Thomas Mann: differenze tra le versioni

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*In una giornata ancor quasi estiva del tardo settembre 1816 al cameriere dell'Albergo all'Elefante di Weimar, un tal Mager, uomo non senza istruzione, toccò un caso che lo commosse e gioiosamente lo turbò. Non che l'evento fosse fuor del naturale, e tuttavia si può dire che per un istante a Mager parve di sognare.
{{NDR|Thomas Mann, ''Carlotta a Weimar: romanzo'', traduzione di Lavinia Mazzucchetti, Mondadori, 1970, p. 5}}
===Citazioni===
Agli dei si offrivano vittime in sacrificio e alla fine la vittima era quella stessa divinità. Ti sei servita di un simbolo che mi è caro e congeniale più di ogni altro e dal quale l'anima mia fu sempre pervasa: quello del moscerino e della fiamma allettatrice e letale. Se tu vuoi che io sia la luce verso cui si lancia smaniosa la farfalla, io sono però anche, nello scambievole tramutarsi delle cose, la candela accesa che sacrifica il proprio corpo perché la luce risplenda, sono anche la farfalla inebriata che si perde nella fiamma — simbolo del perenne sacrificio della vita e della materia per una suprema metamorfosi spirituale. Anima fida, diletta, puerile: son io stesso per primo e per ultimo una vittima e sono insieme colui che la sacrifica. Un giorno mi consumai per te nella fiamma e per te sempre mi trasmuto in ispirito e in luce.
{{NDR|Thomas Mann, ''Carlotta a Weimar: romanzo'', traduzione di Lavinia Mazzucchetti, Mondadori, 1970, p. 534}}
===[[Explicit]]===
*«Signora» disse «sia come sempre la benvenuta! Speriamo che la egregia signora del consigliere aulico abbia trascorso una serata edificante nel nostro tempio delle muse! Posso permettermi di offrirle il braccio per più sicuro appoggio? Buon Dio, bisogna che lo dica, venerata signora: aiutare la Lotte del Werther a scender dall'equipaggio di Goethe è un avvenimento, come lo potrò definire, un avvenimento degno di memoria!»