J. R. R. Tolkien: differenze tra le versioni

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*Guardiamo gli alberi, e li chiamiamo "alberi", dopo di che probabilmente non pensiamo più alla parola. Chiamiamo una stella "stella", e non ci pensiamo più. Ma bisogna ricordare che queste parole, "albero", "stella", erano (nella loro forma originaria) nomi dati a questi oggetti da gente con un modo di vedere diverso dal nostro. Per noi un albero è, semplicemente, un organismo vegetale, e una stella semplicemente una palla di materia inanimata che si muove lungo una rotta matematica. Ma i primi uomini che parlarono di "alberi" e di "stelle" vedevano le cose in maniera del tutto differente. Per loro, il mondo era animato da esseri mitologici. Vedevano le stelle come sfere di argento vivo, che esplodevano in una fiammata in risposta alla musica eterna. Vedevano il cielo come una tenda ingioiellata, e la terra come il ventre dal quale tutti gli esseri viventi sono venuti al mondo. Per loro, tutta la Creazione era intessuta di miti e popolata di elfi. (citato in Paolo Gulisano, ''Tolkien. Il mito e la grazia'', Ancora, Milano 2007, p. 6)
*Il [[lampione]] elettrico può essere in effetti ignorato, per la semplice ragione che è così insignificante e transitorio. E comunque, è certo che le fiabe hanno molte cose più permanenti e fondamentali di cui parlare. Il [[lampo]], per esempio. (da ''Sulle fiabe'', in ''Albero e foglia'')
*Il legame tra padre e figlio non è costituito solo dalla consanguineità: ci deve essere un po' di "aeternitas". Esiste un posto chiamato "[[paradiso]]" dove le opere buone iniziate qui possono venire portate a termine; e dove le storie non scritte e le speranze incompiute possono trovare un seguito. <ref> Dalla lettera del 79 lugliogiugno 19441941 a ChristopherMichael Tolkien, in J.R.R.Tolkien, ''LaLettere realtà in trasparenza. Lettere1914/1973'' (a cura di Humphrey Carpenter e Christopher Tolkien), Bompiani, Milano, 20012017, pag.6489. </ref>
*La creazione di un [[linguaggio]] genera di per sé una mitologia, perché creazione della lingua e creazione della mitologia sono funzioni correlate. (citato in ''Corriere della sera'', 1 novembre 2003)
*La [[Fantasia]] è una naturale attività umana, la quale certamente non distrugge e neppure reca offesa alla Ragione; né smussa l'appetito per la verità scientifica, di cui non ottunde la percezione. Al contrario: più acuta e chiara è la ragione, e migliori fantasie produrrà. (da ''Sulle fiabe'', in ''Albero e foglia'')