Daniele Luchetti: differenze tra le versioni

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*Io credo che, da una parte, sono diminuiti i film che necessitano di un’operazione critica, come se fosse un genere che si è estinto. Oggi il pubblico è più alfabetizzato e i film sono più diretti, leggibili, perché è cambiata molto la formazione culturale dei registi: fino agli anni Settanta e Ottanta, il regista era una figura ideologizzata, con una grande formazione critica alle spalle, essendo esse uno strumento fondamentale per conoscere il cinema. Oggi la conoscenza del cinema è molto più diretta e, quindi, che bisogno c’è di andare a leggere un libro o prepararsi culturalmente sul film che si vuol vedere? Anche la critica era uno strumento che doveva spingere alla visione di un film. Oggi viviamo in un mondo in cui l’ideologia politica, per esempio, non fa più parte della vita quotidiana, quindi spesso non si usa più il cinema per fare relazione, perché c’è un’immediatezza che ha trasfigurato un po' questo scambio culturale.<ref name=Colagiovanni />
*{{NDR|Alla domanda se crede che il cinema italiano si stia indirizzando verso la riscoperta di uno stile autoriale}} Ma credo che questo sia un momento davvero buono, con tanti esordienti, tanti giovani che cominciano a esporre le proprie idee. Credo sia merito anche delle scuole di cinema che stanno sfornando molti talenti interessanti. Io stesso, essendo insegnante di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia, quest’anno ai David di Donatello, avevo la possibilità di votare ben quattro miei studenti...é una cosa impressionante! Chi esordisce oggi ha, per lo meno, l’ambizione di realizzare un cinema personale, d’autore, anche con meno paura di sbagliare...e molti sbagliano, per fortuna!<ref name=Colagiovanni />
 
==Citazioni su Daniele Luchetti==
*Con lui c’è sempre questo mettersi in gioco, il voler trovare linguaggi nuovi, ribaltare luoghi comuni e giocare con gli stereotipi. I suoi personaggi non riescono a essere schiacciati in una direzione: credo che in una parola possiamo definirla umanità, che al cinema non fa mai comodo, perché alle sue strutture narrative sono necessarie le divisioni manichee tra buoni e cattivi. La complessità di ciò che siamo noi è una sfida difficilissima da rendere sul grande schermo e Daniele lo fa, riuscendo a consegnarci uomini ambigui, difficili da inquadrare, pieni di contraddizioni, che possono essere simpaticissimi o insopportabili. Anche contemporaneamente. ([[Elio Germano]])
 
==Note==