Howard Phillips Lovecraft: differenze tra le versioni

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*H.P. Lovecraft era geniale quando si trattava di raccontare il macabro, ma come scrittore di dialoghi era uno strazio. Doveva saperlo, perché dei milioni di parole che scrisse, meno di ''cinquemila'' sono quelle dedicate al dialogo. [...] Lovecraft era indiscutibilmente uno snob affetto da timidezza patologica [...] quel tipo di scrittore che mantiene una corrispondenza voluminosa ma ha difficoltà a stabilire rapporti personali diretti con il prossimo; fosse vivo oggi, è probabile che la sua presenza sarebbe più vibrante soprattutto nelle varie chat-room di Internet. Scrivere bene i dialoghi è un'abilità che acquisiscono le persone più inclini a parlare e ascoltare gli altri, in particolare ascoltare, cogliendo accenti, ritmi, dialetto e slang. I lupi solitari come Lovecraft sono spesso carenti in questo settore, lo riproducono male o con la cura con cui si scriverebbe in una lingua che non fosse la propria lingua madre. ([[Stephen King]])
*Tra le storie di Lovecraft ho le mie preferite e quelle rimarranno sempre ma è il suo stile che prima o poi può diventare un problema. Ti attira sin che sei giovane e riesci ad accettare anche tutto l'armamentario rococò. ([[Stephen King]])
*Una analisi dei racconti di Lovecraft non è agevole; grava sul lettore il pesante fascino della materia; l'ipnosi che impongono gesti e riti mentitamene sacri. Vi è in Lovecraft qualcosa di risolutamente ingenuo, una cultura da incolto, una artificiosità elementare. E tuttavia non pare assurdo dirlo «scrittore». Forse perché il suo puro, concentrato orrore stinge rapidamente, e svela, sotto, qualcosa di duro, di ostinato: si sospetta, una scheggia di letteratura. È angusto, ma non sciocco; è sommario, talora anche rozzo, ma lo assiste una oscura intelligenza, una macchinosa astuzia da monomane. I suoi racconti sono incubi, ed è proprio degli incubi l'essere falsi: sgomenta non la concretezza dell'apparizione, ma la sua sacrilega aspirazione ad esistere. Lovecraft fruga una regione germinale, affollata di nulla sconciamente deformi, e gli accade talora di rintracciare e annotare i segnali dell'altrove, sfregi segnaletici violentemente significanti. ([[Giorgio Manganelli]])
 
==Note==