Guy de Maupassant: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Guy de Maupassant==
*Bisognerebbe [[Amore|amare]], amare follemente, senza vedere ciò che si ama. Perché vedere è comprendere, e comprendere è disprezzare.<ref>Da ''Un caso di divorzio''; in ''Tutti i racconti neri, fantastici e crudeli'', a cura di Lucio Chiavarelli, Newton Compton editori, 1994</ref>
*I grandi [[Artista|artisti]] sono quelli che impongono all'[[umanità]] la loro particolare [[illusione]].<ref>Da ''Pietro e Giovanni'', Prefazione</ref>
*{{NDR|[[Segesta]]}} Il tempio di Segesta sembra essere stato posto ai piedi della montagna da un uomo geniale che aveva avuto la rivelazione del punto unico in cui lo doveva erigere. Anima da solo l'immensità del paesaggio che vivifica ed abbellisce divinamente.<ref>Citato in ''[http://palermo.repubblica.it/dettaglio/quando-segesta-affascino-alberto-moravia/1401211/2 Quando Segesta affascinò Alberto Moravia]'', ''Repubblica.it'', 6 dicembre 2007.</ref>
*Infatti nella [[vita]] tutto consiste nel poter digerire bene. Così l'artista trova l'ispirazione, i giovanotti la voglia d'amare, i pensatori le idee luminose e tutti quanti la gioia di stare al mondo.<ref>Da ''Suicidi''; in ''Tutti i racconti neri, fantastici e crudeli'', a cura di Lucio Chiavarelli, Newton Compton editori, 1994</ref>
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==''Viaggio in Sicilia''==
*Nel [[Sicilia|siciliano]] [invece], si trova già molto dell'[[Arabia|arabo]]. Egli possiede la gravità di movimento, benché tenga dall'italiano una grande vivacità di mente. Il suo orgoglio natìo, il suo amore per i titoli, la natura della sua fierezza e persino i tratti del viso lo avvicinano anzi più allo spagnolo che all'[[Italia|italiano]]. Tuttavia, quel che suscita sempre, non appena si mette piede in [[Sicilia]], l'impressione profonda dell'oriente, è il timbro della voce, l'intonazione nasale dei banditori per le strade. La si ritrova ovunque, la nota acuta dell'arabo, quella nota che sembra scendere dalla fronte nella gola, mentre, nel nord, sale dal petto alla bocca. E la cantilena trascinata, monotona e morbida, sentita di sfuggita dalla porta aperta di una casa, è proprio la stessa, col ritmo e con l'accento, di quella cantata dal cavaliere vestito di bianco che guida i viaggiatori attraverso i grandi spazi spogli del [[deserto]]. (pp. 39-41)
*In una, la Latomia del Paradiso, si osserva, in fondo ad una grotta, una strana apertura, chiamata l'[[orecchio di Dionisio]], il quale veniva ad ascoltare vicino a questo buco, così almeno dicono, i lamenti delle proprie vittime. Circolano pure altre versioni. Alcuni eruditi pretendono che la grotta, messa in comunicazione col teatro, servisse da sala sotterranea per le rappresentazioni cui prestava l'eco della sua prodigiosa sonorità; i minimi rumori, infatti, vi assumono una sorprendente risonanza. (p. 125)
*{{NDR|Riferendosi alla [[Venere Landolina]]}} La Venere di [[Siracusa]] è una donna, ed è anche il simbolo della carne. [...] La Venere di Siracusa è la perfetta espressione della bellezza possente, sana e semplice. Questo busto stupendo, di marmo di [[Paros]], è – dicono – La [[Venere Callipigia]] descritta da [[Ateneo di Naucrati|Ateneo]] e Lampridio, data da [[Eliogabalo]] ai siracusani.<br />Non ha testa! E che importa? Il simbolo non è diventato più completo. È un corpo di donna che esprime tutta l'autentica poesia della carezza.<br />[[Arthur Schopenhauer|Schopenhauer]] scrisse che la natura, volendo perpetuare la specie, ha fatto della riproduzione una trappola.<br />La forma di marmo, vista a Siracusa, è proprio l'umana trappola intuita dall'artista antico, la donna che nasconde rivela l'incredibile mistero della vita.<br />È una trappola? Che importa! Essa chiama la bocca, attira la mano, offre ai baci la tangibile realtà della carne stupenda, della carne soffice bianca, tonda e soda e deliziosa da stringere.<br />È divina, non perché esprima un pensiero, bensì semplicemente perché è bella. (pp. 127-133)
*[...] quindi salgo subito in barca per andare a salutare, dovere di scrittore, i papiri dell'[[Fiume Anapo|Anapo]].<br />Si attraversa il golfo da una riva all'altra si scorge, sulla sponda piatta è spoglia, la foce di un piccolissimo fiume, quasi un ruscello, in cui si inoltra il battello.,<br />La corrente impetuosa è difficile da risalire. A volte si rema, volte ci si serve della gaffa fa per scivolare sull'acqua che scorre veloce tra due rive coperte di fiori gialli, minuscoli e splendenti, due rive d'oro.,<br />Vediamo canne sgualcite dal nostro passaggio che si impegnano essi rialzano, poi, con gli steli nell'acqua, degli iris blu, di un blu intenso, sui quali volteggiano innumerevoli libellule dalle ali di vetro, madreperlacee frementi, grandi come uccelli-mosca. Adesso, sulle due scarpate che ci imprigionano, crescono cardi giganteschi con voli voli smisurati, che allacciano le piante terrestri con le camere ruscello.,<br />Sotto di noi, in fondo all'acqua, di una foresta di grandi erbe ondeggianti che si muovono, galleggiano, sembrano notare nella corrente che le agita. Poi il Anapo si separa dall'antico [[Ciane]], suo affluente. Procediamo tra le righe, aiutandoci sempre con una pertica. Il ruscello serpeggia con graziosi panorami, prospettive fiorite carine. Un'isola appare infine, piena di strani arbusti. Gli steli fragili e triangolari, alti da nove a dodici piedi, portano in cima ciuffi tondi di filamenti verdi, lunghi, essi e soffici come capelli. Sembrano teste umane divenute piante, gettate nell'acqua sacra della sorgente da uno degli dei pagani che vivevano lì una volta. È il papiro antico.,<br />I contadini, d'altronde, chiamano questa canna: parrucca.,<br />Eccone altri più lontano, un intero bosco. Fremono, mormorano, si chinano, mescolano le loro fronti pelose, le urtano, paiono parlare di cose ignote lontane.,<br />Non è forse strano che l'arbusto venerabile, che ci portò il pensiero dei morti, che fu gusto del genio umano, abbia, sul corpo infimo di arboscello, una grossa criniera folta e fluttuante, simile a quella dei poeti? (p. 135)
*La [[Sicilia]] è il [[paese]] delle arance, del suolo fiorito la cui aria, in [[primavera]], è tutto un profumo... Ma quel che ne fa una [[terra]] necessaria a vedersi e unica al [[mondo]], è il fatto che da un'estremità all'altra, essa si può definire uno strano e divino museo di architettura.
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
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==Altri progetti==
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===Opere===
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[[Categoria:Drammaturghi francesi]]
[[Categoria:Scrittori francesi]]