Enrico Emanuelli: differenze tra le versioni

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==''Il pianeta Russia''==
*{{NDR|Veduta aerea del delta del Volga}} Cento chilometri il [[Volga]] ha ancora di vita e già si dilata, si ramifica, gira su se stesso, dilaga a destra ed a sinistra. Si direbbe che non voglia abbandonare la terra dove vive per annullarsi nel mare. Forse per la varietà della vegetazione, o per la diversa natura del terreno, o per il variare della profondità, quei corsi d'acqua, quei rigagnoli, quei rami che spesso s'allargano formando piccoli laghi e paludi hanno i più matti colori. Li ho visti gialli, rosa, violacei, verdi, ora lucidi come l'argento, ora torbidi come rifiuti di fogna. Intorno c'è un paesaggio caotico, di rapidi contrasti, qua è landa deserta, là boscaglia fitta; qua terra bruciata, là sabbia brillante, più lontano prati d'un tenero verde. [...] È una mostruosa e variopinta macchia che s'espande con moto indecifrabile, col capriccio d'una goccia quando scivola sopra il vetro d'una finestra; è il disegno d'un gigantesco ganglio nervoso, ogni piccolo filamento contrassegnato da un colore diverso. Una barca, vista là sopra, pare la mosca nella ragnatela, se si vede un uomo è persin troppo facile pensare che ormai è perduto nel labirinto. Per cento chilometri dura la visione di questo spettacolo che, nello stesso tempo, sa di agonia e di trionfo.<ref>Da ''Il viaggio possibile e poi la vacanza'', p. 156.</ref>
*[...] [[Tbilisi|Tibilisi]] invoglia a prendere una vacanza; viene spontaneo il desiderio di godere cose molto semplici: una passeggiata, un tramonto, la compagnia anonima della gente. Si sale all'Orto botanico, per viali silenziosi e d'un bel verde; s'indugia al sommo del monte Davide, dalle terrazze l'occhio riposa su dolci colori e su disegni di monti gentili. Si va nella città vecchia, le case sono addossate l'una all'altra, hanno balconi e verande per dar modo di non perdere lo spettacolo della strada; e nelle strade gli uomini vivono per tre quarti della loro giornata. La natura epicurea della città, per chi arrivi da [[San Pietroburgo|Leningrado]], da [[Mosca (Russia)|Mosca]], da {{sic|Gorki}} che è ritenuta la Detroit dell'[[Unione Sovietica]] o da {{sic|Novo Sibirsk}} che dicono sia la Chicago russa, deve sembrare cosa incredibile.<ref>Da ''Il viaggio possibile e poi la vacanza'', pp. 176-177.</ref>
*Nei racconti di non so più quale viaggiatore, ho letto che non lontano da {{sic|Tibilisi}}, sopra una grande strada, c'era un cartello segnavia che da una parte diceva "Asia" e, dall'altra, "Europa". Trascorsi parecchi giorni con questa sbrigativa indicazione sempre presente e non soltanto nella immaginazione, ma anche ai miei stessi occhi. È una specie di ambiguità che risultava dovunque, nelle stradette dei quartieri vecchi come nelle vie della città moderna, nello sguardo di una donna come nei gesti di un uomo.<ref>Da ''Il viaggio possibile e poi la vacanza'', p. 180.</ref>