Renzo Arbore: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Renzo Arbore==
*Abbiamo campato di tormentoni! All’epocaAll'epoca esistevano solo nella pubblicità («Più bril del bril, non c’èc'è che il Bril»), li abbiamo introdotti nel lessico comune: «Chiàppala! Chiàppala! Pà! Pà!» di Max Vinella, «Perché non sei venuttta? Bing!» del ragionier Affastellati. «Fangàla! Àssara ‘ffangàla'ffangàla!» dello scalpellino arabo Malik Maluk. «Li pècuri! Li pècuri!» del Pastore abruzzese…<ref name=Giovagnini>Dall'intervista di Maria Laura Giovagnini, ''[https://www.iodonna.it/personaggi/star-italiane/2020/02/18/renzo-arbore-la-nostra-rivoluzione-ad-alto-gradimento/ Renzo Arbore: La nostra rivoluzione ad… “Alto gradimento”]'', ''IoDonna.it'', 18 febbraio 2020.</ref>
*Abbiamo dato il via a un tipo inedito di umorismo, che non era cabaret e non si poneva sulla scia dei maestri che tanto amavamo, come Totò o Walter Chiari. Un umorismo – dopo 50 anni lo posso affermare con un po’po' di presunzione – senza tempo. Non parlavamo mai di attualità, sapevamo che è caduca.<ref name=Giovagnini/>
*Abbiamo inventato il varietà improvvisato: fino a quel momento si scrivevano pure le virgole. Merito della pigrizia di Gianni {{NDR|[[Gianni Boncompagni]]}}: «Non prendiamo neanche un appunto?». «No, gli americani improvvisano!». Credo che il segreto del successo di Alto gradimento siano stati la sintonia e le nostre buone vibrazioni. Good vibrations dico io, che vengo dai Beach Boys… <ref name=Giovagnini/>
*[[Alfredo Cerruti|Alfredo]] ha cominciato come autista di [[Gino Paoli]], poi è arrivato alle vette di questa casa discografica. [...] Siccome ha una fantasia formidabile Alfredo, un umorismo curiosissimo eccetera, ho detto se ti stabilisci a Roma fatti vivo che facciamo una cosa insieme. E così l'abbiamo messo dentro il clan di [[Indietro tutta]].<ref>Dalla trasmissione televisiva ''Chi erano veramente gli Squallor'', ''Chiambretti night'', Italia 1, 7 aprile 2010.</ref>
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*Divenuta in pochi anni una vedette, senza fortunatamente essere diventata diva. [[Mia Martini]] si è inserita tra le "grandi" della nostra canzone, avendo lottato con tenacia per arrivare, con passione per non tradire la musica che le piace.<ref name=Mon/>
*È proprio questo atteggiamento che mi colpì quando sentii le prime "cose" di un ragazzotto di Crotone che, con uno strano cappello, si divertiva a prendere in giro con le sue proprie canzoni con delle belle canzoni. Sembra un pensiero un po' scombussolato ma spero renda l'idea di quello che mi sembrò facesse 'sto ragazzotto di Crotone "intitolato" [[Rino Gaetano]]. Così cominciai a "batterlo" (linguaggio radiofonico d'epoca...) e a parlarne nelle rubrichette giornalistiche sui settimanali della stessa epoca. Mi entusiasmava ancora una volta che Gaetano inventasse "l'altra canzone", la canzone della canzone, che inseguisse le rime che per prime gli venivano in mente... (e perciò le più ispirate...). Che cantasse il tutto con facilità e leggerezza; perfino che Gaetano a qualcuno non piacesse; questo mi entusiasmava.<ref>Dal [https://skydrive.live.com/?cid=8304688d9d5ba48c&id=8304688D9D5BA48C!2409#cid=8304688D9D5BA48C&id=8304688D9D5BA48C!2420 libretto] della raccolta ''E cantavo le canzoni'', RCA Italiana, 27 luglio 2010.</ref>
*{{NDR|[[Mario Marenco]]}} Era troppo modesto. Oggi bisogna vendersi e Mario rifuggiva da tutto questo. Era un cavallo pazzo. Per me, [[Gianni Boncompagni|Boncompagni]] e [[Nino Frassica|Frassica]] era il più grande, un vero intellettuale. All’All'''Altra domenica'', quando si congedava con quel saluto, "Waldheim", il nome di un politico austriaco. Poi le corrispondenze matte dal [[Tevere]], quando spiegava che era stato ritrovato il moncherino di [[Gaio Muzio Scevola|Muzio Scevola]].<ref>Da intervista di Silvia Fumarola, ''Renzo Arbore "Un genio assurdo, nemmeno Fellini riuscì a domarlo"'', ''la Repubblica'', 18 marzo 2019, p.24.</ref>
*Ho girato il mondo ma credo che soltanto in Italia poteva venire un’ideaun'idea come questa: suonare dai balconi, aprire le finestre e intonare una canzone durante la crisi del [[Pandemia di COVID-19 del 2019-2020|Coronavirus]].<ref>Da intervista di Carlo Moretti, ''Arbore "Qui con la musica esorcizziamo la tristezza"'', ''la Repubblica'', 14 marzo 2020, p. 5.</ref>
*Io mi ricordo un'aria per me bella, perché [[Chieti]] era un presepe con le luci basse, con le stradine, con la sistemazione della città che è una sistemazione bellissima, con le sue valli, con i belvedere, e quindi si girava questa città. Certo, c'era la guerra, c'era la luce che era scarsissima, anche nelle case. Noi bambini eravamo deputati a mangiare poco e a fare il burro con il latte. E poi improvvisamente, proprio in questa città, io vidi arrivare la libertà ed è un ricordo che conservo gelosamente.<ref>Dall'intervista sul periodo in cui visse a Chieti durante la seconda guerra mondiale; citato in Max Franceschelli, ''La Guerra in Casa'', Editrice Chieti, 2007.</ref>
*Mario {{NDR|[[Mario Marenco]]}} esordì come “poeta maledetto”: farfugliava versi strampalati («Tu sei un asino/ tu fai “i”/ tu fai “o”/ tu fai “i-o”») e si buttava dalla finestra… A un festival accanto a me c’erac'era [[Giorgio Bracardi]], che squittiva mentre cantava la Vanoni. «Perché fai 'sti versi?». «È un uccellaccio che ho creato, Scarpantibus». Lo invitai alla radio e presto diventò nostro co-autore, assieme a Mario.<ref name=Giovagnini/>
*Non sono in molti a ricordarlo ma tra grandi padri del jazz c'è un siciliano, Nick La Rocca. È una bellissima occasione per raccontare una storia che spesso viene dimenticata, quella di una comunità di coloni siciliani che hanno contribuito in maniera determinante alla nascita del jazz e al suo successo, personaggi come La Rocca, ma anche Louis Prima, Leon Roppolo, e negli anni seguenti Eddy Lang (il cui vero nome era Salvatore Massaro), Joe Venuti, Tony Scott e moltissimi altri. Ed è una storia bella e avvincente che ho raccontato in un documentario che ho realizzato con Riccardo Di Blasi, ''Da Palermo a New Orleans'' e che presenterò durante le giornate di questo festival a Trapani.<ref>Citato in ''[http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2011/08/17/news/il_siciliano_padre_del_jazz-20543383/ E Arbore celebra La Rocca Il siciliano padre del jazz]'', ''Repubblica.it'', 17 agosto 2011.</ref>
*Era per me doveroso portare alla luce la storia del jazz che affonda proprio qui in Sicilia le sue radici primordiali; Nick la Rocca fu uno dei pochi ad ottenere un considerevole successo ma sono decine e decine i nomi dei musicisti tutti siciliani che ne scrissero la storia.<ref>Citato in ''[http://www.siciliainformazioni.com/64318/palermo-renzo-arbore-racconta-le-radici-del-jazz Renzo Arbore racconta le radici del jazz]'', ''SiciliaInformazioni.com'', 15 dicembre 2013.</ref>
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*Pochi sanno che il 26 febbraio 1917, un musicista italiano di New Orleans incideva il primo disco al mondo nella storia del jazz. Era siciliano e si chiamava Nick La Rocca, con lui nella Original Dixieland Jazz band, la prima jazz band della storia, c'era un altro siciliano, Tony Sbarbaro, e dopo di loro ne sono arrivati tantissimi altri. È una realtà straordinaria che molti non conoscono, il contributo italiano al jazz è stato importantissimo e con questo racconto vogliamo portarlo di nuovo all'attenzione di tutti. Se dovessi dare una percentuale direi che scorre sangue italiano almeno nel 25% del jazz delle origini e degli anni successivi.<ref>Citato in ''[http://www.repubblica.it/spettacoli/tv-radio/2013/12/14/news/su_raidue_arbore_e_il_jazz_italiano-73576118/ Renzo Arbore:"Il jazz parla anche italiano"]'', ''Repubblica.it'', 14 dicembre 2013.</ref>
*[[Rino Gaetano]] scrive delle canzoni con un linguaggio particolare, colto, curato; una specie di poesia realistica in alcuni casi, simbolica in altri. A me piace di più quando urla «Tu, forse non essenzialmente tu», una canzone abbastanza disperata, aiutata da una bella melodia.<ref name=Mon/>
*Sono andato dai segretari dei partiti, fingendomi uno dei loro. Mi presentai da Almirante {{NDR|[[Giorgio Almirante]]}} in doppio petto (c’eranoc'erano i fascisti in doppio petto) e fu facile: seguiva la trasmissione e amava la Sgarrambona, la presunta amante sedotta e abbandonata. «Ognuno di noi ha una Sgarrambona» sospirò.<ref name=Giovagnini/>
*Quando mi arrivò il disco di Rino Gaetano, io fui contentissimo perché trovai uno che era fuori ordinanza come me. In realtà erano anni in cui i cantautori erano impegnati, se non eri "impegnato" – una parola maledetta, maledettamente di moda – eri fuori dal giro e invece arrivò Rino Gaetano con queste sue canzoni apparentemente disimpegnate.<ref>Dal programma televisivo ''Vite Straordinarie'', ''Rete 4'', 1 maggio 2010. [http://www.youtube.com/watch?v=nayNROaDBHM&NR=1 Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref>
*{{NDR|Gli [[Squallor]]}} Sono rimasti nella memoria della gente perché sono stati un fenomeno veramente originale.<ref>Citato nel documentario di Carla Rinaldi e Michele Rossi, ''Gli Squallor'', Compagnia Nuove Indye, 2013.</ref>