Marco Malvaldi: differenze tra le versioni

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====Citazioni====
*La conclusione a cui erano arrivati, in sostanza, era che i [[ricercatore|precari della [[Ricerca scientifica|ricerca]] erano considerati dall'università e dal Ministero più o meno come la flora batterica intestinale: ovvero, dei parassiti. Parassiti buoni, s'intende; necessari per il buon funzionamento dell'organismo (in quanto sono i precari quelli che stanno realmente in laboratorio), ma mantenuti in vita con gli ultimi residui delle risorse ingerite e, in ultima analisi, in una situazione oggettivamente di merda. (p. 16)
*La giornata in cui accadrà una disgrazia inizia sempre come tutte le altre; fino a quando non succede nulla, è una giornata qualsiasi. (p. 35)
*Indifferenti alla presenza di un cervello all'interno della propria scatola cranica, i responsabili dell'assessorato avevano progettato e realizzato una serie di modifiche deliranti, senza alcun riguardo per il fatto che una rete stradale dovrebbe servire per farci viaggiare dei veicoli, e non le fantasie malate di sedicenti Le Corbusier con il senso pratico di una gallina faraona. (p. 51)
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*Intorno a loro, piazza delle Vettovaglie rutilava di vita di tutti i tipi e di tutti i colori, ma con una netta prevalenza di [[bianco]]. Bianchi i tavolini, bianchi nei bicchieri, bianche le magliette e bianca la roba che alcuni spacciatori offrivano discretamente al riparo delle colonne. Un estratto di gioventù e di salute allegramente indifferente alla mazzata che aveva appena preso Piergiorgio, che pure adeguandosi alla moda era andato in bianco, e vedeva chiaramente il proprio umore virare al nero. (p. 21)
*Una disciplina umanistica, che a Piergiorgio sfuggiva, così come spesso agli umanisti sfuggono le discipline scientifiche. In realtà, frequentando Margherita, aveva capito che erano più o meno la stessa cosa, ma nella direzione opposta del tempo: lo scienziato cerca di chiarire cose che ancora non si sanno, l'umanista cerca di chiarire cose che ci siamo dimenticati. (pp. 22-23)
*Piergiorgio era un [[Ricerca scientifica|ricercatore]]. Margherita era una ricercatrice. La prima e principale passione della loro vita era quello. Si poteva avere anche una famiglia, per carità; ne veniva fuori una specie di bigamia socialmente accettabile, con due amori da poter frequentare entrambi alla luce del sole – ma sia chiaro, in questo caso di solito è il coniuge ad essere l'amante. È alla moglie del fisico che toccano vacanze in alberghi convenzionati di raro squallore nel centro di Lione, una settimana a rompersi i coglioni mentre il marito discute di leptoni pensando alla tua amica Marilena che ha sposato un chirurgo e si fa i congressi in Sardegna a fine luglio. Ed è il marito della biologa a dover preparare il pranzo a due bambini il sabato mattina, dopo averli portati in piscina, mentre la moglie è in laboratorio a misurare la crescita delle sue amate celluline che è una cosa che va fatta tutti i giorni e non è che puoi dire alle forme di vita ragazzi un attimo di pausa per il weekend, mamma torna lunedì vi vuole vedere in forma.<br>Quando sei un ricercatore vero, uno che non ha orari, che vive con la testa tra le nuvole e che se non parli di equazioni differenziali nove volte su dieci non ti ascolta nemmeno, trovare persone che abbiano così tanta pazienza da essere tua moglie è quasi impossibile, figuriamoci se dovesse essere tuo marito. (p. 23)
*– I [[Pesticida|pesticidi]] che può usare Raimondo sono carezze rispetto a quelli che le piante hanno già di loro. Lo sai, vero, che anche le piante producono pesticidi da sole?<br>– Certo – mentì Riccardo. – Però è roba naturale. All'uomo non dovrebbe fare male, o no?<br>– Manco per idea. Anche i pesticidi naturali delle piante sono roba che non ha pietà. I più potenti agenti cancerogeni a livello molecolare sono le aflatossine, che non sono altro che i pesticidi di default delle arachidi. Tieni conto solo di questo: il cinquanta per cento dei pesticidi di sintesi sono cancerogeni, e ugualmente il cinquanta per cento dei pesticidi naturali, che la pianta sintetizza da sola, sono cancerogeni. Però di pesticida di sintesi ce ne metti un velo, mentre invece la pianta è farcita. La proporzione è di diecimila a uno, o giù di lì. Se ti fanno paura i pesticidi smetti di mangiare qualsiasi cosa cresca in terra, pur biologica che sia, e datti alle alghe. (p. 29)
*Discutere con un [[Idiozia|idiota]] è come tentare di scolpire una merda. È difficile, sgradevole e non otterrai mai un gran risultato. (Enrico Della Rosa, p. 36)