Giampaolo Pansa: differenze tra le versioni

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*Come si muove un gendarme? Quando s'imbatte in qualcuno che infrange la legge, lo acchiappa e lo schiaffa in guardina. Perché non osi più disobbedire alla norma. Si comportano così anche i Gendarmi della Memoria. Loro si sentono gli unici custodi del solo racconto autorizzato e legittimo del conflitto interno che insanguinò l'Italia fra l'autunno del 1943 e l'aprile 1945. Per poi sfociare in una dura resa dei conti sui fascisti sconfitti. E tutto ciò che contraddice il racconto da loro difeso deve essere smentito. O, meglio, ancora, taciuto, ignorato, cancellato. (p. VII)
*È indubbio che senza il PCI non ci sarebbe stata nessuna guerra partigiana. E la Resistenza si sarebbe rivelata un'impresa modesta. Ma con il PCI la [[guerra di liberazione]] è diventata anche una guerra rivoluzionaria, per la conquista del potere in Italia. E questo progetto eversivo ha autorizzato un succedersi di errori, di menzogne, di intrighi, di soprusi, di delitti e di misteri: tutta robaccia occultata da una storiografia succube degli interessi di quel partito. (p. IX)
* L'Italia di questi tempi non è più un Paese normale. Nei paesi normali, violenze come quelle commesse contro la libreria di Bassano [Lele serrature dei tre ingressi erano state sabotate e bloccate] non accadono. E se capitano, di solito vengono sanzionate in modo severo. Come merita chi si arroga il diritto di fare di tutto, in nome di una perversione totalitaria che l'autorizza a essere prepotente con chi la pensa in modo diverso. Ma da noi la regola numero uno, quella che recita: chi offende va punito, non si applica quasi più. (pp. 54-55)
* In molte bande partigiane rosse emerse il proposito di sopprimere esponenti dei partiti del fronte resistenziale. Per un motivo che si presta a pochi dubbi: chi non era comunista, ma era attivo in partiti come la DC, per esempio, poteva diventare un nuovo avversario. E questo nuovo nemico si sarebbe di certo opposto alla strategia rivoluzionaria del PCI e al suo disegno di conquistare il potere nell'Italia appena liberata. Si trattava, dunque, di delitti politici mirati. Diretti a terrorizzare gli avversari interni all'alleanza antifascista e ad annientarne la capacità di resistere ai progetti dei comunisti. (pp. 200-201)
* {{NDR|Secondo la sinistra}} Il [[revisionismo]] è pericoloso quanto il cianuro. Ma se è la sinistra a praticarlo, diventa un'aspirina che bisogna ingoiare perché ci regalerà soltanto la buona salute. Questo è il revisionismo fasullo dei soliti noti. Di sicuro non ha vinto. E non credo che vincerà mai. (p. 328)
* Un amico mi ha domandato: "«Hai dei rimpianti?"». Ho risposto: "«Assolutamente no. Anche perché ho scoperto un'umanità che non conoscevo.<ref>Si riferisce al fatto che il suo pubblico è cambiato: più lettori di centrodestra e sempre meno a sinistra.</ref>. In più ho capito qual è la malattia che mina la Quercia"». Il male, per me non più oscuro, è la paura di dover riflettere su se stessi e di rileggere la propria storia politica. E, di conseguenza, il rifiuto di discutere con chi ti obbliga a scoprire le carte e a smettere un gioco reticente e pavido. (p. 342)
* Istria, Dalmazia, Fiume, Pola, Zara, l'esodo dei 300.000{{formatnum:300000}} che non volevano vivere sotto Tito, il loro arrivo in Italia tra gli insulti e gli sputi degli attivisti organizzati dal PCI...PCI… Di queste tragedie è inutile parlare ai Gendarmi''gendarmi della Memoriamemoria''. Loro danno il via libera soltanto ai ricordi che gli fanno comodo. Invece, la memoria che li mette in difficoltà preferiscono tenerla sotto chiave nella guardina del silenzio, zittirla, fingere che non esista. (p. 365)
 
=== ''Carte false''===