Vite parallele: differenze tra le versioni

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===''Nicia''===
====Citazioni====
*Dato dunque un rapido ed essenziale accenno a quei fatti narrati da [[Tucidide]] e Filisto che non è possibile trascurare del tutto perché con particolare chiarezza rivelano il carattere e il comportamento dell’uomodell'uomo nascosti sotto le molte e gravi vicende (tutto ciò per non sembrare pigro e trascurato), ho cercato di raccogliere i particolari che sfuggono ai più e che altri hanno esposto in modo non sistematico, o che si trovano su monumenti o decreti antichi, non già raccogliendo in tal modo una documentazione inutile, ma quella che consente di conoscere carattere e modo di comportarsi di Nicia. (1, 5, traduzione di D. Magnino)
*[...] Ee presero una nave nemica, la quale portava le tavole dove registrati erano per tribù i siracusani medesimi. Queste tavole riposte teneansi, lungi dalla città, Nel [[Tempio di Zeus (Siracusa)|tempio di Giove Olimpio]]; ma allora trasportate veniano a [[Siracusa]] per far il ruolo di quelli che in età erano da trattar l'armi. (III3, 27) <ref>Da ''Vite parallele'', traduzione di Girolamo Pompei, Le Monnier, Firenze, 1845, vol. 3, [https://books.google.it/books?id=vrQ05C5xjGIC&pg=PA1&dq=vite+parallele+nicia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjqkIjiosnnAhVErosKHaKnCpYQ6AEIMjAB#v=snippet&q=tavole&f=false Dap. Google libri1].</ref>)
*Sia i giovani nelle palestre, sia gli anziani nelle botteghe o seduti nei luoghi di ritrovo disegnavano carte geografiche della Sicilia e del mare che la circonda con i porti e i punti della costa dell'isola che guarda l'Africa. (da12, 1-2<ref>Da ''Nicia Crasso'', 12,1-2, introduzione di Luciano Canfora, traduzione e note di Daniela Manetti, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano, 1987</ref>)
 
===''Demostene''===
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===''Lucio Emilio Paolo''===
====[[Incipit]]====
Il mio approccio al genere biografico è avvenuto per sollecitazione altrui. Se tuttora tale attività continua a procurarmi soddisfazione, ciò è dovuto al mio desiderio di perseguire un determinato scopo: ''forgiare'' la mia vita servendomi della biografia come di uno specchio attraverso il quale si riflettono le doti del protagonista. Il risultato è un dialogo ininterrotto, una ''simbiosi'' con i nostri eroi, ciascuno dei quali diventa via via nostro ospite: attraverso il racconto entriamo in contatto con il protagonista, lo ''ospitiamo''. Ricordando ''quanto grande e bello sia stato'', dal suo agire cogliamo l’aspettol'aspetto migliore del suo carattere. ''Ah, quale maggior piacere si potrebbe ricavare'' e quale insegnamento più efficace per migliorare il nostro carattere?
 
{{NDR|Plutarco, ''Vita di Emilio'', traduzione di D. Magnino, UTET, 1998.}}
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*[...] dissolvono i principali fondamenti d'un governo quelli i quali sdegnano la cura d'osservar diligentemente gli ordini d'una città per piccioli che sieno. (III; 1859-1865, vol. II, 1859, pp. 157-58)
*[...] stimando che il vincere i nimici fusse poco più che un accessorio al pregio di ben instruire i cittadini. (III; 1859-1865, vol. II, 1859, p. 158)
 
=== ''Nicia'' ===
 
==== Citazioni ====
 
* E presero una nave nemica, la quale portava le tavole dove registrati erano per tribù i siracusani medesimi. Queste tavole riposte teneansi, lungi dalla città, Nel [[Tempio di Zeus (Siracusa)|tempio di Giove Olimpio]]; ma allora trasportate veniano a [[Siracusa]] per far il ruolo di quelli che in età erano da trattar l'armi. (III, 27) <ref>[https://books.google.it/books?id=vrQ05C5xjGIC&pg=PA1&dq=vite+parallele+nicia&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjqkIjiosnnAhVErosKHaKnCpYQ6AEIMjAB#v=snippet&q=tavole&f=false Da Google libri]</ref>
 
===''Sertorio''===
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===''Alessandro Magno''===
====[[Incipit]]====
Nell'accingermi a scrivere in questo libro la vita di Alessandro il Grande e di Cesare, il vincitore di Pompeo, considerata la massa degli accadimenti, null'altro dirò a modo di prefazione se non questo: i lettori non mi diano addosso se non riferisco tutti gli episodi, né narro in modo completo, ma, per lo più, in forma riassuntiva i più celebrati che prendo in esame. Il fatto è che non scrivo storia, ma biografia; e non è che nei fatti più celebrati ci sia sempre una manifestazione di virtù o di vizio, ma spesso un breve episodio, una parola, un motto di spirito mette in luce il carattere molto meglio che non battaglie con migliaia di morti, grandissimi schieramenti di eserciti, assedi di città. Come dunque i pittori colgono la somiglianza dei loro soggetti dal volto e dalle espressioni degli occhi, dai quali si evidenzia il carattere, e pochissimo si curano delle altre parti del corpo, così mi si deve concedere di interessarmi di più di quelli che sono i segni dell’animadell'anima, e mediante essi rappresentare la vita di ciascuno, lasciando ad altri la trattazione delle grandi contese.
 
{{NDR|Plutarco, ''Vita di Alessandro Magno'', UTET, 1998.}}