Andy Warhol: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Andy Warhol==
*Amo [[Napoli]] perché mi ricorda [[New York]], specialmente per i tanti [[travestitismo|travestiti]] e per i rifiuti per strada. Come New York è una città che cade a pezzi, e nonostante tutto la gente è felice come quella di New York. (<ref>Citato in ''[http://books.google.it/books?id=4pFMAAAAYAAJ&q=Amo+Napoli+perch%C3%A9+mi+ricorda+New+York,+specialmente+per+i+tanti+travestiti+e+per+i+rifiuti+per+strada.+Come+New+York+%C3%A8+una+citt%C3%A0+che+cade+a+pezzi,+e+nonostante+tutto+la+gente+%C3%A8+felice+come+quella+di+New+York&dq=Amo+Napoli+perch%C3%A9+mi+ricorda+New+York,+specialmente+per+i+tanti+travestiti+e+per+i+rifiuti+per+strada.+Come+New+York+%C3%A8+una+citt%C3%A0+che+cade+a+pezzi,+e+nonostante+tutto+la+gente+%C3%A8+felice+come+quella+di+New+York&hl=it&sa=X&ei=eHHGT5GxKILqOfXZ9ZkP&ved=0CDMQ6AEwAA Napoli Nobilissima: Volume 19]'', Arte Tipografica, 1980).</ref>
*Ai primi d'agosto del 1962 cominciai con le serigrafie. Volevo qualcosa di più forte, che comunicasse meglio l'effetto di un prodotto seriale. Con la serigrafia si prende una foto, la si sviluppa, la si trasferisce sulla seta mediante colla e poi la si inchiostra, cosicché i colori penetrano attraverso la trama salvo che nei punti dove c'è la colla. Ciò permette di ottenere più volte la stessa immagine, ma sempre con lievi differenze. Tutto così semplice, rapido, casuale: ero eccitatissimo. Poi [[Marilyn Monroe|Marilyn]] morì quello stesso mese, e mi venne l'idea di trarre delle serigrafie da quel suo bel viso, le mie prime Marilyn. (citato<ref>Citato in ''Marilyn'', p. 415).</ref>
*In America è il cinema che fa andare avanti le cose, fin da quando è stato inventato.<ref>Citato in AA.VV., ''Il libro dei film'', traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 188. ISBN 9788858025864</ref>
*Io vedo tutto così, la superficie delle cose, una specie di Braille mentale, mi limito a passare le mani sulla superficie delle cose. Mi considero un artista americano. [...] Con la mia arte rappresento gli USA, ma ciò non vuol dire che io faccia critica sociale: rappresento quei determinati oggetti nei miei dipinti perché sono le cose che conosco meglio. Non sto affatto tentando di fare una critica agli USA o tentando di mostrarne la bruttezza: sono solo puramente un artista.
:''I see everything that way, the surface of things, a kind of mental Braille, I just pass my hands over the surface of things. I think of myself as ana American artist. [...] I represent the U.S. in my art but I'm not a social critic: I just paint those objects in my paintings because those are the things I know best. I'm not trying to criticize the US in any way, not trying to show up any ugliness at all: I'm just a pure artist, I guess.''<ref name="Goldsmith">{{en}} Citato in Kenneth Goldsmith, [https://books.google.it/books?id=mxhKDgAAQBAJ ''I'll Be Your Mirror: The Selected Andy Warhol Interviews''], Hachette, 2009. ISBN 9780786740390.</ref>
*La cosa più bella di [[Tokyo]] è [[McDonald's]]. La cosa più bella di [[Stoccolma]] è McDonald's. La cosa più bella di [[Firenze]] è McDonald's. A [[Pechino]] e a [[Mosca (Russia)|Mosca]] non c'è ancora niente di bello.<ref>Da ''Quotes from The Philosophy of Andy Warhol (citatoFrom A to B and Back Again)'', 1975. ISBN 978-0156717205. Citato in Laura Minestroni, ''L'alchimia della marca'', FrancoAngeli, 2002, p. 232).</ref>
*Le [[interviste]] sono come sedersi alla Fiera del Mondo, in quelle automobili Ford che vi trasportano mentre qualcuno recita un commento; ho sempre l'impressione che le mie parole vengano da dietro di me, non da me. L'intervistatore dovrebbe semplicemente dirmi le parole che vuole che io dica e io le ripeterei dopo di lui. Penso che così andrebbe molto bene perché sono talmente vuoto che non trovo niente da dire.<ref>Traduzione da Adriano Aprà e Enzo Ungari, ''Il cinema di Andy Warhol'', Arcana editrice, 1973.</ref>
:''Interviews are like sitting in those Ford machines at the World's Fair that toured you around while someone spoke a commentary; I always feel that my words are coming from behind me, not from me. The interviewer should just tell me the words he wants me to say and I'll repeat them after him. I think that would be so great because I'm so empty I just can't think of anything to say.''<ref name="Goldsmith"/>
*Mi chiamo Andy Warhol e ho appena finito di mangiare un [[hamburger]].
:''My name is Andy Warhol and I just finished eating an hamburger.'' (dal<ref>Dal documentario ''[[66 Scenes from America]]'').</ref>
*Mi sono reso conto che quasi tutte le [[intervista|interviste]] sono preconfezionate. Sanno già quello che vogliono scrivere su di te e sanno già quello che pensano di te prima ancora di parlarti, così vanno in cerca di frasi e di particolari per confermare quello che hanno già deciso che dovrai dire.<ref>Da ''La filosofia di Andy Warhol: Da A a B e viceversa'', traduzione di Caterina Medici, Feltrinelli Editore, 2016, ISBN 9788858826720.</ref>
:''I've found that almost all interviews are preordained. They know what they want to write about you and they know what they think about you before they ever talk to you, so they're just looking for words and details from here and there to back up what they've already decided they're going to say.''<ref>{{en}} Da ''The Philosophy of Andy Warhol: From A to B and Back Again'', Houghton Mifflin Harcourt, 2014, p. 78. ISBN 9780547543437</ref>
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*Nel futuro ognuno sarà [[fama|famoso]] al mondo per 15 minuti.<ref>Citato in ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/06/23/esami-di-maturita-uno-studente-su-tre.html Esami di maturità, uno studente su tre sceglie Warhol]'', ''la Repubblica'', 23 giugno 2011, p. 8. Cfr. [[w:en:15 minutes of fame|15 minutes of fame]].</ref>
*Non si tratta del fatto che non mi piace parlare di me, è che in realtà non c'è niente da dire su di me. Nelle interviste non parlo o non dico molto; in questo momento in realtà non sto dicendo niente. Se volete sapere tutto su Andy Warhol, guardate solo la superficie: dei miei dipinti, dei miei film e di me, eccomi là. Dietro non c'è niente. Non mi sembra che la mia posizione come artista riconosciuto sia in qualche modo precaria, le tendenze che cambiano nell'arte non mi spaventano, non fa veramente alcuna differenza; se senti che non hai niente da perdere, allora non c'è nulla da temere.<ref>Traduzione in Andrea Mecacci, ''L'estetica del pop'', Donzelli Editore, 2011, [https://books.google.it/books?id=myCcZSuoGykC&pg=PA155 pp. 155-156]. ISBN 9788860365811</ref>
:''It's not that I don't like to speak about myself, it's that there really isn't anything to say about me. I don't talk very much or say very much in interviews; I'm really not saying anything now. If you want to know all about Andy Warhol, just look at the surface of my paintings and films and me, and there I am. There's nothing behind it. I don't feel my position as an accepted artist is precarious in any way, the changing trends in art don't frighten me, it really just doesn't make any difference; if you feel you have nothing to lose, then there's nothing to be afraid of and I have nothing to lose.'' (da<ref>Da un'intervista condotta da Gretchen Berg, ''Andy, My true Story 3'', ''Los Angeles Free Press'', 17 marzo 1967.</ref><ref name="Goldsmith"/>)
*[[Roma]] è l'esempio di ciò che accade quando i monumenti di una città durano troppo a lungo. (citato<ref>Citato in ''La filosofia di Andy Warhol da A a B e viceversa'').</ref>
*Sono stato definito con gli aggettivi "complesso, naive, acuto e sofisticato", usati insieme tutti nello stesso articolo! Ma lo hanno scritto con malizia. Queste sono affermazioni contraddittorie, eppure non è che io sia pieno di contraddizioni, semplicemente non ho delle forti opinioni.
:''I've been called "Complex, naive, subtle and sophisticated—" all in one article! They were just being mean. Those are contradictory statements but I'm not full of contradictions, I just don't have very strong opinions on anything.'' (da<ref>Da un'intervista condotta da Gretchen Berg.</ref><ref name="Goldsmith"/>)
 
===Interviste===