Università: differenze tra le versioni

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*Le università sono il luogo principe per irrobustire la [[cultura]] del nostro Paese, per evitare che si perda il senso del [[passato]] e si abbandoni la prospettiva del [[futuro]], la consapevolezza e la responsabilità di costruire il futuro. ([[Sergio Mattarella]])
*– Lo sanno tutti che nel XX secolo le università erano delle costose scuole materne.<br />– Questo è vero, secondo gli standard accademici attuali tu hai praticamente abbandonato il liceo.<br />– Cosa?! Non lo trovo giusto! Merito lo stesso rispetto di chiunque abbandoni l'università! Porcaccia l'oca, mi iscriverò alla Mars University e abbandonerò gli studi un'altra volta! (''[[Futurama (prima stagione)|Futurama]]'')
*Lo sfacelo della scuola e dell'università in [[Italia]] sono sotto gli occhi di tutti, ma chi è il colpevole? La [[Letizia Moratti|Moratti]], attuale ministro del governo di centro-destra, oppure [[Luigi Berlinguer|Berlinguer]], ministro del precedente governo di centro-sinistra? Secondo Roberto Alonge tutto comincia con il '68, che ha aperto l'università a ogni tipo di diplomato, e che ha distrutto non solo il principio di autorità, ma anche quello della [[meritocrazia]]. Dal '68 a oggi, per i docenti (della scuola e dell'università) ci sono stati sempre e solo sanatorie e assunzioni in ruolo ope legis, cioè senza concorso, qualche volta camuffate. E i docenti sono diventati fatalmente sempre meno preparati, sempre più ''asini calzati e vestiti''. Una famiglia e una società senza più gli antichi valori dello studio, della disciplina, dell'abnegazione hanno costretto peraltro i docenti della scuola a trasformarsi anche in psicologi, sociologi, assistenti sociali, a insegnare l'educazione alla cittadinanza, l'educazione sessuale, l'educazione alimentare, l'educazione stradale e quant'altro (e sempre per quattro soldi di stipendio). Quando Luigi Berlinguer (ministro dell'ultimo governo Dalema e fratello dell'ex segretario del PCI), undici anni fa, cercò di concedere aumenti salariali consistenti agli insegnanti più preparati e più disponibili, fu travolto e biasimato dalle proteste degli stessi insegnanti, ex ''compagni'', in nome dello spirito della ''contestazione'', che rivendicavano solo aumenti uguali per tutti ([[Roberto Alonge]]).
*Nelle università italiane prosperano dinastie che si tramandano il titolo per generazioni. Dominano su una massa di disperati precari della ricerca, sottopagati, ridotti al silenzio e in alcuni casi alla sottomissione servile con la forza del ricatto. ([[Davide Carlucci]])
*Queste ventuno università {{NDR|le università italiane agli inizi del Novecento}}, grandi e piccole, complete e incomplete, tutte egualmente cospirano alla pubblica rovina: esse sono fabbriche brevettate e monopolistiche di ''spostati''. Da queste officine di diplomi sbucano fuori ogni anno centinaia su centinaia di laureati, i quali hanno poca o nessunissima attitudine alla vita pratica, e non sanno né hanno modo di provvedere al proprio sostentamento, contribuendo all'incremento della pubblica ricchezza. ([[Federico Garlanda]]))