Michael Crichton: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
 
*È interessante notare che entrambe le crisi reclamizzate - [[Energia nucleare|energia atomica]] e [[Corsa allo spazio|conquista dello spazio]] - hanno riguardato la chimica e la fisica, non la biologia.<br>La cosa era prevedibile. La [[fisica]] è stata la prima tra le scienze naturali a diventare moderna e altamente matematica. Nella sua scia è venuta la [[chimica]], ma la [[biologia]], bambina ritardata, è rimasta molto indietro. Anche ai tempi di [[Newton]] e [[Galileo]], gli uomini la sapevano più lunga sulla luna e sugli altri corpi celesti che sul proprio conto.<br>Questa situazione cambiò solo verso la fine degli anni quaranta. Il periodo post-bellico inaugurò un'era di ricerche biologiche, stimolate dalla scoperta degli antibiotici. A un tratto la biologia fu travolta da un'ondata di entusiasmo, si trovò a poter disporre di molto denaro e diede luogo a un torrente di scoperte: tranquillanti, ormoni steroidei, immunologia chimica, il codice genetico. Nel 1953 si procedette al primo trapianto del rene e nel 1958 si sperimentarono le prime pillole antifecondative. In breve tempo la biologia diventò il settore in più rapido sviluppo di tutta la scienza: raddoppiava le sue conoscenze ogni dieci anni. Lungimiranti ricercatori parlavano seriamente di modificare i geni, controllare l'evoluzione, regolare i meccanismi della mente: idee che, solo dieci anni prima, sarebbero state giudicate il frutto della più sfrenata fantasia.<br>Eppure non si era mai verificata una crisi biologica. La prima fu quella prodotta dal ceppo Andromeda. (Primo giorno - ''Contatto'', cap. 3 - ''Crisi'', pp. 23-24)
 
*[...] il primo contatto con la [[vita [[extraterrestre]] sarà determinato dalle note probabilità della [[Speciazione (evoluzione)|speciazione]]. [...] Vi sono milioni di specie di batteri e migliaia di specie d'insetti. Vi sono alcuen specie di primati e solo quattro di antropomorfi. Mentre non vi è che una specie umana.<br>A questa frequenza di speciazione si accompagna una corrispondente frequenza numerica. Le creature semplici sono assai più comuni degli organismi complesso. Sulla terra vi sono tre miliardi di uomini, e sembrano moltissimi solo fino a quando si consideri che dieci volte o persino cento volte tanti [[batterio|batteri]] possono essere contenuti in un fiasco.<br>Tutte le testimonianze disponibili sull'origine della vita indicano una progressione evolutiva da forme di vita semplici a complesse. Questo è vero sulla terra. È probabilmente vero in tutto l'universo. (Secondo giorno - ''Piedmont'', cap. 5 - ''Le prime ore'', pp. 52-53) {{NDR|ladalla relazione di J.J. Merrick al Decimo Simposio Biologico di Cold Spring Harbor, Long Island, estate 1962}}
 
*Jeremy [[Erudizione|sa tutto]], ed è affascinato dal resto. (Secondo giorno - ''Piedmont'', cap. 5 - ''Le prime ore'', p. 54)
 
*Burton tirò un profondo respiro poi incise il cuore, affodnando il bisturi nel ventricolo sinistro.<br>L'interno era pieno di una materia rossa e spugnosa. Non c'era una sola goccia di sangue allo stato liquido.<br>«Coagulato,» disse. «La cosa è fuori discussione.»<br>«Ha idea di che cosa possa produrre una coagulaizone simile?»<br>«Dell'intero sistema vascolare? Quasi sei litri di sangue? No.» Burton si lasciò cadere pesantemente nella poltrona del medico e fissò il corpo che aveva appena sezionato. «Mai visto niente di simile. Esiste sì una cosa che si chiama coagulazione disseminata intravascolare, ma è rara e per provocarla occorrono speciali circostanze di ogni genere.»<br>«Potrebbe provocarla una singola tossina?»<br>«In teoria, immagino di sì. Ma in pratica non c'è tossina al mondo...»<br>S'interruppe.<br>«Sì,» disse Stone. «Forse è proprio così.» (Secondo giorno - ''Piedmont'', cap. 7 - ''Un insolito processo'', pp. 93-94)
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*«Tutti i livelli sono verniciati con un colore diverso. Il Primo Livello è rosso; il Secondo, giallo; il Terzo, bianco; il Quarto, verde; e il Quinto, azzurro.»<br>«Esistono particolari ragioni per questa scelta?»<br>«Pare che alcuni anni fa la marina abbia finanziato certi studi sugli effetti psicologici degli ambienti colorati. I risultati di quegli studi sono stati applicati qui.» (Secondo giorno - ''Piedmont'', cap. 10 - ''Primo stadio'', p. 121)
 
*I risultati dei test speciali confermano l'ipotesi dell'Uomo Spaiato: e cioè che le decisioni relative a contesti implicanti distruzioni termonucleari o chimico-biologiche dovrebbero essere prese da un maschio [[celibato|celibe]]. (Secondo giorno - ''Piedmont'', cap. 10 - ''Primo stadio'', p. 133)
 
*«Se ci pensi» disse Lewitt, «qui ci siamo trovati a dover afrontare un bel problema. Come [[Disinfezione|disinfettare]] il [[corpo umano]] - una delle cose più sporche in tutto l'universo - senza ucciderne, contemporaneamente, il proprietario. Interessante.» (Secondo giorno - ''Piedmont'', cap. 11 - ''Decontaminazione'', p. 138)
 
*Forse la forma di [[vita extraterrestre|vita più intelligente su un pianeta lontanissimo]] non era più grande di una pulce. Forse non era più grande di un batterio. In tal caso il Progetto Wildfire avrebbe potuto mettersi a distruggere una forma id vita altamente sviluppata, senza mai rendersi conto di quello che faceva.<br>[...] Chalmers, dotato di un profondo senso dell'humor, aveva usato l'esempio dell'uomo che guarda al vetrino al microscopio e vede che i batteri si sono disposti in modo da formare le parole: «Portaci dal tuo capo». (Secondo giorno - ''Piedmont'', cap. 11 - ''Decontaminazione'', p. 145)
 
*Per anni si era affermato che gli uomini avevano nelle cellule quarantotto cromosomi: per dimostrarlo c'erano fotografie, e un numero incalcolabile di studi accuratissimi. Nel 1953 un gruppo di ricercatori americani annunciò al mondo che i cromosomi umani erano quarantasei. Ancora una volta c'erano le foto per dimostrarlo e gli studi per confermarlo. Ma questi ricercatori decisero anche di riesaminare le vecchie fotografie e i vecchi studi: e vi trovarono non quarantotto ma solo quarantasei cromosomi.<br/>La [[Regole dai libri|Regola]] del 48, formulata da Leavitt, diceva soltanto così: «Tutti gli scienziati sono ciechi.» (pp. 153-154)