Giovanni Arpino: differenze tra le versioni

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===''Il fratello italiano''===
Non tutti i giorni ci si può svegliare ridendo, come diceva quel tale in [[coma]].<ref>[[Wellerismi|Wellerismo]].</ref><br />
Così seppe darsi la giusta spinta, tossicchiando, Carlo Botero, vedovo, [[sessantaduenne]] maestro elementare in pensione, nel suo ridestarsi mattutino.<br />
Una pendola sovraccarica di falsi marmi e dorature indicava le otto in punto. Come sempre.<br />
Botero indagò tra luci e forme della stanza. Un insulto ostile gli si introdusse nei ginocchi, nelle tempie. Un segnale malevolo, apportatore di fastidi. Avanzò comunque un piede oltre il lenzuolo, subito avvertendo il caldo estivo appiccicarglisi addosso in unta pellicola. Cercò di non sgualcire troppo il giaciglio: secondo una delle sue norme di vita bisognava rifar il letto ogni quattro giorni. Cinque anni di vedovanza avevano costituito per lui indispensabile ammonimento.