Howard Phillips Lovecraft: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Howard Phillips Lovecraft==
*Gli uomini di più vasto intelletto ben sanno che non esiste una netta distinzione tra il reale e l’irrealel'irreale, e che tutte le cose devono la loro apparenza soltanto ai fallaci mezzi mentali e psichici di cui l’individuol'individuo è dotato, attraverso i quali prende coscienza del mondo. Il prosaico materialismo della maggioranza condanna invece quei lampi di una visione superiore che penetrano il velo comune dell’ovviodell'ovvio empirismo, classificandoli come manifestazioni di follia. (da ''La tomba'', 1917)
*Sogno il giorno in cui usciranno dai flutti e stringeranno negli artigli immensi i resti dell'umanità insignificante, logorata dalle guerre... il giorno in cui le terre sprofonderanno e il fondo oscuro dell'oceano salirà in superficie, nel pandemonio universale.<br />La fine è vicina. Sento un rumore alla porta, come se un immenso corpo viscido vi premesse contro. Non mi troverà. Dio, ''quella mano''! La finestra! La finestra! (da ''Dagon'', 1917)
*Per Crawford Tillinghast, dedicarsi allo studio della [[scienza]] e della filosofia era stato un grosso errore. Questo genere di cose vanno lasciate al [[ricercatore]] freddo ed impersonale, giacché offrono due alternative egualmente tragiche all’uomoall'uomo di sensibilità o d’azioned'azione: sconforto se fallisce nella sua ricerca, e terrori indicibiiindicibili e impensabili se mai dovesse riuscirvi. (da ''Da altrove'', 1920)
*Si dice che a Ulthar, oltre il fiume Skai, non si possono uccidere i gatti, e mentre guardo la bestiola accoccolata a far le fusa davanti al caminetto, non ho nessun motivo per dubitarne. Enigmatico, il [[gatto]] è affine a quelle strane cose che l'uomo non può vedere. È lo spirito dell'antico Egitto, depositario dei racconti a noi giunti dalle città dimenticate delle terre di Meroe e Ophir. È parente dei signori della giungla, erede dell'Africa oscura e feroce. La [[Sfinge]] è sua cugina, e lui parla la sua lingua; ma il gatto è più vecchio della Sfinge, e ricorda ciò che lei ha dimenticato. (da ''I gatti di Ulthar'', 1920)
*Arrivato ai miei ultimi giorni, e spinto verso la follia dalle atroci bana­lità dell'esistenza che scavano come gocce d'[[acqua]] distillate dai tortu­ratori sul corpo della vittima, cercai la salvezza nel meraviglioso rifu­gio del sonno. Nei sogni trovai un poco della bellezza che avevo inva­no cercato nella vita e m'immersi in antichi giardini e boschi incanta­ti. Una volta che il vento era particolarmente dolce e profumato sentii il richiamo del sud e salpai languido, senza meta, sotto costellazioni ignote. (da ''Ex Oblivion'', 1921)
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*L'immaginazione è il più grande rifugio che esista. (da una lettera a F. B. Long del 9 giugno 1922)
*Lingue ardenti di fiamma invisibile imprimono il marchio dell'[[inferno]] sulla mia anima esausta. (da ''I cari estinti'', 1924)
*“Ma sei assolutamente certo che la tua scoperta sarà per l’umanitàl'umanità un bene tale da compensare questi sacrifici?” Gli occhi di Clarendon lampeggiarono pericolosamente. “L’“L'[[umanità]]! E che cos’ècos'è l’umanitàl'umanità? La [[scienza]]! Sciocchi! Sempre e solo individui! L’umanitàL'umanità va bene per i predicatori... per loro significa folle di ciechi creduloni. L’umanitàL'umanità va bene per i ricchi avidi: a loro parla di dollari e di ''cents''. L’umanitàL'umanità va bene per i politicanti: per loro significa un potere collettivo da usare per il proprio tornaconto. Che cos’ècos'è l’umanitàl'umanità? Niente! Grazie a Dio questa rozza illusione non è durata! Un uomo veramente adulto adopera la verità... la conoscenza... la scienza... la luce... strappare il velo e sconfiggere le ombre. La conoscenza, il Grande Moloch! C’èC'è morte nei nostri riti. Dobbiamo uccidere, sezionare, distruggere... tutto per amore della scoperta... il culto della luce ineffabile. La dea Scienza lo esige. Sperimentiamo un veleno dubbio uccidendo. In quale altro modo potremmo farlo? Non si può pensare all’individuoall'individuo... solo alla conoscenza... bisogna conoscerne l’effettol'effetto.” (da ''L'ultimo esperimento di Clarendon'', 1927)
*La più antica e potente emozione umana è la [[paura]], e la paura più antica e potente è la paura dell'[[ignoto]]. (da ''Supernatural Horror in Literature'', 1927)
*Noi camminiamo nell’oscuritànell'oscurità insieme a fantasmi e spettri che non conosciamo e il nostro piccolo mondo si immerge ciecamente in abissi senza fondo, verso mete che non possiamo neanche concepire. Il pensiero stesso è una fusione tra credenza e capacità di intendere. Noi ci illudiamo pensando di conoscere ogni cosa inerente il nostro mondo, ma non è così, e ci stupiremmo se sapessimo realmente ogni cosa o se potesse veramente esserci pace e sicurezza per tutti in questo vasto universo. (da ''Qualcosa dall'alto'', 1929)
*Né le geometrie non euclidee, né la fisica quantistica, bastano ad aprire certi cervelli, e quando si mischiano questi valori con il folklore e si tenta di scoprire uno strano retroterra di realtà multidimensionali dietro le allusioni demoniache delle storie gotiche e dietro i bisbigli timidi fatti presso l’angolol'angolo del focolare, difficilmente ci si può aspettare di essere del tutto liberi dai disordini mentali. (da ''I sogni nella casa stregata'', 1932)
*E adesso, alla fine, la Terra era morta. L’ultimoL'ultimo patetico superstite era morto. Tutti i bilioni di anni, i lenti millenni, gli imperi e le civiltà dell’umanitàdell'umanità, erano riassunti in quell’ultimaquell'ultima, povera forma contorta… e quanto titanicamente privo di significato era stato tutto quello! Ora tutti gli sforzi dell’umanitàdell'umanità erano arrivati davvero alla fine... quant’eraquant'era mostruosa e incredibile la conclusione agli occhi di quei poveri sciocchi, felici per i loro giorni gloriosi! Ma il pianeta non avrebbe mai più conosciuto il calpestio delle centinaia di milioni di uomini... e neppure lo strisciare delle lucertole e il ronzio degli insetti, perché anche questi erano per sempre scomparsi. Adesso era venuto il regno degli arbusti spinosi e degli infiniti prati di erba secca. La Terra, come la sua fredda luna imperturbabile, era stata sommersa per sempre dal silenzio e dall’oscuritàdall'oscurità. Le stelle splendevano... l’interol'intero pianeta avrebbe proseguito verso sconosciute infinità. Questo sciocco finale di un episodio insignificante non importava nulla alle nebulose lontane, ai soli appena nati, a quelli splendenti o morenti. La razza dell’uomodell'uomo, troppo infinitesimale ed effimera per avere una vera funzione o uno scopo, era come se non fosse mai esistita. A tale conclusione erano pervenuti i millenni della sua farsesca e tormentata evoluzione. Quando i primi raggi del sole morente dardeggiarono la vallata, una luce illuminò la faccia stanca di una figura contorta sommersa dal fango. (explicit di ''Finché tutti i mari...'', 1935)
*Ora che cerco di raccontare quello che ho visto, mi rendo conto di un centinaio di assurde limitazioni. Le cose percepite con la vista interiore, come quelle fuggevoli visioni che ci arrivano mentre stiamo per cadere nel buio del sonno, sono più vivide e significative di quando cerchiamo di arrivarvi razionalmente. Date la penna a un [[sogno]], e ogni suo colore sparirà. L’inchiostroL'inchiostro con il quale scriviamo sembra sbiadito da qualcosa che ha troppa realtà, e scopriamo che dopotutto non è possibile dare forma ai ricordi. È come se il nostro io più profondo, svincolato dal contigente e dalla oggettività, liberasse emozioni represse che vengono soffocate in fretta non appena le traduciamo. Nei sogni e nelle visioni trovano radici le più potenti creazioni dell’uomodell'uomo, perché essi non sono soggetti alla limitazione delle linee e dei colori. Scene dimenticate e terre più arcane del mondo dorato della fanciullezza si risvegliano nella mente assopita e la pervadono, finché la coscienza non le mette a tacere. (da ''L'oceano della notte'', 1936)
*È uno che si gode la [[vita]], come tutti quelli a cui è risparmiata la maledizione dell'[[intelligenza]]. (da ''Lettere dall'altrove'')
*{{NDR|[[Epitaffi]]o}} I am Providence.<ref>Letteralmente «Io sono la [[Provvidenza]]»: evidente gioco di parole tra la città natale, nonché luogo di sepoltura di Lovecraft, e la Provvidenza ([[:File:H.P. Lovecraft's grave.jpg|Foto della lapide]]).</ref>
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*In un [[universo]] senza [[scopo]], tutto è uguale e nulla vale la [[pena]] di un serio [[pensiero]]. Non ci resta che cogliere ciò che preferiamo e sorridere, rendendoci conto che dove non esistono autentiche direzioni l'una vale l'altra. Ed è meglio non cadere nell'assurdo eccitandosi o dandosi alla [[violenza]], alle aberrazioni e ai comportamenti antisociali a causa di qualche illusoria sciocchezza. Nulla è importante, ma forse è più confortevole mantenere la calma e non interferire con gli altri. (da ''Lettere dall'altrove'')
*La [[verità]] non esiste e la [[vita]] come la immaginiamo di solito è una rete arbitraria e artificiale di [[illusioni]] da cui ci lasciamo circondare. Sappiamo che esse sono il semplice risultato di accidenti o punti di vista, ma non abbiamo nulla da guadagnare ad abbatterle. E infatti, è straordinariamente insensato voler abbattere con un forcone da stalla un miraggio che non è mai esistito. Penso che all'[[uomo]] assennato convenga scegliere le fantasie che più gli aggradano e crogiolarvisi innocentemente, conscio del fatto che, siccome la [[realtà]] non esiste, non c'è niente da guadagnare e molto da perdere nel buttarle via. Ancora, non esistono fantasie preferibili ad altre, perché la misura del loro valore dipende dal rispettivo grado di adattamento alla [[mente]] che le contiene. (da ''Lettere dall'altrove'')
*Lo spettacolo dato dai cristiani e dagli idealisti atei che combattono una lotta mortale è davvero grottesco: viene da considerarlo come una batracomachia, o come la guerra tra i pigmei e le gru.</br>Il materialista è l’unicol'unico pensatore che fa uso della conoscenza e dell’esperienzadell'esperienza che i secoli hanno procurato alla razza umana. È l’uomol'uomo che, mettendo da parte gli istinti e i desideri, che sa essere animali e primitivi, e le fantasie e le emozioni, che sa essere puramente soggettive e legate alle ben note illusioni del sogno e della follia, osserva il cosmo avendo ridotto al minimo i pregiudizi personali, come uno spettatore distaccato che perviene, con mente aperta, ad una visione di fronte alla quale non pretende di avere alcuna conoscenza precedente.</br>Egli affronta l’universol'universo senza pregiudizi o dogmi, non vuole progettare il dover-essere, né diffondere nel mondo un’ideaun'idea particolare, ma è dedito solamente all’osservazioneall'osservazione, per quanto è possibile, e all’analisiall'analisi di tutto ciò che può esistere. Egli vede l’infinitàl'infinità, l’eternitàl'eternità, la mancanza di scopi e l’agirel'agire automatico della creazione e, in essa, la totale, abissale insignificanza dell’uomodell'uomo e del mondo.</br>Vede che il mondo è solo un granello di polvere la cui esistenza dura un attimo e che perciò tutti i problemi dell’uomodell'uomo non contano nulla: inezie senza rapporto con l’infinitol'infinito. Vede chiaramente la debolezza e la fallacia della giustizia e sente l’assurditàl'assurdità della dottrina dell’immortalitàdell'immortalità della persona, quando in verità la personalità e il pensiero sono propri soltanto della materia altamente organizzata. Riconosce l’impossibilitàl'impossibilità di cose come delle intellligenze vaghe e incorporee: «vertebrati gassosi», come li ha spiritualmente battezzati [[Ernst Haeckel|Haeckel]]. (da ''Idealismo e materialismo: una riflessione'')
*Idealismo e materialismo! Illusione e verità! Scompariranno insieme nell’oscuritànell'oscurità solo quando l’uomol'uomo avrà cessato di esistere, quando sotto gli ultimi tremuli raggi di un sole morente perirà l’ultimol'ultimo vestigio di vita organica sul nostro granellino di sabbia cosmica.</br>E sui neri pianeti che ruotano diabolicamente attorno ad un sole nero, il nome dell’uomodell'uomo sarà dimenticato. Neppure le stelle canteranno la sua fama, perforando l’eterel'etere con aghi crudeli di pallida luce. Ma chi non sarà così audace da formulare analogie, tanto da dire che degli uomini o delle cose dotate di facoltà umane si insuperbiscono su innumerevoli miriadi di pianeti che, non veduti, roteano attorno a delle stelle lontane? Le loro menti possono essere più grandi o più piccole delle nostre; probabilmente, alcuni mondi ospitano creature più ottuse, mentre altri danno asilo ad esseri che chiameremmo dèi per la loro saggezza. Ma sia che i loro abitanti siano più grandi o più piccoli di noi, nessuno può dubitare che, su ogni mondo in cui esiste il pensiero, esistono anche i sistemi dell’idealismodell'idealismo e del materialismo, eternamente e immutabilmente contrapposti. (da ''Idealismo e materialismo: una riflessione'')
*Per i materialisti, la mente sembra chiaramente non una cosa ma una modalità di movimento o una forma di energia.</br>Ora, per quanto la somma dell’energiadell'energia nell’universonell'universo (parlando senza riferimenti alle recenti scoperte della fisica e della chimica subatomica) sia virtualmente indistruttibile, vediamo con molta chiarezza che essa è eminentemente soggetta a trasformazioni da una forma all’altraall'altra. L’energiaL'energia meccanica diventa, in condizioni appropriate, elettricità, e, in altre condizioni, l’elettricitàl'elettricità si muta in luce e calore. Niente si perde, ma tutto si trasforma.</br>Ora, io considero il principio vitale come una forma di energia, e la mente è solo una delle molte manifestazioni complesse di quel principio. È un prodotto e un attributo di certe forme e processi della materia e, quando quella materia si disintegra, cessa di esistere, proprio come il calore molecolare cessa di esistere nella dispersione o disintegrazione delle molecole materiali che lo rendono possibile.</br>Niente si perde, non più di quanto l’energial'energia elettrica si trasformi in energia luminosa: ma avviene una metamorfosi completa, e l’dentitàl'dentità di mente e vita si distrugge, mentre le unità di energia si disperdono in altre forme: soprattutto calore radiante e altre onde dell’eteredell'etere. La mente non è più importante della fiamma di una candela. La fiamma è immortale, se vogliamo avere una visione poetica e riflettere sul fatto che le unità di energia non si perdono mai nell’universonell'universo, ma vanno semplicemente dissipate e incorporate in altre forme e fenomeni. (da ''Il materialista oggi'')
*Il mondo, la vita e l’universol'universo che conosciamo sono soltanto una nuvola passeggera; ieri non esisteva e domani la sua esistenza sarà dimenticata. Nulla importa: tutto ciò che accade, accade attraverso l’automaticol'automatico e inflessibile interagire degli elettroni, atomi e molecole di infinito, secondo modelli che coesistono in una stessa entità di base. L’ideaL'idea generale è quella di un caleidoscopio con le sue infinite modificazioni; non c’èc'è scopo né obiettivo nella creazione, poiché tutto è un ciclo incessante e ripetitivo di transizioni dal nulla al nulla.</br>Ad ogni modo, tutto ciò non deve necessariamente inquietare. Le aspirazioni dello spirito umano, così appassionatamente chiamate in causa dai teisti, sono sufficientemente belle di per se stesse; e non c’èc'è bisogno di distruggerle per cercarne le componenti fisiologiche (anche se è relativamente facile farlo), né di attribuire loro un significato cosmico che, per quanto sia poetico da immaginare, certamente non è logicamente deducibile dalla loro esistenza e dalle loro caratteristiche.</br>È dimostrazione di maggiore sensibilità accettare semplicemente l’universol'universo così com’ècom'è, e farla finita. Tutto è illusione, vuoto e nulla, ma cosa importa? Le illusioni sono tutto ciò che abbiamo, e dunque fingiamo pure di aggrapparci a loro; esse presentano valori drammatici e confortanti di sensazioni di finalità a cose che in realtà sono senza valore e senza scopo: tutto ciò che si può fare logicamente è lasciar scorrere placidamente e cinicamente la nostra vita, secondo schemi tradizionali artificiali che l’ereditarietàl'ereditarietà e l’ambientel'ambiente ci hanno trasmesso. Rimanendo fedeli a queste cose, si avranno maggiori soddisfazioni della vita. (da ''Il materialista oggi'')
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
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====''Qualcosa dall'alto''====
Spesso i fatti sono più incredibili degli orrori che proviamo negli incubi. La sola differenza sta nel fatto che, se noi riusciamo a spiegarci un incubo, questo smette di opprimerci. Per l’incidentel'incidente accaduto a Norton, nell’ovestnell'ovest del Minnesota, questo non avvenne; il mistero non fu mai risolto completamente. Molto spesso non è la vicenda in sé a terrorizzarci, quanto il fatto di non riuscire a comprenderla. È una cosa che stravolge leggi e regole, un qualcosa che va oltre il nostro incoscio e che contrasta con la vita tranquilla di tutti i giorni. Ciò che successe a Norton fu un orrore di natura così incredibile e spaventosa che, chiunque ne fosse stato coinvolto, non avrebbe mai più dimenticato quel giorno di follia.
 
====''La trappola''====