Edgar Allan Poe: differenze tra le versioni

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*Dalle mani delle talpe di una volta l'investigazione scientifica è finalmente passata in quelle dei veri, dei soli veri pensatori, degli uomini di ardente immaginazione.<ref>Da ''Mellonta tauta'', traduzione di Elio Vittorini; in 2018.</ref>
*Disse il Corvo: "Mai più".<ref>Da ''Il Corvo'', in ''Il Corvo e altre poesie'', traduzione di Raul Montanari, Feltrinelli, 2009, [http://books.google.it/books?id=ISw0s9rS0iEC&pg=PA69 p. 69].</ref>
*Essere [[sepoltura|sepolti]] vivi è senza dubbio, il più terribile tra gli orrori estremi che siano mai toccati in sorte ai semplici mortali. Che sia avvenuto spesso, spessissimo, nessun essere pensante vorrà negarlo. I limiti che dividono la [[vita e morte|Vita dalla Morte]] sono, nella migliore delle ipotesi, vaghi e confusi. Chi può dire dove finisca l'una e cominci l'altra? (da ''La sepoltura prematura'')
*[...] è veramente da porre in dubbio che l'intelligenza umana possa creare un enigma di questa specie {{NDR|[[crittografia|testo cifrato]]}} che poi l'ingegno umano con l'applicazione necessaria non riesca a spiegare.<ref>Da ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/p/poe/lo_scarabeo_d_oro/pdf/poe_lo_scarabeo_d_oro.pdf Lo scarabeo d'oro]'', traduzione di Delfino Cinelli, in Edgar Allan Poe, ''Lo scarabeo d'oro e altri racconti'', Mondadori, Milano, 1984.</ref>
*[...] non provo orrore del [[pericolo]] che per la sua conseguenza sicura: il terrore.<ref>Da ''La rovina della casa degli Usher'', traduzione di Elio Vittorini; in 2018.</ref>
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Per esempio, è con la più intensa delle «sofferenze piacevoli» che fremiamo al racconto del Passaggio della Beresina, del Terremoto di Lisbona, della Peste di Londra, del Massacro di San Bartolomeo o del soffocamento dei centoventitré prigionieri nel Black Hole a Calcutta.<br>
{{NDR|E.A. Poe, ''La sepoltura prematura'', traduzione di Isabella Donfrancesco in "Tutti i racconti del mistero, dell'incubo e del terrore", Newton Compton, 2010}}
 
====Renato Ferrari====
Vi sono certi temi eccezionalmente interessanti ma che nel complesso sono troppo orribili da servire agli scopi di una novellistica convenzionale. Da questi il semplice narratore deve rifuggire, se non vuole offendere o disgustare. Essi vengono trattati appropriatamente solo quando sono santificati e sorretti dalla severità e dalla maestà del vero. Noi vibriamo, per esempio, della più intensa e «piacevole pena», alle descrizioni del Passaggio della Beresina, del Terremoto di Lisbona, della Peste di Londra, del Massacro di San Bartolomeo, oppure della morte per soffocamento dei centoventitré prigionieri nel ''Black Hole'' di Calcutta.<br>