Alessandro Baricco: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Su [[Wikipedia]]}} L'enciclopedia on line che ha ufficializzato il primato della velocità sull'esattezza.<ref>Da [http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/09/21/news/il_mondo_senza_nome_dei_nuovi_barbari-7270756/index.html?ref=search ''Il mondo senza nome dei nuovi barbari''], ''Repubblica.it'', 21 settembre 2010.</ref>
*[[Rugby]], gioco da psiche cubista – deliberatamente si scelsero un pallone ovale, cioè imprevedibile (rimbalza sull'erba come una frase di Joyce sulla sintassi) per immettere il caos nell'altrimenti geometrico scontro di due bande affamate di terreno – gioco elementare perché è primordiale lotta per portare avanti i confini, lo steccato, l' orlo della tua ambizione – guerra, dunque, in qualche modo, come qualsiasi sport, ma lì quasi letterale, con lo scontro fisico cercato, desiderato, programmato – guerra paradossale perché legata a una regola astuta che vuole le squadre avanzare sotto la clausola di far volare il pallone solo all'indietro, movimento e contromovimento, avanti e indietro, solo certi pesci, e nella fantasia, si muovono così. Una partita a scacchi giocata in velocità, dicono. Nata più di un secolo fa dalla follia estemporanea di un giocatore di calcio: prese la palla in mano, esasperato da quel titic titoc di piedi, e si fece tutto il campo correndo come un ossesso. Quando arrivò dall'altra parte del campo, posò la palla a terra: e intorno fu un'apoteosi, pubblico e colleghi, tutti a gridare, come colti da improvvisa illuminazione. Avevano inventato il rugby. Qualsiasi partita di rugby è una partita di calcio che va fuori di testa. Con ordinata, e feroce, follia.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/03/23/la-grande-sfida-del-pallone-ovale-murrayfield.html La grande sfida del pallone ovale ]'', ''la Repubblica'', 23 marzo 1998.</ref>
*Stiamo generando una civiltà piacevole ma che non sembra in grado di reggere l'onda d'urto del reale. E una civiltà festiva, ma il mondo e la storia non lo sono: smantellare la nostra capacità di pazienza, fatica, lentezza non finirà per produrre generazioni incapaci di resistere ai rovesci della sorte o anche solo alla
 
violenza inevitabile di qualsiasi sorte? A furia di allenare skill leggere — si inizia a pensare - stiamo perdendo la forza muscolare necessaria al corpo a corpo col reale: da qui una certa tendenza a sfumarlo, il reale, a evitarlo, a sostituirlo con rappresentazioni leggere che ne adattano i contenuti rendendoli compatibili con i nostri device e con il tipo di intelligenza che si è sviluppata nelle loro logiche. Siamo sicuri che non sia una tattica suicida?<ref>Alessandro Baricco, ''The game'', Einaudi ISBN 978-88-06-23555-0 p.17</ref>
{{Int|Da ''Essere Roger Federer''|Pubblicato inizialmente su ''Robinson'', n. 32, 9 luglio 2017; consultabile su ''[https://thecatcher.it/roger-federer-wimbledon-43ed860cf77d TheCatcher.it]''.}}
*Ci sono molti modi per scoprire cos'è la solitudine, ma solo due prevedono che lo si faccia in compagnia di un'altra persona e costretti in pochi metri quadri: il [[matrimonio]] e il [[tennis]]. Entrambi godono, giustamente, di una vasta platea di appassionati.