Joseph Roth: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
aggiungo citazioni alla Cripta dei Cappuccini, uso solo una versione (la traduzione è la stessa), correggo numero di pagine e capitoli, accorcio explicit
+ref, +incipit
Riga 3:
 
==Citazioni di Joseph Roth==
*Ci vuole molto [[tempo]] prima che le persone trovino la loro faccia. Non sembrano nate col loro viso, la loro fronte, il loro naso, i loro occhi. Acquistano tutto con l'andare del tempo ed è una cosa lunga, bisogna aver [[pazienza]]. (da<ref>Da ''Fuga senza fine'').</ref>
*Così era allora! Tutto ciò che cresceva aveva bisogno di tanto tempo per crescere; e tutto ciò che finiva aveva bisogno di lungo tempo per essere dimenticato. Ma tutto ciò che un giorno era esistito aveva lasciato le sue tracce, e in quell'epoca si viveva di ricordi come oggigiorno si vive della capacità di dimenticare alla svelta e senza esitazione. (da<ref>Da ''La Marcia di Radetzky'').</ref>
*E allora, in quel giorno<ref>Giorno della sepoltura dell'imperatore Francesco Giuseppe I nella Cripta dei cappuccini.</ref> percepii per la prima volta (e per l'unica volta) la verità della metafora così spesso e banalmente abusata: il [[cielo]] piange. Il mio cuore, certamente più piccolo del cielo, allora piangeva in modo più violento di lui; e neppure l'imperialregio regolamento di servizio, che allora regolava, reprimeva, mitigava i miei sentimenti, poteva impedirmi di piangere. (da<ref>Da ''Autodafé dello spirito'') .</ref>
*Ecco quel che sono veramente: cattivo, sbronzo, ma in gamba. (<ref>''Parigi, novembre 1938'').</ref>
*I più pericolosi animali da preda della civiltà: le grandi bobine di [[giornalismo|carta da giornale]].<ref>Da ''Tarabas''; citato in ''Agenda letteraria 1995'', a cura di Gianni Rizzoni, Edizioni CDE, Milano, 1994, p. 54.</ref>
*Non amo gli animali, e ancor meno le persone che li amano. Mi è sempre sembrato che le persone che amano gli animali sottraggono una parte dell'[[amore]] agli uomini, e il mio punto di vista mi è apparso particolarmente giustificato quando per caso ho saputo che i tedeschi del Terzo reich amano i cani lupo. (da<ref>Da ''La Cripta dei Cappuccini'').</ref>
*Passato è il tempo delle gesta eroiche: questo è il tempo dei diligenti lavori burocratici. Passato è il tempo delle epopee: questo è il tempo delle statistiche. (da<ref>Da ''Viaggio in Russia'').</ref>
 
==''Ebrei erranti''==
 
===[[Incipit]]===
Questo libro rinuncia al plauso e al consenso, come pure alla protesta e persino alla critica di coloro che detestano, disprezzano, odiano e perseguitano gli ebrei orientali. Né si rivolge a quegli ebrei occidentali che, solo perché cresciuti fra ascensore e water-closet, si credono in diritto di raccontare storielle insulse su pidocchi rumeni, cimici galiziane e pulci russe. Questo libro rinuncia a quei lettori «obiettivi» che dall'alto delle torri traballanti della civiltà occidentale sbirciano con comoda e acida benevolenza il vicino Oriente e i suoi abitanti; che per puro umanitarismo deplorano l'insufficienza delle fognature e per timore di essere contagiati rinchiudono gli emigranti poveri in baracche in cui la soluzione di un problema sociale è affidata alla morte in massa. Questo libro non vuole essere letto da coloro che rinnegano i propri padri o antenati scampati alle baracche per puro caso. Né è scritto per quei lettori che accuserebbero l'autore di
Line 93 ⟶ 92:
===[[Incipit]]===
Una sera di primavera dell'anno 1934 un signore di età matura scese gli scalini di pietra che da uno dei ponti della Senna conducono alle rive del fiume. Là sono soliti dormire, o meglio accamparsi, i vagabondi di [[Parigi]], cosa nota quasi a tutti, ma che pur merita ricordare in questa occasione.<br>Uno di tali vagabondi veniva per caso incontro al signore maturo che, del resto, era vestito bene e dava l'impressione di un viaggiatore curioso di visitare i luoghi caratteristici di una città straniera.
 
===Citazioni===
*Conceda Dio a tutti noi, a noi bevitori, una morte così lieve e bella!
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
===''Confessione di un assassino''===
Alcuni anni fa abitavo nella rue des Quatre-Vents. Di fronte alle mie finestre c'era il ristorante russo Tari-Bari. Spesso andavo lì a mangiare.<ref>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref>
 
===''Giobbe''===
Molti anni fa viveva a Zuchnow un uomo che si chiamava Mendel Singer.<br>
Line 103 ⟶ 106:
 
===''Il peso falso''===
C'era una volta nel distretto di Zlotogrod un verificatore di pesi e delle misure che si chiamava Anselmo Eibenschütz. Egli aveva l'incarico di controllare i pesi e le misure dei negozianti in tutta quella regione. A determinati intervalli Eibenschütz andava dunque da bottega in bottega all'altra a esaminare i metri, le bilance, i pesi. L'accompagnava un sergente dei gendarmi fieramente armato. Così lo stato dava a conoscere che all'occorrenza avrebbe punito a mano armata i falsari, fedele al detto della Sacra Scrittura, secondo il quale chi è falsario è ladro...<ref>Citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993.</ref>
 
{{NDR|citato in [[Fruttero & Lucentini]], ''Íncipit'', Mondadori, 1993}}
 
==Note==