Michael Crichton: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Sul [[microscopio]]}} Poteva assicurare un forte ingrandimento e un'estrema chiarezza di particolari, ma solo quando si sapeva dove guardare. (Terzo giorno - ''Wildfire'', cap. 16 - ''Autopsia'', p. 204)
 
*Come amava dire Stone, la [[ricerca scientifica]] era molto simile all'attività dei cercatori di giacimenti: si mettevano in moto e cominciavano a effettuare i sondaggi, armati di mappe e di strumenti, ma alla fine tutti questi preparativi non contavano, come addirittura non contava l'intuito. C'era bisogno di fortuna, e di tutti i vantaggi derivanti da un lavoro duro, accurato e diligente. (Terzo giorno - ''Wildfire'', cap. 20 - ''Routine'', p. 229)
 
*La [[biologia]] [...] era una scienza unica perché non poteva definire la sua materia di studio. Nessuno, infatti, sapeva che definizione dare della [[vita]]. Nessuno, in realtà, sapeva cosa fosse. Le definizioni di una volta - un organismo che mostrava ingestione, escrezione, metabolismo, riproduzione, eccetera - non valevano più. Era sempre possibile trovare delle eccezioni. (Terzo giorno - ''Wildfire'', cap. 20 - ''Routine'', p. 233)
 
*«Questo è vivo,» disse Leavitt. «Vive, respira, cammina e parla. Solo che noi non possiamo vederlo, perché tutto questo accade troppo lentamente. La vita di una [[roccia]] dura rte miliardi di anni, la nostra solo sessanta o settanta. Non possiamo vedere quello che succede a questa roccia per la stessa ragione per cui non possiamo riconoscere il motivo di un disco suonato alla velocità di un giro ogni secolo. E la roccia, per parte sua, non s'accorge neppure della nostra esistenza, perché noi siamo vivi solo per un brevissimo istante della sua vita. Per lei siamo come lampi nel buio.» (Terzo giorno - ''Wildfire'', cap. 20 - ''Routine'', p. 234)
 
*Come molte persone intelligenti, Stone aveva un atteggiamento piuttosto sospettoso verso il proprio cervello, in cui vedeva una macchina abile e precisa, ma capricciosa. Non si stupiva mai quando la macchina non funzionava pur temendo e odiando quei momenti. Nelle sue ore più nere, Stone dubitava dell'utilità di ogni riflessione e di ogni intelligenza. [...] Era più distruttiva che creativa, più confusionaria che chiarificatrice, più scoraggiante che soddisfaente, più dispettosa che caritatevole. (Terzo giorno - ''Wildfire'', cap. 20 - ''Routine'', pp. 241-42)
 
*Aveva [[Sogni dai libri|sognato]] una casa, e poi una città: una città intorno alla casa, immensa, complessa, piena di collegamenti. Nella casa viveva un uomo, con la sua famiglia; l'uomo era attivo, lavorava e andava avanti e indietro entro i confini della città, girando, agendo, reagendo.<br/>E poi, nel sogno, la città era scomparsa di colpo, lasciando solo la casa. Ma com'erano cambiate, allora, le cose! Una casa isolata, solitaria, senza niente di ciò che le serviva: acqua, fognature, elettricità, strade. E una famiglia, tagliata fuori dai supermarket, dalle scuole, dai grandi magazzini. E il marito, il cui lavoro si svolgeva in città, a stretto contatto con gli altri, improvvisamente abbandonato a se stesso come un naufrago su un'isola deserta. (p. 239)