Eugenio Scalfari: differenze tra le versioni

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*Mi resta ancora da esaminare i tre quesiti proposti ai tavoli delle firme da [[Beppe Grillo]]. Molti che hanno firmato distinguono infatti la firma di quei quesiti dall'adesione al "grillismo". La distinzione è assolutamente legittima: si può firmare anche valutando il movimento dei "Vaffa" per ciò che è. Ma esaminiamoli nella sostanza quei tre quesiti. Il primo stabilisce che tutti i cittadini che concorrono a cariche elettive debbano essere scelti attraverso elezioni primarie preliminari. Questo principio mi sembra meritevole di essere accolto. Il Partito democratico, tanto per dire, ha deciso di farlo proprio. Tutto sta a come saranno organizzate queste primarie. Grillo per esempio ha definito una "mascalzonata" l'esclusione di Pannella e di Di Pietro dalle candidature per la leadership del Pd, ignorando che entrambi fanno parte di altri partiti e anzi li guidano e non hanno accettato di abbandonarli all'atto della candidatura. Come se un nostro condomino, invocando questa qualifica, pretendesse di decidere assieme a noi e ai nostri figli questioni strettamente familiari. Dov'è la logica? Il secondo quesito vieta ai membri del Parlamento di farne parte per più di due legislature. Questo divieto è una pura sciocchezza. Ci obbligherebbe a rinunciare ad esperienze talvolta preziose. Forse anche a molti vizi acquisiti durante l'esercizio del mandato. Ma quei vizi non possono essere presupposti e affidati all'automatismo di una norma. Spetta agli elettori discernere tra vizi e virtù e decidere del loro voto. Per di più una norma automatica del genere sarebbe incostituzionale perché priverebbe l'elettore di una sua essenziale facoltà che è quella di poter votare per chi gli pare. Che cosa sarebbe successo per esempio se nei primi anni Cinquanta fosse stato impedito agli elettori democristiani di votare una terza volta per De Gasperi, a quelli comunisti per Togliatti, ai socialisti per Nenni e ai repubblicani per Pacciardi o La Malfa? Il terzo quesito – impedire ai condannati fin dal primo grado di giurisdizione di far parte del Parlamento – sembra a prima vista ineccepibile. Per tutti i reati? E fin dal primo grado di giurisdizione? La presunzione d'innocenza è un principio sancito dalla nostra Costituzione; per modificarlo ci vuole una legge costituzionale, non basta una legge ordinaria. I reati d'opinione andrebbero sanzionati come gli altri? Quando Gramsci, Pertini, Saragat, Pajetta, furono arrestati io credo che gli elettori di quei partiti li avrebbero votati e mandati in Parlamento se un Parlamento elettivo fosse ancora esistito e se quei partiti non fossero stati sciolti d'imperio. Personalmente ho fatto un'esperienza in qualche modo consimile: entrai alla Camera dei deputati nel 1968 sull'onda dello scandalo Sifar-De Lorenzo nonostante o proprio perché ero stato condannato in primo grado dal tribunale di Roma. Lo ricordo perché è un piccolissimo esempio di una proposta aberrante.<ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/09/12/invasione-barbarica-del-comico-grillo.html?ref=search L'invasione barbarica del comico Grillo]'', ''la Repubblica'', 12 settembre 2007.</ref>
*Mussolini e il fascismo volevano costruire un uomo nuovo, ispirato dai valori della forza, dai doveri verso lo Stato, dalla cultura della guerra e della conquista, dagli ideali dell'imperialismo, dal mito della Roma imperiale. La maggior cura la dedicarono all'educazione della gioventù a questi valori e a questa mitologia. I successi che ottennero si rivelarono effimeri non appena si scontrarono con la durezza della realtà. Il berlusconismo ha invece avuto come obiettivo la decostruzione del rapporto tra l'individuo e la collettività, la decostruzione delle ideologie, l'esaltazione della felicità immediata nell'immediato presente, l'antipolitica, il pragmatismo come solo fondamento delle decisioni individuali, il trasformismo come pratica quotidiana. La corruttela pubblica come peccato veniale. <ref>Da ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/03/22/la-nuova-destra-che-forse-non-nascera.html?ref=search La nuova destra che forse non nascerà]'', ''la Repubblica'', 22 marzo 2009.</ref>
*Noi ci inventiamo... che cosa ci inventiamo? Ci inventiamo i desideri. Non i primi bisogni, bisogni primari, perché quelli li abbiamo pure noi, come gli animali. I poveri, salvo pochissimi, non hanno bisogni secondari.<ref>DaDall'intervista di ''Tv2000it'', 14 febbraio 2016. [https://www.youtube.com/watch?v=5LnxV8NAuQs Eugenio Scalfari siVideo] raccontadisponibile asu SOUL]'', Youtube.com''Tv2000it'', 14 febbraio 2016. (min. 25:37).</ref>
*Non me ne sono mai vergognato di quella giovinezza nei Guf<ref>[[w:Gruppo Universitario Fascista|Gruppi universitari fascisti]].</ref>, anzi: tutto quel mio essere stato orgogliosamente fascista ha poi reso solido il mio antifascismo.<ref>Dall'intervista di Pietrangelo Buttafuoco, ''Ero giovane, fascista e felice''.</ref>
*Personalmente scrivevo su alcuni giornali fascisti, tra i quali soprattutto ''Nuovo Occidente'' e ''Roma Fascista''. Il giornalismo politico cominciò ad attrarmi fin da allora e lo praticai con molta soddisfazione. Tuttavia durò poco più di un anno, alla fine del quale fui chiamato dal vicesegretario generale del partito fascista e da lui espulso dal Guf (Gioventù universitaria fascista), per un articolo in cui criticavo alcuni gerarchi che secondo le voci in circolazione si erano appropriati illecitamente di molti milioni di lire speculando sulla costruzione dell'Eur. Queste notizie erano state da me scritte in un articolo di fondo su ''Roma Fascista'' e questa fu la causa della mia espulsione dai Guf. Vissi due giorni di grande amarezza alla quale subentrò improvvisamente non solo una calma ma una nuova motivazione del mio pensiero politico: mi dissi che evidentemente il vicesegretario del partito ne sapeva del fascismo molto più di me e se mi aveva espulso era segno che io non ero fascista ma anzi il suo contrario.<ref>Da ''[https://rep.repubblica.it/pwa/editoriale/2019/03/23/news/il_neofascismo_ama_la_dittatura_e_per_questo_che_ama_salvini-222356974/ Il neofascismo ama la dittatura, è per questo che ama Salvini]'', ''Rep.repubblica.it'', 23 marzo 2019.</ref>