Jared Diamond: differenze tra le versioni

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*Negli ultimi 13 000 anni vivere di caccia e di raccolta è stato sempre più difficile, perché le specie su cui si può contare sono diventate (soprattutto gli animali) sempre meno numerose, o sono scomparse del tutto. [...] Quasi tutti i mammiferi di grossa taglia si sono estinti in America alla fine del Pleistocene; altri scomparvero dall'Eurasia e dall'Africa a causa di mutazioni climatiche o per colpa degli uomini, che erano diventati cacciatori sempre più numerosi e abili. Se anche si può discutere sul fatto che le estinzioni di massa spinsero americani, africani ed eurasiatici (dopo un bel po') nelle braccia dell'agricoltura, esistono casi recenti in cui le cose sono andate proprio così. I polinesiani, ad esempio, si diedero all'agricoltura intensiva solo dopo aver fatto altrettanto con le specie locali di uccelli su altre isole del Pacifico. I primi coloni sbarcati sull'Isola di Pasqua nel 500 d. C. si portarono appresso del pollame da allevare, ma non iniziarono a cibarsene prima di aver fatto fuori tutti gli uccelli selvatici e le focene del luogo. Qualcosa di simile, secondo alcuni studiosi, può essere accaduto nella Mezzaluna Fertile con il declino numerico delle gazzelle selvatiche locali, che erano la principale fonte di cibo dei cacciatori indigeni. (VI cap. p. 82)
*Il numero di calorie per ettaro fornite dalla coltivazione della terra è molto maggiore di quelle rese disponibili dalla caccia o dalla raccolta, e questo fa sì che più gente possa vivere nello stesso luogo. D'altra parte, l'aumento della densità umana durante il tardo Pleistocene è un fatto accertato comunque, dovuto ai progressi tecnologici che accrebbero l'efficienza nel procacciarsi il cibo. L'agricoltura si avvantaggiò di questa situazione, perché riusciva a nutrire un maggior numero di persone in modo più efficiente. (VI cap. p. 83)
*In molte parti del mondo adatte alla coltivazione i cacciatori-raccoglitori locali o furono scacciati dai vicini agricoltori, o dovettero adottarne i costumi. In alcuni casi, grazie al loro numero o all'isolamento geografico, riuscirono a saltare il fosso in tempi preistorici e a sopravvivere: questo accadde nel Sudest degli Stati Uniti, sulla costa atlantica in Europa, e in parte in Giappone. In altre zone – Indonesia, Sudest asiatico, Africa subequatoriale e probabilmente in buona parte dell'Europa – i cacciatori-raccoglitori locali non fecero in tempo a cambiare, e furono rimpiazzati in epoche preistoriche da popoli di agricoltori invasori. Stessa sorte, infine, fu riservata in tempi assai più recenti all'Australia e a gran parte dell'Ovest americano. (VI cap. p. 84)
*Non solo tra gli escrementi l'uomo semina involontariamente le piante di cui si nutre. I frutti raccolti, ad esempio, devono essere portati a casa, e nel tragitto possono lasciar cadere qualche seme; alcuni marciscono pur contenendo semi perfettamente vitali, e sono quindi buttati tra i rifiuti. Alcuni semi piccoli, come quelli delle fragole, sono inevitabilmente ingeriti e poi eliminati con le feci, mentre quelli più grossi vengono di solito sputati. Per farla breve, i primi laboratori di agronomia devono essere stati i cumuli di rifiuti e le latrine. (VII cap. p. 89)
*Il grano e l'orzo del Vicino Oriente sono rappresentativi del gruppo dei cereali (le Graminacee), e piselli e lenticchie dei legumi (Leguminose). I cereali hanno molte virtù: crescono in fretta, sono molto produttivi (fino a una tonnellata per ettaro) e sono ricchi di carboidrati; è per questo che al giorno d'oggi più della metà delle calorie consumate nel mondo proviene dai cereali, soprattutto dalle cinque specie regine: grano, mais, riso, orzo e sorgo. Molti cereali contengono poche proteine, ma a questo pensano i legumi, che ne contengono in media il 25 per cento (il 38 la soia). Un'alimentazione basata su cereali e legumi fornisce quasi tutti gli ingredienti per una dieta bilanciata. [...] La combinazione cereali-legumi ha dato il via all'agricoltura in molte zone. I casi più noti, oltre al quartetto grano-orzo-piselli-lenticchie del Vicino Oriente, sono l'accoppiata mais-fagioli in Mesoamerica e quella tra riso e miglio africano con fagioli dall'occhio e arachidi in Africa, e del quinoa (un'erbacea che appartiene al genere ''Chenopodium'' e non è un cereale) con molti tipi di fagioli sulle Ande. (VII cap. p. 95)
*Perché in alcune aree potenzialmente adatte – come la California, l'Europa, le zone temperate dell'Australia e dell'Africa subequatoriale – l'agricoltura non è stata «scoperta» in modo autonomo? E perché è sorta prima in certi posti e non in altri?<br>Vengono alla mente due spiegazioni intuitive: la «colpa» è stata degli indigeni, o delle piante disponibili in loco. Da un lato c'è il fatto che ogni angolo della Terra sufficientemente caldo e ricco di acqua ospita una grande varietà di specie selvatiche utili, il che farebbe propendere per la spiegazione di tipo culturale: certi popoli non avevano le caratteristiche adatte per diventare agricoltori. Però è estremamente improbabile che l'idea di coltivare la terra non sia venuta in mente a ''nessuno'' degli abitanti di aree vastissime del nostro pianeta. Il problema può essere anche nella mancanza di piante adatte. (VIII cap. p. 100)
*{{NDR|Sulla [[Mezzaluna Fertile]]}} Tutta l'area in questione ha un clima di tipo mediterraneo, caratterizzato da inverni miti e piovosi e da estati lunghe, calde e secche. Le specie che prosperano in questo clima sono adattate a sopravvivere alla lunga stagione arida, e a crescere rapidamente alla ripresa delle piogge. Molte piante mediorientali, in special modo i cereali e i legumi, hanno un adattamento specifico utile al genere umano: sono annue, cioè si seccano e muoiono con la stagione arida. [...] Un'altra caratteristica unica della Mezzaluna Fertile è data dal fatto che le specie selvatiche progenitrici di quelle coltivate erano già abbondanti e produttive in natura: il valore alimentare di un campo bello grosso di grano selvatico non poteva sfuggire a un cacciatore-raccolgitore della zona. [...] Un terzo vantaggio delle specie mediorientali consiste [...] nell'essere in gran parte ermafrodite sufficienti. Quasi tutte le piante selvatiche sono ermafrodite insufficienti o dioiche, e quindi la loro riproduzione dipende dalla presenza di individui della stessa specie. (VIII cap. pp. 104-105)
*La conoscenza è potere. La [[scrittura]] è fonte di potere nelle società moderne, perché rende possibile trasmettere conoscenza meglio, più rapidamente e più lontano. (XII cap.)
*I re e i sacerdoti sumeri volevano che i caratteri cuneiformi servissero agli scribi per tenere il conto delle tasse, non al popolo per poetare e ordire complotti. Come dice [[Claude Lévi-Strauss]], la funzione principale della scrittura nel tempo antico era quella di «facilitare l'asservimento di altri esseri umani». (XII cap.)