustico che si organizza intorno a un passo falso sonoro: l'assenza del «plonk» che indica la palla colpita e rinviata - sia che un giocatore l'abbia mandata in rete, sia che l'altro abbia fallito la risposta. Ma questo vuoto sonoro, questa pausa, questo ''punto di sincronizzazione evitato'' nella partitura alternata dei giocatori si vede immediatamente riempito, come un recipiente, dal fiotto di un rumore: quello - dalle infinite sfumature, dalle inesauribili peripezie e dall'imprevedibile decremento - emesso dal [[pubblico]]: applausi, «oohh...» di delusione, fischi. È reagendo all'assenza di un suono che il pubblico interpreta nell'insieme la propria parte sonora e ritmica. (cap. 8 - ''Televisione, clip, video'', p. 188)
 
*Perché dire «un [[suono]]», quando si può dire «un crepitio», «uno sgocciolio» o «un tremolio»? Utilizzare questi termini più rigorosi e specifici consente di confrontare le eprcezioni le une con le altre, e di progredire nella loro definizione e nella loro collocazione. Il solo fatto di dover cercare nella lingua ciò cdi cui già si dispone crea un atteggiamento mentale che spinge a interessarsi più da vicino ai suoni. (cap. 10 - ''Introduzione a un'analisi audiovisiva'', p. 218)
 
==Bibliografia==