Giuseppe Massari: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
typo e sic |
|||
Riga 7:
*La sanzione {{NDR|del re Vittorio Emanuele}} a quella legge {{NDR|sull'abolizione del foro ecclesiastico}} tolse ogni speranza a coloro i quali avevano accolta nell'animo la fallace lusinga che all'ultimo momento tutto sarebbe andato a monte; fu grande scoppio di sdegni, di proteste, di ire. Si protestò da Roma, protestò l'episcopato subalpino; due fra i {{sic|primarii}} vescovi del regno, quelli delle diocesi di Torino e di Cagliari, fecero atti, che a nome ed in conformità delle leggi vennero puniti; un ministro della corona, il cavalier Pietro di Santarosa, venuto in fin di vita richiese i conforti della religione, che sinceramente professava ed alla quale era sinceramente persuaso di non aver recato offesa partecipando come ministro e come deputato all'approvazione della legge proposta dal suo collega Siccardi, e quei conforti gli vennero inesorabilmente negati. (vol. I, cap. XXI, p. 161)
*Monsignor [[Andrea Charvaz|Charvaz]] non era un cortigiano: amava il Re del rispettoso affetto di suddito fedele; non dimenticava di averlo avuto a discepolo, e con la duplice autorità del suo {{sic|ministerio}} sacerdotale e di una paterna affezione usava sovente ricordargli i precetti, che a lui giovanetto aveva dati. Il buon Re diceva che
==Bibliografia==
|