Thomas Mann: differenze tra le versioni

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==''Giuseppe il nutritore''==
=== Citazioni ===
*Il nostro essere è solo il punto di incidenza tra il non essere e il sempre essere, e la nostra esistenza temporale è solo il mezzo attraverso cui l'eternità si manifesta.
*L'[[inferno]] è per i puri; questa è la legge del mondo morale. Esso è infatti per i peccatori, e peccare si può soltanto contro la propria purezza. Se si è una bestia, non si può peccare e non si sente nulla di un inferno. Così è stabilito, e certamente l'inferno è tutto popolato soltanto da gente per bene, il che non è giusto; ma che cos'è mai la nostra giustizia!
*Spiare nelle [[alcova|alcove]] è al di sotto della dignità di colui che sta narrando questa storia.<ref>Da ''Giuseppe il Nutritore'', ed. Mondadori, Milano, (1963, p. 359.</ref>)
 
== ''I Buddenbrook'' ==
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==''Carlotta a Weimar ''==
===[[Incipit]]===
*In una giornata ancor quasi estiva del tardo settembre 1816 al cameriere dell'Albergo all'Elefante di Weimar, un tal Mager, uomo non senza istruzione, toccò un caso che lo commosse e gioiosamente lo turbò. Non che l'evento fosse fuor del naturale, e tuttavia si può dire che per un istante a Mager parve di sognare. <!--(p. 5)-->
 
{{NDR|Thomas Mann, ''Carlotta a Weimar: romanzo'', traduzione di Lavinia Mazzucchetti, Mondadori, 1970, p. 5}}
===Citazioni===
*Agli dei si offrivano vittime in sacrificio e alla fine la vittima era quella stessa divinità. Ti sei servita di un simbolo che mi è caro e congeniale più di ogni altro e dal quale l'anima mia fu sempre pervasa: quello del moscerino e della fiamma allettatrice e letale. Se tu vuoi che io sia la luce verso cui si lancia smaniosa la farfalla, io sono però anche, nello scambievole tramutarsi delle cose, la candela accesa che sacrifica il proprio corpo perché la luce risplenda, sono anche la farfalla inebriata che si perde nella fiamma — simbolo del perenne sacrificio della vita e della materia per una suprema metamorfosi spirituale. Anima fida, diletta, puerile: son io stesso per primo e per ultimo una vittima e sono insieme colui che la sacrifica. Un giorno mi consumai per te nella fiamma e per te sempre mi trasmuto in ispirito e in luce. (p. 534)
 
{{NDR|Thomas Mann, ''Carlotta a Weimar: romanzo'', traduzione di Lavinia Mazzucchetti, Mondadori, 1970, p. 534}}
===[[Explicit]]===
*«Signora» disse «sia come sempre la benvenuta! Speriamo che la egregia signora del consigliere aulico abbia trascorso una serata edificante nel nostro tempio delle muse! Posso permettermi di offrirle il braccio per più sicuro appoggio? Buon Dio, bisogna che lo dica, venerata signora: aiutare la Lotte del Werther a scender dall'equipaggio di Goethe è un avvenimento, come lo potrò definire, un avvenimento degno di memoria!» <!--(p. 536)-->
{{NDR|Thomas Mann, ''Carlotta a Weimar: romanzo'', traduzione di Lavinia Mazzucchetti, Mondadori, 1970, p. 536}}
 
== ''La morte a Venezia'' ==
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*Per essere creativi, bisogna essere morti. (1970)
*Oh, se Inge fosse venuta! Avrebbe dovuto accorgersi che lui era sparito, intuire il suo dolore, seguirlo di nascosto, anche soltanto per pietà, posandogli la mano sulla spalla e dirgli: Vieni dentro con noi, sii contento, io ti amo. E Tonio tendeva l'orecchio dietro di sé, attendeva con impazienza assurda che ella venisse. Ma non venne. Simili cose non accadono sulla terra. (1970)
*Quando un [[pensiero]] ti domina lo ritrovi espresso dappertutto, lo ''annusi'' perfino nel vento. (Tonio Kröger; 2003, [https://books.google.it/books?id=t126IZ0oAi0C&pg=PA89#v=onepage&q&f=false p. 89])
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
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*Thomas Mann, ''Carlotta a Weimar: romanzo'', traduzione di Lavinia Mazzucchetti, Mondadori, Milano, 1970.
*Thomas Mann, ''Confessioni del cavaliere d'industria Felix Krull'', traduzione di Lavinia Mazzucchetti, Mondadori, Milano, 1978
*Thomas Mann, ''Giuseppe il Nutritore'', Mondadori, Milano, 1963.
*Thomas Mann, ''La legge'', traduzione di Mario Merlini, Baldini & Castoldi, 1997.
*Thomas Mann, ''La legge'', traduzione di Mario Merlini, Mondadori, 1947.